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N. 3.382 - ore 17:00 - Venerdì 25 Marzo 2022 - Tiratura: 31.183 enonauti, opinion leader e professionisti del vino |
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L’agroalimentare è un settore vitale della nostra economia, anche sul web. Lo dimostra, tra l’altro, il fatto che nel 2021 sono stati quasi 4.000 i nuovi domini “.it” afferenti al settore food, e nei primi mesi del 2022 ne sono stati registrati ben 4.680, più dello scorso anno. A renderlo noto è “Registro.it”, anagrafe del web e organo dell’Istituto di Informatica e Telematica del Cnr (Cnr-Iit). Dei 3.834 nuovi siti .it registrati nel 2021 nel settore dell’agroalimentare, il 42% appartiene alla ristorazione, il 12% ai farinacei e il 10% al vino. Su base totale, dei 101.604 del settore dell’agroalimentare, il 37,8% appartiene alla ristorazione, il 12,3% al vino e l’11,3% ai farinacei. |
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La Borgogna svela l’annata 2020 in un contesto di enorme crescita, dei prezzi e del prestigio, di un territorio che, dopo anni di “inseguimento”, contende ormai a Bordeaux il primato sul mercato dei fine wine. Un “sorpasso” arrivato proprio in questi primi mesi del 2022, in cui i vini di Borgogna hanno rappresentato a valore il 28,8% degli scambi sul Liv-ex, l’indice di riferimento del mercato secondario dei vini da investimento, contro il 25,7% dei vini di Bordeaux. Anche il numero delle etichette scambiate ha toccato un nuovo record: 4.084, segnale tangibile di come, oggi, a puntare sulla Borgogna non sia più solo una cerchia ristretta di forti investitori, ma anche migliaia di piccoli investitori, tanto che il range dei prezzi sulla piattaforma va dalle 24 alle 96.000 sterline per 3 bottiglie. Un aspetto che, di sicuro, avrà un impatto sul mercato della 2020 di Borgogna riguarda la ciclica scarsità vendemmiale, con la produzione 2021 in calo del 37,5% sulla media degli ultimi 10 anni, condizione che spingerà la corsa alla 2020, annata, al contrario, molto generosa, con 1,56 milioni di ettolitri (+8,3% sulla media). Tornando ai numeri, nel 2021 il Burgundy 150, l’indice che traccia le performance dei nomi più scambiati di Borgogna, è cresciuto del 31%, più, nello stesso periodo, dell’S&P 500 (+23%), del Dow Jones Industrial (+16,5%) e del FTSE 100 (+8,8%). Anche nel confronto con le altre grandi denominazioni scambiate e tracciate dal Liv-ex la Borgogna emerge con forza: solo lo Champagne 50 ha chiuso con una performance migliore (+41,5%) il 2021. Al contempo, la Borgogna è tornata a celebrare “Les Grands Jours de Bourgogne” 2022, con i vini di 950 cantine del territorio in degustazione in 12 diverse location, sparse tra i villaggi della AOC. Tre le annate nei calici, a cominciare dalla 2019, annata calda e siccitosa che ha messo a dura prova i vigneron; la 2020, calda ma molto più bilanciata, i cui vini dimostrano già delle grandi potenzialità e si prestano bene per l’invecchiamento; la 2021, che rispetto alle tre annate precedenti, che hanno registrato un notevole anticipo della vendemmia, ha segnato il ritorno alla normalità (i dieci migliori assaggi di WineNews in approfondimento). |
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La pandemia ha accelerato la crescita delle vendite online di vino, che in Italia hanno segnato una crescita sugli e-commerce dei generalisti del +22% a valore, come rivelano i dati del focus sul mercato italiano dell’Osservatorio sull’e-commerce del vino, frutto della partnership tra Nomisma Wine Monitor e Vino.com. Da cui emerge anche che tra il 2019 e il 2021 il 46% di tutte le bottiglie sono state acquistate da consumatori della Generazione X, seguiti dai Baby Boomers (30%) e dai Millennials (23%), mentre i giovanissimi (Generazione Z) pesano appena l’1,1%. E se le bollicine rappresentano una categoria “trasversale”, i vini rossi denotano un peso più elevato nei consumi dei più giovani: rappresentando il 45% delle bottiglie acquistate dai Millennials. |
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Cantine biologiche e rispettose dell’ambiente, piccoli produttori, aziende custodi di biodiversità, vignaioli innovativi: saranno 542 le realtà dall’Italia e dal mondo che, scelte da Slow Food tra i firmatari del “Manifesto del vino buono, pulito e giusto”, dal 27 al 29 marzo si riuniranno nel “Sana Slow Wine Fair 2022” n. 1. Il nuovo appuntamento di BolognaFiere, con la direzione artistica di Slow Food, è anche il primo incontro della “Slow Wine Coalition”, l’alleanza internazionale tra produttori, trade e persone per dare inizio alla rivoluzione nel (e dal) mondo del vino, che rappresenta un paradigma del cambiamento di sistema necessario in tutte le agricolture. Per Slow Food è l’occasione per incontrarsi nuovamente in presenza, e condividere con gli esperti del settore riflessioni sul mondo vitivinicolo, le sue sfide e le sue opportunità, offrendo allo stesso tempo agli appassionati la possibilità di conoscere ed incontrare il meglio della produzione artigiana e sostenibile italiana e internazionale, protagonista di masterclass e degustazioni. Apertura il 27 marzo, con la plenaria della “Slow Wine Coalition” con il geologo e divulgatore scientifico Mario Tozzi, il presidente di Libera Don Luigi Ciotti e, ovviamente, Carlo Petrini, fondatore e presidente di Slow Food. |
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Gli americani, che con la pizza hanno un rapporto viscerale, vanno pazzi per la vera pizza napoletana: lo conferma l’Istituto Americano di Neuroscienze, in una ricerca commissionata da Avpn-Associazione Verace Pizza Napoletana, secondo cui il prodotto simbolo del made in Italy batte le innumerevoli pizze “american style” - dalla New York Style alla Chicago Style, dalla Detroit Style alla California Style - per qualità, tradizione e sapore, oltre a stravincere nella percezione legata all’ambito salutistico. |
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Nel periodo della pandemia il Nobile di Montepulciano ha posto le basi per il futuro, tra forma e contenuto, introducendo in etichetta la “Toscana” e la possibilità dell’utilizzo di 12 Unità Geografiche Aggiuntive, dalla menzione specifica “Pieve”, a partire dalla vendemmia 2021. Intanto, l’Anteprima del Nobile di Montepulciano porta nei calici l’Annata 2019, che rappresenta senz’altro un millesimo di alto livello, che arriva da un andamento stagionale regolare e capace di portare le uve poliziane a belle maturazioni, capaci di conservare aromaticità intense e fragranti e progressioni gustative ricche, ma al contempo non prive di raffinatezza, e la Riserva 2018, che invece non ha saputo esprimere la stessa stoffa (i migliori assaggi di WineNews in approfondimento). |
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La visione del presente e del futuro, e delle 11 nuove “Unità Geografiche Aggiuntive” di uno dei distretti vinicoli più importanti d'Italia, secondo il Consorzio guidato da Giovanni Manetti (produttore con Fontodi) e con i vertici di realtà di primo piano come Antinori, Rocca delle Macìe, Ambrogio e Giovanni Folonari, Carpineto, Mazzei, Barone Ricasoli, Dievole e Lamole di Lamole (Santa Margherita). |
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