Se questo messaggio non è visualizzato correttamente clicca qui
|
N. 3.077 - ore 17:00 - Giovedì 21 Gennaio 2021 - Tiratura: 31.087 enonauti, opinion leader e professionisti del vino |
|
|
|
|
|
|
Un lampo di bellezza rosa nella terra simbolo dei grandi rossi. Il Giro d’Italia sceglie ancora una volta uno dei territori icona dell’enologia italiana, e, per l’edizione n. 104, concluderà una tappa a Montalcino, sfilando tra i vigneti e sui tanti chilometri di strade bianche, e simbolo della campagna toscana e de L’Eroica, che disegnano uno dei più importanti territori del vino del mondo. Appuntamento a maggio, nel pieno di una primavera che si spera possa essere quella della ripartenza e della rinascita, messaggi che la “Corsa Rosa” nella sua ultracentenaria storia si è spesso portata sulle spalle, regalando entusiasmo e bellezza in mondovisione. |
|
|
|
|
Il caos della politica di questi giorni, ha ovviamente rallentato anche i lavori su quei provvedimenti che erano in fase avanzata. Come il decreto del Ministero delle Politiche Agricole che stabilirà le regole per il “sistema di certificazione della sostenibilità della filiera vitivinicola”, ovvero uno standard unico nazionale ed ufficiale invocato più volte negli ultimi anni da gran parte della filiera, sia per mettere ordine in quella che, negli anni, è diventata quasi una selva di protocolli e certificazioni diversi, sia per dare al settore uno strumento ufficiale non solo per monitorare e valorizzare le buone pratiche di agricoltura e produzione sostenibile che ormai, nel mondo del vino, per tantissime imprese, sono la normalità, ma anche per raccontarlo sui mercati, dove il tema della sostenibilità è uno dei più presenti ed importanti. Decreto di stampo ministeriale, e che quindi non avrà bisogno di ulteriori passaggi Parlamentari una volta ottenuto il via libera della Conferenza-Stato Regioni. Che, salvo sorprese, dovrebbe essere quasi scontata, visto che le Regioni stesse hanno contribuito in maniera concreta alla sua stesura. Dalla bozza analizzata da WineNews, comunque, emergono dei punti fermi: se uno dei nodi ancora da sciogliere e su cui si lavora da tempo è quello, meramente tecnico, della convergenza tra i protocolli più importanti e diffusi, come, Viva del Ministero dell’Ambiente, l’unico protocollo di sostenibilità del vino pubblico, ed i principali protocolli privati, ed in particolare quello di Equalitas, a definire il disciplinare di sostenibilità vinicola, a verificarlo (con cadenza almeno annuale) aggiornarlo ed a coordinarne il monitoraggio sarà il Cosvi-Comitato della Sostenibilità Vitivinicola, formato da rappresentati dei Ministeri di Politiche Agricole e Ambiente, e della filiera. Il sistema di certificazione adottato, “utilizza le modalità e le procedure del Sistema di Qualità Nazionale di Produzione Integrata”, e l’adesione, chiaramente, resta su base volontaria e “può avvenire da parte di aziende singole o associate”. Ma al di là degli aspetti tecnici fissati in una bozza che, però, di fatto, appare ben definita, ad essere importanti, ora più che mai, sono le tempistiche su un lavoro avviato da tempo, che ha coinvolto tanti stakeholder della filiera, e che è ad un passo dal giungere al termine. |
|
|
|
|
In sofferenza per le conseguenze della pandemia, ma comunque ottimisti, coscienti che serviranno nuove competenze per affrontare il futuro. È la visione dei giovani chef del mondo secondo il “S.Pellegrino Young Chef Academy Monitor 2021”. Ad oggi, poco più del 30% dei cuochi intervistati sta percependo il consueto salario, mentre il 22% risulta non occupato. Più di tre quarti dei giovani chef ancora attivi sono preoccupati di perdere il loro lavoro a causa della pandemia. Eppure, il 56% di coloro che sono non occupati o lavorano a tempo pieno ma a reddito ridotto, è fiducioso di trovare presto un nuovo lavoro. Più del 70% è sicuro che lavorerà nel settore negli anni a venire e il 60% spera di aprire un ristorante di proprietà in futuro. Ma è fondamentale la formazione, i cui costi, per il 67% degli intervistati, costituiscono un elemento discriminante. |
|
|
|
|
|
Mancava solo l’ufficialità, arrivata giusto ieri dalla Commissione Europea, ma con l’uscita dall’Unione Europea, il 1 gennaio 2021, la Gran Bretagna è ormai un Paese Terzo, e pertanto, in virtù dell’accordo tra Unione Europea e Regno Unito sugli scambi e la cooperazione - che provvisoriamente si applica in attesa della sua ratifica - le azioni di promozione rivolte al mercato britannico, nel quadro della misura Ocm vino Paesi Terzi, possono essere incluse nel programma nazionale di sostegno (Pns) al settore vitivinicolo. La conferma ufficiale della Commissione Europea arriva dopo la richiesta di chiarimenti arrivata dal Ministero delle Politiche Agricole, e dà così il via libera alle aziende italiane che, dopo il calo del 2020, hanno bisogno tornare a crescere Oltremanica, superando anche i nuovi ostacoli, che si frappongono tra le cantine e i consumatori britannici. Che, come racconta un’indagine di YouGov pubblicata da Wine Drinkers UK, hanno nel vino la bevanda alcolica preferita, indicata dal 32% degli adulti, davanti a birra e superalcolici, entrambi con il 25% delle preferenze. L’indagine dimostra anche che il vino è la bevanda alcolica preferita per il 43% delle donne e per il 21% degli uomini, e deve buona parte della sua popolarità agli over 35, mentre tra i più giovani vanno meglio birra e superalcolici. |
|
|
|
|
|
Vi ricordate di Michel Chasseuil? È uno dei più grandi collezionisti di vino del mondo e, da qualche tempo, ha deciso di dedicare alla sua straordinaria collezione, che supera le 40.000 bottiglie, un museo, che lui stesso chiama “Louvre del vino”. Progetto che ha provato a portare a Parigi, ricevendo però solo rifiuti, decidendo quindi di tirarlo su a la Chapelle-Bâton (Deux-Sèvres), alle porte di casa. Che si prepara ad aprire. I visitatori, per vedere la collezione, valutata 60 milioni di dollari, dovranno pagare un biglietto da 600 dollari. Senza degustazione. |
|
|
|
|
“Lo stop alla vendita per asporto di vino e alcolici che con il Dpcm in vigore dal 16 gennaio 2021 (e fino al 5 marzo) ha colpito le enoteche, ma non i supermercati e altri tipi di negozi, è approdato in Parlamento. Dopo la lettera aperta di Vinarius, l’associazione delle enoteche italiane guidata da Andrea Terraneo, al Presidente del Consiglio Giuseppe Conte e al Ministro dello Sviluppo Economico Stefano Patuanelli, è stato il deputato Andrea Dara (Lega) a chiedere chiarimenti, nel question time alla Camera dei Deputati, allo stesso Patuanelli. Che, in estrema sintesi, ha risposto che l’obiettivo è quello di evitare assembramenti “che si creano più facilmente davanti ad una enoteca che ad un supermercato”. Vinarius ha ribadito il suo disappunto, e chiesto approfondimenti per risolvere la questione. Ad ora il divieto resta, ma qualcosa potrebbe muoversi nelle prossime ore. |
|
|
|
|
|
Dal progetto degli “Edible Schoolyard” alla school-supported agriculture, il pensiero, dai talk di Terra Madre, della vicepresidente di Slow Food International: “se le stesse somme di denaro che le scuole americane spendono in fast-food andassero a sostegno di un’agricoltura buona, pulita e giusta, metteremmo in campo una vera e propria rivoluzione. Il progetto di agricoltura supportata dalla scuola non è così diverso da quello dell’agricoltura supportata dalle comunità locali”.
|
|
|
|
|