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N. 2.812 - ore 17:00 - Giovedì 9 Gennaio 2020 - Tiratura: 31.087 enonauti, opinion leader e professionisti del vino |
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Anticipando tutti sul calendario, e andandosi ad aggiungere al già ricco panorama di fiere internazionali, in Spagna dal 2 al 5 febbraio debutta la Barcelona Wine Week, fiera che porterà nella capitale catalana 400 cantine da 37 Paesi del mondo, con un focus, ovviamente, su quelle iberiche. Un altro tassello, che si somma al Vinexpo in Francia, alla Prowein in Germania ed a Vinitaly in Italia, appoggiato da tutta la filiera del vino spagnolo ed organizzata da Alimentaria Exhibitions, società di proprietà della Fiera di Barcellona, con il dichiarato intento di crescere sui mercati internazionali, dove la Spagna è ancora lontanissima dai fatturati di Francia ed Italia. |
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Il Barolo, i vini di Bolgheri e il Brunello di Montalcino. Guardando le classifiche, i prezzi delle bottiglie, i giudizi della critica internazionale e nazionale e la capacità di attrarre investimenti in vigneti e cantine, non è un azzardo dire che è questa, negli ultimi anni, la triade dei territori “blue chips” del vino italiano. Ed il 2020, con ogni probabilità, vedrà proprio Montalcino al centro delle cronache, sia dal punto di vista enoico che sul fronte del “mergers & acquisitions” di aziende e cantine. Grazie ad un fascino immutabile, e all’attenzione dei media e del mercato che calamiteranno, inevitabilmente, due grandi annate, come è già stata giudicata la 2015, e come la 2016 che, a detta di tanti, potrebbe essere ancora superiore per qualità. Dai rumors raccolti da WineNews, infatti, sono tante le realtà del territorio che stanno attirando l’interesse degli investitori, con tante offerte già sul piatto, e con in gioco player di primissimo piano. Compresi grandi nomi del vino di Francia, dai grandi gruppi del lusso a nomi icona di territori come Bordeaux, che avrebbero messo gli occhi sia su realtà di primo piano, anche per dimensioni, che su piccole griffe di assoluto prestigio. Non ci sarà da stupirsi, dunque, se dal territorio arriveranno, nelle prossime settimane, tante notizie, anche clamorose. Intanto, non mancano affari ufficialmente in corso, come quello che vede avvicinarsi una nuova proprietà per la Cantina di Montalcino (oggi di proprietà della Cantina Leonardo da Vinci Sca), cantina di design, e moderna nelle strutture (per la sua ristrutturazione sono stati investiti 15 milioni di euro), e con il plus di avere “Montalcino”, unica realtà del territorio, nel proprio nome sociale, per un affare che potrebbe aggirarsi sui 20 milioni di euro. “Montalcino si conferma grande attrattore di investimenti - commenta, a Wine News, uno dei massimi esperti del settore mergers & acquisitions, Lorenzo Tersi, alla guida di LT Wine & Food Advisory - ed è un dato di fatto confermato dagli addetti ai lavori che, in questo momento, in particolare, ci sia un grande interesse da parte di player nazionali ed internazionali, inclusi i francesi, a mettere radici nel territorio attraverso l’acquisizione di cantine o l’ingresso nel capitale della proprietà di realtà grandi e piccole, ma sempre di grande ed assoluto prestigio mondiale”. |
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Anche il mondo del vino si mobilita per l’Australia - alle prese da settimane con il più grande fronte di incendi mai visto nella storia dell’uomo, che ha coinvolto direttamente il territorio vitivinicolo delle Adelaide Hills - e lo fa dalla Gran Bretagna, dove i protagonisti del commercio enoico, capeggiati da Gus Gluck, co-fondatore di Quality Wines, e David Gleave, fondatore di Liberty Wines, hanno donato decine di bottiglie, tra vecchie annate e grandi formati di vini australiani (tra cui una bottiglia di Henschke Hill of Grace 2013 ed una di Penfolds Grange Hermitage 1961), che verranno battute all’asta online, dal 10 al 12 gennaio. Il ricavato verrà destinato alla Wildlife Rescue Emergency Fund ed alla Red Cross Disaster Relief and Recovery Fund, in prima linea nel salvataggio di vite umane e nel fronteggiare le fiamme. |
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Meglio tardi che mai, si dice, ma forse ora è davvero troppo tardi per intervenire. Ammesso che sia possibile farlo, in una disputa in cui il vino sarebbe vittima di logiche e giochi di potere di ben altro peso. In ogni caso, a poche ore dal 13 gennaio, quando si chiuderà la consultazione pubblica lanciata dal Dipartimento del Commercio Usa (che deciderà, poi, di applicare o meno una nuova ondata di dazi, fino al 100%, sui vini d’Italia e d’Europa) come già riportato da WineNews ad inizio dicembre, anche le istituzioni sembrano, timidamente, svegliarsi. Ieri, nel salotto politico televisivo per eccellenza, “Porta a Porta”, del giornalista-vignaiolo Bruno Vespa, su “Rai 1”, ieri il Ministro dello Sviluppo Economico ha dichiarato: “io credo che dobbiamo trovare il modo per garantire i nostri produttori, le eccellenze vinicole, in modo che non vengano applicati i dazi alla nostra produzione. Ma sappiamo benissimo che non è facile”. Quanto meno, una presa di posizione davanti ad un pubblico vasto. Mentre, da quanto apprende WineNews, nessuna risposta hanno ottenuto dal Ministero degli Affari Esteri le associazioni di categoria (Federvini, Unione Italiana Vini, Federdoc, Assoenologi, Alleanza delle Cooperative, Confagricoltura, Cia-Agricoltori Italiani, Copagri), che il 20 dicembre 2019 avevano scritto al Ministro Di Maio. |
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Vino e tecnologia è un binomio che vive soprattutto in cantina, ma al servizio dei wine lovers ci sono sempre più strumenti, più o meno utili, per godere appieno delle proprie bottiglie. L’ultima innovazione, presentata al CES di Las Vegas, è “Juno”, un elettrodomestico che, sfruttando la tecnologia termoelettrica, riesce a raffreddare una bottiglia di vino in appena tre minuti. E possiamo dire addio all’incubo del Verdicchio (o del Prosecco, o del Trentodoc, o del Franciacorta o del Vermentino, o del Soave... ) caldo. |
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Cibo tanto semplice quanto amato, il gelato si prepara alla sua Giornata Europea, in calendario per il prossimo 24 marzo, presentando, al Sigep, il salone mondiale del dolciario artigianale di Italian Exhibition Group, di scena a Rimini dal 18 al 22 gennaio, i numeri di un settore più che in salute. Sono infatti 108.000 le gelaterie presenti in 76 diversi Paesi nel mondo, che hanno generato un fatturato complessivo di ben 16 miliardi di euro nel 2018, con una crescita del +6% rispetto al 2017, migliorando il trend già positivo degli ultimi anni. Ed è sempre l’Italia a detenere la leadership mondiale, sia per numero di punti vendita che per fatturato, grazie alle 39.000 gelaterie che danno lavoro a circa 150.000 addetti e realizzano un fatturato di 2,8 miliardi di euro. |
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A WineNews lo chef de cave del mito Dom Perignon. La cui forza deriva dal patrimonio del passato e dallo sguardo aperto al futuro. “Per capire come fare Champagne da lungo invecchiamento, abbiamo la fortuna di poter attingere alle nostre esperienze passate. Quanto al cambiamento climatico, ormai è una certezza, a lungo termine dovremo sapere adattarci anche nella tecnica, ma è una sfida che affrontiamo con tranquillità”. |
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