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N. 3.397 - ore 17:00 - Lunedì 11 Aprile 2022 - Tiratura: 31.116 enonauti, opinion leader e professionisti del vino |
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Nel territorio dell’Etna, faro del vino di Sicilia, arriva un’altra famiglia eccellente del vino italiano, con il cuore in Valpolicella, ma cantine e vigneti in tanti dei territori più importanti d’Italia. Ovvero la famiglia Tommasi, che, per festeggiare i 120 anni dalla fondazione della Tommasi Family Estates, come WineNews è in grado di anticipare, ha acquisito una tenuta con 15 ettari di vigneti, coltivati a Nerello Mascalese e Carricante, per la produzione delle Denominazioni Etna Rosso ed Etna Bianco Doc, in Contrada Le Chiuse del Signore a 570 metri sul livello del mare, nel piccolo paese di Linguaglossa, nel Parco Naturale dell’Etna. |
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L’inflazione galoppa anche negli Usa (+7,9%, il livello più alto da 40 anni) e il vino italiano rischia di fermare la propria corsa nel primo mercato al mondo. È quanto previsto dagli operatori del mercato statunitense intervistati da un’indagine Iwsr/Wine Intelligence per l’Osservatorio Uiv-Vinitaly a “Vinitaly 2022”, e per i quali la congiuntura produrrà danni importanti alle importazioni: il 38% prevede un decremento generalizzato dei volumi in entrata, il 37% pensa ad uno stop al processo di premiumizzazione, e quindi anche alla domanda di prodotto tricolore di qualità che ha fatto la fortuna del Belpaese (2,26 miliardi di dollari l’import Usa nel 2021). Ma un altro campanello d’allarme arriva anche dalla migrazione verso altre bevande - dai “ready to drink” ai vini a basso contenuto di alcol, e non solo - da parte dei consumatori giovani, in particolare dai maggiorenni della Generazione Z e dai Millennials, con l’88% degli operatori che prevede una possibile riduzione dei consumi tradizionali di vino delle fasce interessate. Tra le motivazioni che spingono i giovani a consumare il vino, al primo posto il lifestyle, seguito dal benessere. Il vino come simbolo identitario, quindi, che a giudizio del mercato sarebbe apprezzato molto di più se accompagnato dal marchio di sostenibilità. Anche per gli Usa la ripresa dalla crisi pandemica è stata sin qui più immediata rispetto all’uscita dalla crisi dei subprime. E l’Italia ha giocato un ruolo da protagonista. A fine 2021 le vendite nel canale off-premise sono lievitate a valore del 23% sul 2019 per un totale di 2 miliardi di dollari, sia grazie ai vini fermi (+18%, con +24% per i rossi), sia, in maniera strabordante, agli spumanti (32%), con il solo Prosecco a +44% e l’Asti a +16%. Tra i prodotti bandiera, oltre al Prosecco (22% del totale del mercato sparkling, con 520 milioni di dollari), Chianti e Chianti Classico (115 milioni di dollari) rappresentano il 16% delle vendite di vini rossi italiani, con punte del 30% a New York, mentre il valore generato dal Pinot Grigio (554 milioni di dollari) lo rende quasi monopolista ovunque, con il totale sulle vendite italiane di vini bianchi al 77% e punte superiori all’80% in Florida e New York. La torta italiana del mercato off premise è composta a valore per il 27% da Pinot Grigio, il 25% dal Prosecco, e il 34% da rossi, in particolare toscani e piemontesi. |
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Il simposio, dove il vino è protagonista, è il bere insieme. Il compagno, è colui che spezza il pane e lo condivide. E vino e pane, o pane e vino, in questo momento storico più che mai tornano al centro della quotidianità e del simbolismo valoriale della pace, della condivisione, della fratellanza. Messaggi che arrivano dall’incontro “Pane e vino, il dialogo sulla rinascita”, voluto da Confagricoltura, a Verona, nella giornata domenicale, a “Vinitaly 2022”. “Il vino ha valenza simbolica eccezionale perché permette agli uomini di convivere, togliendo loro alcune inibizioni, ma sempre in un ambito controllato. Senza vino non c’è festa, non c’è convivialità, senza vino non si recuperano rapporti umani “feriti”, perché il vino toglie le inimicizie, proclama verità, permette alle persone di ritrovarsi insieme”, ha detto Monsignor Carlo Maria Polvani del Pontificio “Consiglio della Cultura”. |
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Dopo un 2021 di rimbalzo trionfale, il 2022, per il vino italiano, sarà difficilissimo. La guerra che fa calare la fiducia dei consumatori e, quindi, i consumi voluttuari, e soprattutto l’aumento dei costi delle materie prime, lascerà un piccolo “segno meno”, probabilmente, a fine anno. Ed a soffrire, forse, più che il fatturato complessivo, sarà la marginalità, elemento fondamentale per la crescita delle imprese e per gli investimenti, fondamentali per affrontare i mercati internazionali. Il settore, però, reggerà a questo “stress test”, e, dal 2023, con buona probabilità, se lo scenario internazionale si tranquillizzerà, potrà riprendere la sua crescita, perché il mercato, comunque, seppur con qualche criticità, come la perdita di consumatori giovani in Usa, cresce. Anche se va diversificato di più, perché oggi, tre grandi Paesi (Usa, Uk e Germania) valgono il 50% delle esportazioni, ed i primi 7 mercati del vino tricolore pesano per il 70%. Emerge dal focus “Stress Test: il vino italiano alla prova congiunturale”, andato in scena, oggi, a “Vinitaly”, con Prometeia, Banco Bpm, Federvini e Unione Italiana Vini (Uiv), secondo cui “il vino italiano subirà quest’anno una contrazione del proprio fatturato del 2,5%-3%”. |
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Tra i più importanti imprenditori del vino italiano, a capo di Umani Ronchi, una delle cantine icona del Belpaese, selezionate da “Wine Spectator” per “OperaWine 2022” (e nei “Grandi Marchi del vino italiano”), artefice della storia del suo territorio e dell’ascesa delle Marche nei mercati del mondo, con un export che vale il 75% dei suoi vini e del fatturato, Michele Bernetti è ora alla guida dell’Istituto Marchigiano di Tutela dei Vini, il maxi-Consorzio che tutela 16 Dop dell’unica Regione “al plurale” d’Italia (diretto dall’enologo Alberto Mazzoni, ndr). |
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Il vino è vino, la distinzione tra uomo e donna è cosa superata. Parola di produttrici. Che sono vignaiole che si sporcano le mani e capitane di impresa. Ma anche di critiche di caratura mondiale. Riflessioni che, tra grandi assaggi, sono arrivate da “Iconic Women In Wine”, la grande degustazione che, a “Vinitaly”, ha riunito Marilisa Allegrini, Albiera Antinori, Chiara Boschis, Elisabetta Foradori, Elena Fucci, Priscilla Incisa della Rocchetta e Arianna Occhipinti, ed i loro vini, raccontanti da da due delle firme della critica internazionale più influenti, come Alison Napjus (“Wine Spectator”) e Monica Larner (“The Wine Advocate”). Tra assaggi, e riflessioni sulla “questione di genere” (nel video di WineNews). |
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A WineNews, Riccardo Pasqua: “Amygdala è un termometro delle emozioni del mondo, il cui algoritmo prende tutti i tweet di un istante e li trasforma in fasci di luce, colori e suoni. L’arte contemporanea, secondo noi, è l’espressione ideale che interpreta, in maniera trasversale, i valori della nostra famiglia e della nostra organizzazione: abbatte le barriere culturali linguistiche, non può non emozionare”. |
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