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N. 3.029 - ore 17:00 - Giovedì 12 Novembre 2020 - Tiratura: 31.087 enonauti, opinion leader e professionisti del vino |
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Una verticale dalla 1980 alla 2015 di Sassicaia della Tenuta San Guido, battuta a 23.275 euro, è il top lot dell’ultima asta Pandolfini. Sul podio, la verticale di Masseto (10.412 euro) e tre bottiglie di Barolo Collina Rionda Riserva Etichetta Rossa Bruno Giacosa 1989 (8.575 euro). Bene anche le sei bottiglie di Barolo Falletto Vigna le Rocche Riserva Etichetta Rossa Bruno Giacosa 2001, a 4.900 euro, come la 12 litri de Le Pergole Torte Montevertine 2001 e le sei bottiglie di Barolo Falletto Vigna le Rocche Riserva Etichetta Rossa Bruno Giacosa 2000. Da segnalare gli ottimi risultati di Soldera (Case Basse), Solaia, Tignanello e Monfortino Riserva di Giacomo Conterno. |
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La Borgogna è un territorio mito del vino, le sue etichette più celebri, come quelle di Romanée-Conti, per esempio, toccano quotazioni probabilmente irraggiungibili da chiunque altro. Ma, nell’insieme, a livello di crescita delle quotazioni dei fine wine, nell’ultimo anno, il Piemonte è la Regione più performante in assoluto, superando la stessa Borgogna, che si gioca la seconda piazza punto a punto con la Toscana. A dirlo diverse fonti. Come lo studio di Wine Lister, dedicato proprio al terroi elettivo del Pinot Nero, e i dati del Liv-ex: negli ultimi 12 mesi, l’Italy 100 (formato dalle ultime 10 annate fisiche dei grandi Supertuscan, ovvero Sassicaia, Masseto, Ornellaia ed il grande “trittico” della famiglia Antinori, formato da Solaia, Tignanello e Guado al Tasso, e ancora dal Sorì San Lorenzo, dal Barbaresco e dallo Sperss di Gaja, e dall’immancabile Barolo Monfortino Riserva di Giacomo Conterno), è cresciuto del 3,8%, mentre il Burgundy 150 perde addirittura il -6,6%. “È la conferma di una tendenza che registriamo da tempo, e che dice di come il grande vino italiano non debba più sentirsi “figlio di un Dio minore” rispetto a quello francese. Che, peraltro, è una visione tipica di un’Italia spesso esterofila, perché all’estero già non è così”, commenta a WineNews Raimondo Romani, alla guida della Gelardini & Romani Wine Auctions, l’unica casa d’aste specializzata in vini italiani basata ad Hong Kong, uno degli hub mondiali del mercato dei fine wines. “È ovvio che il vino italiano stia seguendo un suo percorso, diverso da quello francese. Se in Francia ci sono pochi grandissimi vini che hanno quotazioni irraggiungibili da tutti, anche da altri francesi, l’Italia si muove più di insieme. E se, per esempio, il Barolo Monfortino di Conterno è davanti a tutti come quotazioni, non ci sono forbici clamorose con etichette come Sassicaia, Masseto, Tignanello o altri, come ci sono tra Romanée-Conti e gli altri di Borgogna. Oltre che sul Piemonte io punterei molto sui grandi vini di Toscana a base Sangiovese (dal Brunello di Montalcino al Chianti Classico, ndr), che stanno crescendo tantissimo. Le aste? Sempre più importanti per i fine wine italiani, viste anche le tante difficoltà della ristorazione nel mondo. Stiamo già preparando il prossimo catalogo, come sempre focalizzato sulle griffe del Belpaese, che non sono seconde a nessuno”. |
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Tra tanti mercati del vino in sofferenza, ci sono alcuni (pochi), in crescita. Come la Svezia, dove tutto passa per il monopolio Systembolaget, le cui importazioni sono cresciute del +5% nel primo semestre 2020 (dati Oiv). Un mercato interessante anche per l’Italia, non enorme (con un import annuale dal Belpaese sui 160 milioni di euro, ed una quota di mercato del 30%), ma focalizzato sui vini rossi più importanti. Aspetto che si riflette nelle carte dei vini dei ristoranti della capitale Stoccolma. Per provenienza, al top ci sono California e Rodano, mentre sul podio sale il Veneto, con almeno un vino della Regione presente nel 68%. Segue il Piemonte, presente nel 67% delle carte dei vini, mentre nel 66% delle selezioni c’è la Toscana. In top 10, al n. 8, con una presenza diffusa nel 65% della wine list, le tante Igt del vino del Belpaese. A dirlo i dati di MiBD Analytics. |
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L’impatto della pandemia sui mercati del vino italiano, nel mondo e nel Belpaese, nella ristorazione e nella grandi distribuzione, le opportunità che nonostante tutto si aprono in Paesi come Usa, Canada, Cina, Russia e molto altro: sono gli atout di Wine2Wine 2020 by Veronafiere e Vinitaly (WineNews è media partner), in calendario dal 21 al 24 novembre, ma in una edizione 100% digitale, a causa delle restrizioni agli eventi imposte del Governo per contrastare il Covid. Tutto sulla piattaforma dedicata e già attiva “VeronaFiere Plus” (previa registrazione, e acquisto dei “biglietti” per seguire gli eventi). Tra i focus, sabato 21 novembre l’International summit sul futuro del vino, con i dati di Nomisma Wine Monitor per Osservatorio Vinitaly, e la visione di produttori ed istituzioni, ma anche “OperaWine”, con la presentazione di “Wine Spectator” dei 100 produttori 2021 (che, insieme alla selezione 2020, da quanto apprende WineNews, dovrebbero essere tutti insieme in degustazione a Verona, nella tradizionale anteprima di Vinitaly 2021, ndr). Il 22 novembre spazio al Congresso di Assoenologi con focus su vino e salute e sul fenomeno Prosecco. Il 23 novembre focus sulla Gdo in Italia, seminari, workshop e degustazioni con i big del vino italiano collegati con il mondo (programma nell’approfondimento). |
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Fare la pubblicità di un vino senza parlare del vino. Non esaltando le caratteristiche del vino, ma raccontando storie che creano l’atmosfera emotiva che fa venire voglia, alla fine, di bersi un bicchiere. É questa la strada che Caviro, la più grande realtà del vino d’Italia, ha scelto per promuovere, via social, la linea dei Vigneti Romio, celebrazione in bottiglia del patrimonio vitivinicolo romagnolo, con la web-series dal titolo “Ti verso una storia”, con l’attore Paolo Cevoli, celebre comico e narratore, portavoce della cultura romagnola, nella veste di storyteller. |
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56 etichette, di cui 37 vini rossi, 13 vini bianchi, 3 rosati e 3 vini dolci, soprattutto da Toscana e Abruzzo, con 9 etichette, davanti al Piemonte, con 7: tanti sono i vini più “piacevoli”, il meglio del meglio d’Italia, quelli valutati con 99/100 nell’“Annuario dei Migliori Vini Italiani 2021” del celebre critico Luca Maroni (in edicola tra fine novembre ed inizio dicembre), secondo cui “la qualità del vino è la piacevolezza del suo sapore”. “La qualità cresce - spiega a WineNews Luca Maroni - come cresce la forza del rapporto qualità-prezzo, valore sul quale il vino italiano è il migliore del mondo. E in questa crisi un aspetto positivo c’è: anche se forzatamente, tanti italiani hanno riscoperto il piacere di una bottiglia di qualità elevata sulle tavole domestiche. Credo che sia un elemento culturale positivo, che ci porteremo dietro anche in futuro”. |
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Dall’olio allo zafferano, dal miele al tartufo, dal formaggio alle prugne e non solo, in uno dei più importanti territori del vino d’Italia e del mondo, prende corpo un progetto tra storia e biodiversità, tra agricoltura di qualità e futuro, con la regia della Fondazione Territoriale del Brunello di Montalcino, per valorizzare una ricchezza agricola e agroalimentare di un borgo che, da sempre, è la “capitale” economica della Val d’Orcia, patrimonio Unesco.
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