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N. 2.565 - ore 17:00 - Venerdì 4 Gennaio 2019 - Tiratura: 31.087 enonauti, opinion leader e professionisti del vino |
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Il 2018, appena chiuso, è stato un anno record per la ristorazione italiana, che ha visto Bottura con l’Osteria Francescana di Modena tornare sul tetto del mondo nella “50 Best Restaurants”, le tre stelle Michelin d’Italia salire a 10, con la new entry di Mauro Uliassi e mai tanti stellati nel Belpaese. E, in attesa di scoprire come sarà il 2019, molti dei più importanti chef italiani, da Niederkofler a Crippa, da Bobo Cerea ad Annie Feolde, da Nadia Santini a Massimiliano Alajmo (tutti tristellati) a Giancarlo Perbellini (2 stelle Michelin), a WineNews hanno ribadito un concetto: la guida Michelin è la n. 1, per il prestigio ma anche per il business. |
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Un prestigio mondiale che cresce, un mercato che tira e, di conseguenza, anche il valore degli ettari aumenta, toccando sempre nuovi record. È il trend che, negli ultimi anni, sta accomunando i più importanti territori del vino italiano. Dalle Langhe del Barolo, dove da stime WineNews un ettaro supera anche il milione di euro nei cru più importanti, ai vigneti del Brunello di Montalcino, dove gli ettari migliori sfiorano i 900.000 euro. Una dinamica che, in parte, seppur con quotazioni inferiori, interessa anche la Valpolicella (dove si arriva sui 600.000 euro per un ettaro nella Valpolicella Classica) e Bolgheri (sui 450.000). Ma è proprio il territorio di Montalcino, dove è di queste ore l’acquisizione di altri 2 ettari iscritti a Brunello (oltre ad altri terreni e proprietà) da parte della cantina leader Castello Banfi (che ora possiede 173,2 ettari a Brunello) ad essere un unicum, con una progressione incredibile dei valori. Perché se dal 1966, anno del riconoscimento della Doc, ad oggi, l’incremento del valore è stato del +4.500%, in poco più di due anni i valori sono più che raddoppiati: nel 2016 un ettaro di vigneto a Brunello oscillava sui 350.000 euro, nel 2017 è passato a 500.000 euro e adesso è salito a 650-700.000 euro con picchi che, come detto, sfiorano i 900.000 euro. E quella di Banfi è solo una delle tante acquisizioni importanti degli ultimi tempi. Ad inizio 2017 fecero notizia i 7 ettari acquistati da Casanova di Neri (che ora conta su 42 ettari a Brunello), ormai tra le cantine di riferimento del territorio, con riconoscimenti top, da Wine Spectator a The Wine Advocate, in pochissimi anni. Ed a commentare, a WineNews, questo boom di valori, è proprio il vignaiolo Giacomo Neri: “Montalcino è un territorio unico, bellissimo, dove ci sono vigneti che danno vini unici dal Sangiovese, e non hanno prezzo. Poi ci sono ottimi vigneti che danno vini buoni, e che quindi hanno prezzi di mercato”. Insomma, valori record, ma nella logica delle cose, vista la qualità ed il prestigio del territorio. E poi, aggiunge Neri, “se si guarda alle più grandi zone del mondo, la Borgogna, Bordeaux, Champagne o Barolo, noi siamo sempre il territorio più a “buon mercato”. Dobbiamo continuare a parlare di vigne, di terroir e di vino. La nostra filosofia, come territorio, deve essere quella quella di fare grandi bottiglie, non grandi numeri”. |
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La Brexit farà anche paura, ma intanto le vendite di spumanti nel Regno Unito, nel 2018, hanno raggiunto il loro record di sempre, con un valore di 2,2 miliardi di sterline, per 165 milioni di bottiglie, praticamente il doppio rispetto a 5 anni fa. A dirlo è l’ultimo report della Wine & Spirit Trade Association. Nel mercato che ha fatto grande lo Champagne prima ed il Prosecco poi, sottolinea la Wsta, 146 milioni di bottiglie (per 1,5 miliardi di sterline) sui 165 totali sono di altri spumanti rispetto al re delle bollicine francesi, Prosecco in testa, nonostante un rallentamento della crescita dello sparkling italiano, dopo anni di aumenti a doppia cifra, anche se, soprattutto sotto le feste, si è registrato un vero e proprio boom del Crémant francese, oltre alla crescita consistente della produzione domestica, intorno ai 6 milioni di bottiglie.
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Speranza, cambiamento, benessere: sono le parole d’ordine che guideranno gli italiani nel 2019, emerse dal sondaggio di fine anno Coop Nomisma e dalle previsioni sui consumi 2019 del “Rapporto Coop”, che raccontano però un Paese diviso, tra chi crede alla ripresa dell’economia e chi teme invece la recessione. Per quanto riguarda i consumi, cibo, viaggi e tecnologia rimangono sul podio, mentre si esaurisce il ciclo dell’auto e la casa rimane una pia intenzione di pochi. La tavola, così, riaffermerà la propria centralità, tanto che gli italiani sono convinti di spendere di più in tutte le voci dell’alimentare. Il 25% degli italiani è convinto che investirà di più nell’acquisto di prodotti a base di farina integrale, il 21% nei tradizionali e il 19% nei bio salutistici. In rallentamento invece i veg, i senza glutine e lattosio e i senza sale. Un po’ a sorpresa si assiste al recupero, almeno nelle intenzioni, dei ristoranti di cucina tipica e della tradizione (in aumento per il 19% degli italiani e in diminuzione per il 10%) che surclassano i fast food (in aumento solo per il 10% degli italiani ma in diminuzione per il 21%), i ristoranti etnici (crescono per il 9% e diminuiscono per il 15%) e rallenta anche la crescita del food delivery. |
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Tra le kermesse di maggior prestigio del vino italiano, da tempo il Merano Wine Festival ha scelto di esportare la sua formula di degustazioni di alto livello con i vini di grandi cantine, accompagnati dalle eccellenze dell’agroalimentare, in tour. E con il nuovo anno torna nella città del Palio “Wine&Siena” (26-27 gennaio), con la regia del WineHunter Helmuth Köcher e con vini e prodotti vincitori del The WineHunter Award, protagonisti di degustazioni e non solo nei Palazzi storici, all’ombra della Maestà di Simone Martini. |
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Per continuare a crescere, soprattutto in ottica internazionale, anche le imprese del vino italiano fanno sempre più spesso ricorso a capitali privati e a partnership di alto livello. Ultima case history in ordine di tempo, la Società Cantina Offida srl, che con il supporto di Cosvim Group ha emesso un primo minibond short term per un massimo di 500.000 euro, strada sempre più battuta per l’accesso ai capitali da parte delle realtà dell’Italia del vino. Lo strumento finanziario, con scadenza giugno 2019, quotato all’ExtraMot pro di Borsa Italiana, è stato interamente prenotato il primo giorno dell’offerta da parte della cantina marchigiana guidata da Walter e Massimiliano Bartolomei, una delle più note del Piceno, che lavora ogni anno 60.000 quintali di uve delle varietà autoctone del territorio. |
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L’enogastronomia italiana, in Cina, ha ancora tanta strada da fare. Oggi, però, le tavole stellate non parlano più solo francese, come raccontano a WineNews Gian Luca Fusetto e Riccardo La Perna, rispettivamente direttore generale food and bevereage ed executive chef dell’8 e mezzo Bombana di Shanghai, due stelle Michelin ed un menu, dal piatto al bicchiere, che parla italiano. Con un occhio attento alla cucina cinese, una tradizione da cui imparare e che ... ben si sposa con il vino tricolore. |
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