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N. 3.179 - ore 17:00 - Mercoledì 16 Giugno 2021 - Tiratura: 31.116 enonauti, opinion leader e professionisti del vino |
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Nelle cantine italiane (al 31 maggio 2021) c’erano 49,2 milioni di ettolitri di vino e 4,4 milioni di ettolitri di mosti, che si traducono in un aumento delle giacenze del +1% per i vini, ed una riduzione dell’8,6% per i mosti. I vini, per il 57,5%, sono detenuti nelle regioni del Nord: il 24% del vino nazionale è nelle sole cantine del Veneto, soprattutto grazie alle giacenze delle province di Verona (9,3%) e Treviso (9,3%). Ecco i dati del Registro Telematico dell’Icqrf sintetizzati nel report “Cantina Italia”. Il 51% del vino detenuto dalle cantine italiane è Dop, il 27,1% è Igt, e il Prosecco, da solo, vale l’8,3% delle scorte. |
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Calici con il meglio del vino italiano ad arricchire di colori e profumi il brindisi alla ripartenza dei grandi eventi dedicati alla promozione e al business, rigorosamente in presenza, pur con tutte le misure di sicurezza che questi i tempi impongono. Si avvicina l’ora di OperaWine (il 19 giugno) e Vinitaly Preview (il 20 giugno), a Veronafiere. Ed è proprio la grande degustazione di Vinitaly e Wine Spectator a fare da apripista al ritorno di buyer e operatori nel nostro Paese. Il prossimo 19 giugno, infatti, nel giorno della prima dell’Arena di Verona, ad OperaWine i 186 produttori portabandiera del vino italiano nel mondo, selezionati dalla rivista americana di settore più influente sui mercati internazionali per il decennale dell’iniziativa, si troveranno face to face con oltre 300 tra operatori e buyer nazionali ed esteri provenienti da 13 nazioni: si tratta della prima importante campagna di incoming, realizzata da Veronafiere e Ice Agenzia, dopo il blocco forzato degli ultimi 15 mesi. “In una fase di grande cambiamento come quella attuale, il ritorno del trade in presenza a Vinitaly-OperaWine e a Vinitaly Preview è la risposta alle sfide che il settore sta affrontando sui mercati. La mappa della domanda di vino italiano sulle piazze internazionali - sottolinea il dg Veronafiere, Giovanni Mantovani - è in grande fermento e registra segnali di risveglio a macchia di leopardo. Al +22% dell’export tricolore in Asia rilevata dall’Osservatorio Vinitaly Nomisma Wine Monitor nel primo quadrimestre, fa da contraltare il -12% in Usa. Intercettare la ripresa è prioritario. E in questo scenario Vinitaly è il brand-strumento del riavvio della promozione del vino italiano nei Paesi obiettivo”. Toscana (47 cantine), Veneto (23) e Piemonte (20) le Regioni più rappresentate, mentre tra le denominazioni spiccano Igt Toscana (19), Brunello di Montalcino (17) e Barolo (16). Domenica 20 giugno, e sempre alle Gallerie mercatali, OperaWine passerà il testimone a Vinitaly Preview, che vedrà quasi 70 cantine, cinque consorzi (Lambrusco Doc, Lessini Durello Doc, Prosecco Doc, Vini del Trentino e Doc Sicilia) e l’associazione Famiglie Storiche impegnati in un due sessioni di walkaround tasting (ore 10,30/14,30 e ore 14.30/18) e incontri con la domanda nazionale ed estera presente a Verona. Per una due giorni che sa di vera ripartenza. |
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Caloroso ma riservato, vocato al turismo slow e “del silenzio”, custode di una natura incredibile e della sua biodiversità, straordinariamente ricco di storie, miti e leggende: è tutto questo, e molto altro, a fare dell’Abruzzo la terra più “magica” d’Italia. Grazie anche ai suoi vini, produzioni di alta qualità, frutto del lavoro di una nuova giovane generazione di viticoltori ed enologi, sulle orme dei grandi personaggi che hanno segnato la storia del vino della Regione e d’Italia, e di un territorio naturalmente predisposto alla vitivinicoltura (33.000 ettari vitati per una produzione annua di 130 milioni di bottiglie, di cui l’80% Montepulciano), che, anche sull’onda dei successi della critica e di mercato, diventano “voce narrante” di wine & food experience su cui l’Abruzzo, con la regia del Consorzio Vini d’Abruzzo, punta per ripartire, accanto al turismo di mare e di montagna. |
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Castellina, Castelnuovo Berardenga, Gaiole, Greve, Lamole, Montefioralle, Panzano, Radda, San Casciano, San Donato in Poggio (comprensivo dei territori di Barberino Tavarnelle e di Poggibonsi), Vagliagli: ecco la lista di quelle diventeranno le Unità Geografiche Aggiuntive del Chianti Classico, secondo quanto approvato dall’assemblea dei produttori del Consorzio del Gallo Nero, guidato da Giovanni Manetti, a larghissima maggioranza. Un passo importante per continuare nella valorizzazione di un territorio (forse il territorio del vino più bello del mondo, tra la Firenze del Rinascimento e la Siena del Medioevo, ndr) in grande spolvero negli ultimi anni, così come lo è il cambio di modifica del disciplinare della Gran Selezione, il vertice qualitativo del Chianti Classico, dove la percentuale di Sangiovese minima passa dall’80% al 90%, ed il restante 10% sarà fatto solo di vitigni autoctoni a bacca rossa del territorio. Un voto che lancia in una nuova fase “un progetto che è stato possibile presentare grazie ad un intenso lavoro del consiglio di amministrazione durato anni, e che raccoglie l’esigenza, nata in seno allo stesso corpo sociale, di una sempre più ampia valorizzazione delle caratteristiche che distinguono e rendono unica la denominazione del Gallo Nero”, spiega il Consorzio.
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Brindare insieme all’arrivo dell’estate con un fine settimana open air in tutta Italia, dove l’imperativo sarà enoturismo di qualità. Con questo spirito le centinaia di cantine del Movimento Turismo Vino si preparano a replicare “Cantine Aperte”, l’appuntamento che sabato 19 e domenica 20 giugno brinda con i wine lover all’arrivo dell’estate, bissando eccezionalmente il tradizionale appuntamento di maggio. Con tanti brindisi con i vini e nei territori di tutta Italia. Ovviamente, ancora in epoca Covid, grande attenzione alla sicurezza: visite e ingressi su prenotazione obbligatoria. |
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Da una parte la Gran Bretagna, che, dopo l’uscita dall’Unione Europea, ha bisogno di stringere nuovi e proficui accordi commerciali, dall’altra l’Australia, ormai lontanissima dalla geograficamente vicina Cina, e in cerca di mercati di sbocco per le sue produzioni. In mezzo, l’accordo di libero scambio, firmato ieri ed accolto con grande entusiasmo dalla Wsta - Wine & Spirit Trade Association, perché taglierà sensibilmente i costi di importazioni ed esportazioni tra i due Paesi, favorendo le spedizioni di Gin inglese in Australia e quelle di vino australiano in Gran Bretagna. Non una grande notizia per il vino italiano, che adesso ha un competitor ancora più forte. Serve un accordo tra Bruxelles e Londra, per giocare ad armi pari, come accadrà, a breve, sul mercato Usa, dopo l’accordo siglato ieri che cancella i dazi sulle due sponde dell’Atlantico. |
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“Le cose stanno andando bene, la distribuzione è uscita rafforzata dalla pandemia. In questa prima parte del 2021 i numeri in crescita anche sul 2019, ma aspettiamo i prossimi mesi. Le nostre 18 aziende gestiscono un marchi di grandi prestigio, e vediamo una grande crescita dello Champagne, e delle bollicine di fascia medio alta italiane, ma in queste fasi tengono bene tutti i marchi più affermati, perchè ristoratori e consumatori cercano sicurezza. Crescono i clienti che pagano anticipo, ed è un segnale importante. L’e-commerce? Non un competitor, ma un pezzo della filiera”. |
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