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N. 3.160 - ore 17:00 - Mercoledì 19 Maggio 2021 - Tiratura: 31.087 enonauti, opinion leader e professionisti del vino |
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Un racconto dell’Italia più bella, popolare e autentica, quella dei territori del vino e della bicicletta, simboli dell’anima del Belpaese: il Giro d’Italia, che oggi a Montalcino ha vissuto la “Brunello Wine Stage”, partita da Perugia, per arrivare nella terra di uno dei più grandi vini del mondo, passando per le strade bianche circondate dalla bellezza dei vigneti già in fiore, e che ha raccontato a 780 milioni di persone collegate da tutto il mondo non solo la vittoria mozzafiato dello svizzero Mauro Schmid, ma anche di un territorio che è simbolo del meglio del made in Italy, della bellezza italiana fatta di storia, agricoltura e paesaggi disegnati dall’uomo. |
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In un mondo che, tra mille difficoltà, sta provando ad uscire dalla pandemia, ripartire a pieno regime con la promozione, soprattutto con eventi ed iniziative in presenza, sarà determinante per il vino Italiano, per cercare di recuperare parte di quanto è stato perso in questi mesi durissimi, consolidare le posizioni di vertice in alcuni mercati, e tornare a crescere. In questo, come sempre, strumento fondamentale sarà l’Ocm Vino per la promozione nei Paesi Terzi, nel quadro della Pac, il cui ciclo, dopo le diverse proroghe, si esaurirà definitivamente nel 2023. A marzo, intanto, è stata pubblicata dal Ministero delle Politiche Agricole la graduatoria definitiva dei progetti ammessi a finanziamento sulla quota nazionale (che vale il 30% dei 100 milioni a disposizione ogni anno dell’Italia, mentre il 70% è in capo alle Regioni), che conferma quella provvisoria pubblicata in gennaio, che attiveranno progetti per un valore totale di 59 milioni di euro, tra investimenti privati e 29,6 milioni di euro di cofinanziamento pubblico. Da quanto apprende WineNews, tra la filiera e le istituzioni, a livello di Ministero delle Politiche Agricole e di Regioni, si discute sia del mantenimento di alcune flessibilità di gestione già attuate nell’ultimo bando, legati al difficile scenario operativo disegnato dal Covid, sia, soprattutto, della riorganizzazione delle tempistiche per i prossimi bandi, ma anche per i progetti in essere. Lo schema sul piatto prevedrebbe di prorogare dal 31 dicembre 2021 al 28 febbraio 2022 la durata dei progetti approvati nel quadro del bando 2020/2021, di spostare a settembre 2021 l’uscita del bando 2021/2022, con la durata dei progetti che andrebbe dal 1 marzo 2022 al 31 dicembre 2022, salvo ulteriori proroghe o anticipi in base a quanto sarà deciso per gestire la transizione verso la nuova Pac del 2023. Una questione spinosa, con pro e contro. Ma quello che resta, come criticità, è l’incertezza nelle gestione di uno strumento fondamentale per il vino italiano, come sottolineano (nell’approfondimento), Silvana Ballotta, alla guida di Business Strategies, studio leader nell’internazionalizzazione delle imprese, e Marina Nedic, alla guida insieme a Giancarlo Voglino di Iem - International Exhibition Management, realtà tra le più longeve nell’organizzazione di eventi di promozione del vino italiano nel mondo. |
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Condividere valori come la famiglia alla guida dell’impresa, l’ossessione per la qualità, l’attenzione alla sostenibilità e al territorio, e creare sinergie tra produttori sul fronte determinante della distribuzione: è con questa ottica che è nata, da tempo, la “Collezione Zingarelli”, progetto distributivo di Rocca della Macìe, tra le cantine più celebri del Chianti Classico, guidata da Sergio Zingarelli, che investe ancora in un percorso, quello della collaborazione tra produttori sui mercati, che sarà sempre più importante nello scenario post Covid (e che per la maison di Castellina in Chianti vale il 25% del giro d’affari italiano, ndr). E ora, a realtà come Villa Vescovile in Trentino, Pietrapura in Puglia, Fratus in Franciacorta e Macchialupa in Campania, si uniscono altre cantine di pregio, come Fantin Nodar della famiglia Ermacora, dal Friuli, e Ascheri 1880 dalle Langhe. |
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Arrancano ancora le spedizioni di vino italiano, che, nel primo bimestre 2021, perdono il 13,1% sullo stesso periodo del 2020, quando le avvisaglie della pandemia, da Oriente, iniziavano a farsi largo anche in Europa, a partire proprio dall’Italia. Così il dato aggregato di gennaio/febbraio si ferma a 836 milioni di euro, contro i 962 milioni di euro di un anno fa, come emerge dall’ultimo aggiornamento dei dati Istat, analizzati da WineNews. Gli Stati Uniti, ancora saldamente primo mercato per l’export enoico italiano, lasciano sul terreno il 26,2%, passando da 271 a 200 milioni di euro. Meglio, relativamente, fa il Canada: -7,5%, passando da 51,8 a 47,9 milioni di euro. Un calo simile a quello della Germania, che perde il 7,4%, dai 165 ai 152,8 milioni di euro. Debacle per la Gran Bretagna post Brexit: -27,7%, da 85,6 a 62 milioni di euro. Non si salva neanche la Svizzera, che comunque limita il calo in un -3.9%, a 51,4 milioni di euro, mentre la Francia lascia sul terreno il 18,3%, a 21,4 milioni di euro. Giù anche Svezia (-15,1%), Norvegia (-14,3%) e Austria (-9,3%), bene la Russia, dove le spedizioni enoiche italiane crescono del 7,1%, a 15,1 milioni di euro. Infine, importanti segnali dall’Asia, con il +105% della Corea del Sud, a 11,3 milioni di euro, e il +56% della Cina, a 18,1 milioni di euro, mentre il Giappone perde il 15,5% (22,4 milioni di euro). |
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In mezzo alle crisi, guardare avanti è il primo passo per superarle. Come hanno fatto, per esempio, la maggior parte (il 70%) delle cantine del territorio del Vino Nobile di Montepulciano, in un 2020 che oltre alle difficoltà di mercato legate alla pandemia, sarà ricordato anche per una vendemmia giudicata a cinque stelle, il massimo del rating, la cui qualità sarà uno dei pilastri per ripartire. Con un mercato che torna a crescere: +45% le fascette cedute nei primi 4 mesi 2021 sul 2020. È lo scenario tracciato, nella sua Anteprima, dal Consorzio del Vino Nobile. |
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Dalla “regina” della cucina di Arezzo, la scottiglia, per la quale “occorre una buona quantità di vino rosso; alle “ceche”, le anguille “poco più che neonate di aspetto ancora gelatinoso, rapidamente saltate in padella con olio e salvia”, vanto della cucina pisana che dice di esser “povera”, ma con l’aristocratica specialità del Basso Valdarno, il tartufo bianco di San Miniato; passando per la cucina dell’aristocratica Lucca, con i lucchesi che “amano i primi “asciutti” di sfoglia ripiena, ma li chiamano “tordelli”, con la d (non tortelli né tanto meno tortellini). Sono tra gli aneddoti ed excursus raccontati dallo storico Franco Cardini, guida d’eccezione degli “Itinerari del Gusto” della Toscana, i percorsi ideati da Artex nel progetto Artour Toscana per raccontare i territori attraverso la loro storia enogastronomica, dalle cucine di Arezzo, Pisa e Lucca, ai vini di Maremma. |
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“Annata “polarizzante”. Merlot perfetti, qualità più ondeggiante sui Cabernet. Ma nel 2021 ci sarà meno vino, e questo già garantisce l’investimento”. Riflessioni raccolte nella “en primeur” portata a Verona da Famille Helfrich, proprietaria di diversi Chateaux (per 700 ettari) e del negociant “Crus et Domaines de France”. “Bordeaux è l’area del mondo che ha più consapevolezza di quello che è, e dove si lavora di insieme, al di là delle zone di appartenenza”. E intanto l’“en primeur 2020” entra nel vivo, con i “rilasci” di big come Cheval Blanc, Angelus e non solo ... |
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