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N. 2.614 - ore 17:00 - Giovedì 14 Marzo 2019 - Tiratura: 31.087 enonauti, opinion leader e professionisti del vino |
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Dopo la botta d’arresto della scorsa estate, quando la finanza francese mise sotto sequestro 10 dei 24 Châteaux controllati dall’uomo d’affari cinese Naije Qu, accusato di riciclaggio ed altre frodi fiscali, i capitali di Pechino tornano a confluire verso Bordeaux, con il passaggio di Château Cadillac (15,5 ettari vitati e la possibilità di metterne a dimora altri 9, ndr), per una cifra tenuta ancora top secret, al magnate delle telecomunicazioni Mr Chen, che ha rilevato il castello risalente al lontano 1307, dalla famiglia australiana Serisier. Regista dell’operazione, che porta vicino a quota 150 le aziende bordolesi in mani asiatiche, Vineyards-Bordeaux, legata a Christie’s Estate. |
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Corre il valore del mercato mondiale del vino, che nel 2022, secondo le previsioni del report Iwsr - International Wine & Spirits Research per Vinexpo, toccherà i 207 miliardi di dollari, per un totale di 2,7 miliardi di casse (da 12 bottiglie) vendute, in crescita del +2,15% dal 2017. Il trend sarà, in tutto il mondo, quello di bere meno ma meglio, per cui la crescita dei valori sarà costantemente superiore a quella dei volumi, a ritmi importanti sui mercati delle Americhe e dell’Asia, mentre l’Europa continuerà ad andare a rilento, mantenendo comunque la propria leadership e dominando sia per consumi globali, con il 58% dei volumi, che per valori, con il 50% del giro d’affari. Nel 2017 gli Usa sono stati di gran lunga il mercato più ricco, con un valore del comparto vino di 34,8 miliardi di dollari, davanti a Francia (16,7 miliardi di dollari) e Cina (16,5 miliardi di dollari), che nel 2020, però, è destinata a superare l’Esagono, portando la spesa enoica nel 2022 a quota 19,5 miliardi di dollari. Sul versante dei volumi, nulla è cambiato nel 2017: gli Stati Uniti si confermano in testa con 318 milioni di casse, seguiti da Italia (266 milioni di casse), Francia (250 milioni di casse), Germania (224 milioni di casse) e Cina (156 milioni di casse). Chart che cambia, ovviamente, se si guarda ai principali importatori, con la Germania al top, a quota 126,3 milioni di casse, seguita da Gran Bretagna (114 milioni di casse), Stati Uniti (79,9 milioni di casse) e Cina (61 milioni di casse), entrambi in crescita da qui al 2022, quando, secondo le previsioni dell’Iwsr, i vini premium (tra i 10 ed i 20 dollari a bottiglia) saranno il vero motore del mercato enoico, con una crescita, sia tra i vini fermi che tra gli spumanti, del 15%. In termini di tipologie, il vino rosso domina il mondo dei consumi, con una quota del 55%, ma saranno ancora le bollicine a guidare la crescita dei consumi, che passeranno dalle 260,2 milioni di casse del 2017 alle 281 milioni del 2022, per un giro d’affari che passerà da 28,9 a 32,9 miliardi di dollari. Nei prossimi anni gli Usa importeranno 4,6 milioni di casse di bollicine in più, la Gran Bretagna 1,8 milioni di casse, ed in entrambi i casi, il protagonista sarà uno, il Prosecco. |
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Anche l’Osservatorio del Vino di Unione Italiana Vini (Uiv) ed Ismea conferma: il vino italiano chiude il 2018 con un export di 6,2 miliardi di euro. Ma ad essere confermate sono anche le preoccupazioni per il rallentamento delle esportazioni del comparto. “Da un lato, si registra una crescita in valore e il superamento per il secondo anno consecutivo della soglia dei 6 miliardi di euro - commenta l’Osservatorio - dall’altro la preoccupazione arriva dal contesto mondiale e dal “sistema Italia”, che non riesce ad accelerare in termini di competitività”. Con, in vista, un problema non da poco: se nel 2018 il commercio enoico mondiale ha scontato il calo produttivo del 2017, chiudendo a volume al -4%, con il riequilibrarsi dei livelli produttivi, mette in guardia la Uiv, la competizione è destinata ad acuirsi. |
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Negli Stati Uniti, primo mercato del vino italiano, che Oltreoceano ha chiuso il 2018 a quota 1,9 miliardi di dollari (di cui 683 milioni di dollari dai vini bianchi, 672 milioni di dollari dai rossi e 440 milioni di dollari dalle bollicine), un giro d’affari in crescita del +6,8% sul 2017, per un totale di 3,9 milioni di ettolitri importati (+1,2%), ma anche primo consumatore, in generale, al mondo, la spesa per il nettare di Bacco è cresciuta anche nel 2018: 72,2 miliardi di dollari l’economia mossa dai consumi enoici, in crescita del 4,91% sul 2017, per un volume di 408,8 milioni di casse da 9 litri. Un dato sostanzialmente in linea con la crescita complessiva per la spesa delle bevande alcoliche negli States, arrivata a 253 miliardi di dollari (+5,1%), con la birra a dominare a quota 117 miliardi di dollari (+5%), davanti agli spirits, a 63,4 miliardi di dollari (+5,6%). A dirlo uno studio dell’agenzia di ricerca Bw166, che sottolinea anche come il prezzo medio per una bottiglia di vino sia di 10,84 dollari. Una crescita di spesa che si accompagna alla crescita della popolazione in età legale per bere, a quota 240,7 milioni di persone (+1%), trend che continuerà e che avrà, ovviamente, un ulteriore impatto sui consumi di alcolici in Usa. |
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Una norma per la tutela e la difesa dei marchi italiani storici, con oltre 50 anni di attività alle spalle: è la proposta di legge, presentata oggi, dal vicepremier Matteo Salvini alla Camera dei Deputati, e accolta con soddisfazione da Coldiretti. “Una svolta per l’agroalimentare made in Italy, dopo che 3 marchi su 4 sono già finiti in mani straniere, e vengono spesso sfruttati per vendere prodotti che di italiano non hanno più nulla, dagli ingredienti allo stabilimento di produzione”, commenta il presidente Ettore Prandini. |
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Le eccellenze del made in Italy agroalimentare sono un bene prezioso. Talmente prezioso che, più di una volta, sono state utilizzate come garanzia per i prestiti bancari. È successo con il Parmigiano Reggiano, con i prosciutti di Parma, con il vino. E ora, per la prima volta, con le barrique piene di grappa. L’inedita intesa è stata raggiunta pochi giorni fa tra la storica distilleria veneta Castagner e Banco Bpm, e riguarda un finanziamento di due milioni di euro a cinque anni. L’importo è garantito da una certa quantità di grappa che sta invecchiando in barrique di rovere e che si trasformerà in un milione di bottiglie di prodotto finito. A stagionatura avvenuta, il valore equivalente, calcolato e certificato dalla società britannica di revisione Deloitte, sarà intorno agli otto milioni di euro.
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“L’interesse per le professioni del mondo del vino cresce tra i giovani, specie in ambito tecnico e produttivo, dall’agronomia all’enologia, fino al marketing ed alla comunicazione del vino. L’offerta formativa delle Università italiane è assolutamente all’altezza. A Pollenzo, uno degli argomenti più gettonati nelle tesi di laurea dei nostri studenti sono le nuove tendenze nel mondo del vino”. A WineNews Michele Antonio Fino, direttore del Master in Cultura del Vino e Management all’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo. |
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