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N. 2.496 - ore 17:00 - Martedì 25 Settembre 2018 - Tiratura: 31.087 enonauti, opinion leader e professionisti del vino |
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“La prima” è già andata in scena nei giorni scorsi, a Milano, in passerella, nella “Settimana della Moda”, con un “vestito” ad hoc per l’Alghero Torbato Brut, uno dei vini-icona della cantina. Ma andrà ben oltre questo la nuova collaborazione tra Sella&Mosca, realtà di riferimento della Sardegna, di proprietà di Terra Moretti, che ha chiamato alla sua corte uno dei nomi più importanti del design e della moda italiani, Antonio Marras. Un progetto legato alla terra e alle origini, ovvero alla Sardegna e ad Alghero, sede della cantina, e luogo natale dello stesso Marras che, ispirandosi al territorio e ai suoi protagonisti, ne vestirà i nuovi vini, in uscita nel 2019. |
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Mentre l’emisfero Nord del mondo, ovvero la metà del pianeta che produce più vino in assoluto (grazie, in primis, ad Italia, Spagna e Francia, i tre maggiori Paesi produttori, ma non solo), sono in piena vendemmia, e ci si aspetta una raccolta decisamente più abbondate, in quantità, sulla 2017, il commercio enoico mondiale non si ferma. E se la maggior parte del vino viaggia da un capo all’altro del mondo in bottiglia, emerge che il 40% dei volumi esportati è di vino sfuso, per un valore intorno ai 3 miliardi di euro. Con le spedizioni che, tra marzo 2017 e marzo 2018, hanno fatto segnare una crescita del 9,4% in valore e del 4,5% in volume sul 2017. A dirlo, i dati della World Bulk Wine Exibithion, edizione n. 10 di scena ad Amsterdam il 26-27 novembre, e riportati dal magazine specializzato “The Buyer”. Nel dettaglio, la Spagna è il primo Paese esportatore, con una crescita del 27% in valore, a quota 660 milioni di euro (ed un prezzo medio al litro di 54 centesimi di euro, +27,4%), seguita dall’Italia, a 407 milioni di euro e +5,2% sul 2017 (a quota 80 centesimi al litro, +15%). E questo, nonostante entrambi i Paesi abbiano visto un calo nei volumi, leggero nel caso della Spagna, a -0,3% per 12,2 milioni di ettolitri, più sostenuto per l’Italia, a -7,5%, a quota 5 milioni di ettolitri. Tra i Paesi importatori, il primo mercato in valore è la Germania, a quota 570 milioni di euro (+16,5%), seguita dal Regno Unito a 555 milioni di euro (+17,8%), e dalla Francia, che ha registrato la maggior crescita in assoluto (+28%) raggiungendo quota 335 milioni di euro. I tedeschi sono anche i primi importatori di vini sfusi in quantità (8,8 milioni di ettolitri), seguiti dalla Francia (6 milioni di ettolitri) e dal Regno Unito (5,2 milioni di ettolitri). Un quadro economico generale, all’interno del quale si muovo i diversi varietali. E dopo una vendemmia molto scarsa, come la 2017, per alcuni vini le scorte scarseggiano, soprattutto nelle fasce di primo prezzo, in particolare per Shiraz, Cabernet Sauvignon e Merlot, tra i rossi, e Sauvignon Black, Chardonnay e Pinot Grigio tra i bianchi. Anche per questo i produttori guardano alla vendemmia in corso con grandi speranze ed aspettative. |
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Si legge “Shiandi”, ma si tratta del Chianti, la denominazione rossista più grande d’Italia, con li Consorzio che ha registrato così il marchio della Docg in caratteri cinesi, e che verrà utilizzato per le etichette esportate in Oriente, in un mercato che per il territorio toscano sta diventando sempre più importante, e dove è appena partita l’attività della prima “Chianti Academy”. Il marchio, nella sua traduzione, ha un significato molto positivo, spiega il Consorzio: il primo carattere è utilizzato per indicare una attività a favore di terzi, il secondo è la pace e il terzo carattere è quello utilizzato per indicare le radici di un fiore. “E’ un passo epocale per il marchio - commenta il presidente del Consorzio Vino Chianti, Giovanni Busi - che sancisce il radicamento in Cina, Paese che conta 1,3 miliardi di persone, mercato dalle potenzialità enormi”. |
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Un viaggio a “piccoli sorsi” tra i territori e le cantine più importanti d’Italia, raccontato senza tante formalità, unendo il vino, la cultura e la bellezza dello stivale, per il pubblico che più di ogni altro ama i vini del Belpaese, ovvero gli Usa. Nasce così “Sip Trip”, la nuova avventura di Jeff Porter, tra i personaggi più influenti sulla scena americana (e direttore della Divisione Beverage del gruppo Bastianich), insieme a Ieem - International Event & Exhibition Management di Marina Nedic e Giancarlo Voglino e all’agenzia di pr Colangelo & Partners. Un format che sarà diffuso via web, un viaggio che partirà a novembre 2018, tra Piemonte (con il Consorzio dell’Asti Docg ed il Consorzio Barbera d’Asti e vini del Monferrato, e cantine di riferimento del Barolo come Renato Ratti, Pio Cesare e Fontanafredda), Veneto (da prime firme dell’Amarone della Valpolicella, come Masi e Zenato), Lombardia (da Ca’ del Bosco, griffe simbolo del Franciacorta), Toscana (con il Consorzio del Brunello di Montalcino ed il Castello di Monsanto, cantina storica del Chianti Classico), Umbria (da Falesco, della Famiglia Cotarella), Marche (da Ciù Ciù, tra le realtà di maggior successo del vino marchigiano) e Campania (da Mastroberardino, azienda leader in Irpinia). |
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Oddero, cantina storica delle Langhe e del Barolo, guidata da Mariacristina, Isabella e Pietro Oddero, ha acquisito quasi un ettaro nel Cru Monvigliero, uno dei più importanti del territorio, nel Comune di Verduno. Sconosciuta la cifra dell’affare, anche se è noto che i migliori cru di Barolo hanno quotazioni, ormai, anche superiori al milione di euro. Un nuovo cru di prestigio che si aggiunge a quelli già di proprietà, da Bussia a Brunate, solo per citarne alcuni, sugli oltre 36 ettari vitati complessivi, di cui 17 a Nebbiolo da Barolo e Barbaresco. |
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Il Premio Migliore Dispensa, al Reis di Frassino (Cuneo), il Premio Migliore Carta dei Vini al Da Cesare di Roma, quello come Migliore Novità della Guida al Cacciatori di Cartosio (Alessandria), mentre la Migliore Interpretazione della Cucina Regionale è di Zenobi di Colonnella (Teramo), il Migliore Giovane è al Badessa di Casalgrande (Reggio Emilia), e il Premio Migliore Oste all’Osteria Fratelli Pavesi di Podenzano (Piacenza): ecco i “premi speciali” della Guida Osterie d’Italia di Slow Food, che da 29 anni premia le migliori osterie del Belpaese. Che quest’anno sono 1.617, con 133 new entry e 279 Chiocciole, i locali che meglio incarnano l’idea di osteria secondo Slow Food. |
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“Sull’impatto della filiera del cibo nelle emissioni di CO2, ci siamo posti il compito di intervenire in profondità, prendendo coscienza della diversità di incidenza da un Paese all’altro: se dobbiamo cambiare comportamenti alimentari per non incidere troppo sulle emissioni di anidride carbonica, non possiamo avere la stessa misura noi dell’Occidente, che stiamo consumando quasi un quintale di carne pro capite all’anno, con i nostri fratelli dell’Africa Subsahariana, che consumano 5 chili all’anno”. |
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