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N. 3.738 - ore 17:00 - Venerdì 30 Giugno 2023 - Tiratura: 31.127 enonauti, opinion leader e professionisti del vino |
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Il valore della famiglia che si riflette e si trasmette in quello della storie delle grandi cantine. È questa la filosofia che lega le 12 più importanti famiglie del vino del mondo, nomi del calibro di Marchesi Antinori e Tenuta San Guido (Incisa della Rocchetta) in Italia, passando per Baron Philippe de Rothschild, Joseph Drouhin, Domaine Clarence Dillon, Egon Müller Scharzhof, Famille Hugel, Pol Roger, Famille Perrin, Symington Family Estates, Familia Torres e Vega Sicilia, nell’associazione Primum Familiae Vini. Di cui ora, Véronique Drouhin, della Maison Joseph Drouhin, diventa presidente. |
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Alla fine degli anni Sessanta del XIX secolo, i viticoltori europei, ignari di ciò che accadrà nel volgere di qualche anno, si trovano di fronte ad un piccolo insetto, un afide, destinato a sconquassare la storia del vino del Vecchio Continente. La Fillossera, la peggiore calamità che la viticoltura abbia mai affrontata, in meno di vent’anni ha decimato prima le viti francesi, poi quelle di Spagna, Germania, Austria ed Italia. Ci sono voluti anni di ricerche, studi, prove e qualche errore per trovare una soluzione che, oggi, appare persino banale: innestare le varietà di vite europea, superiori per qualità e resa, sui portainnesti americani, facendo rifiorire la viticoltura nel Vecchio Continente. Dove, in alcuni casi, i terreni sabbiosi e un po' di fortuna hanno permesso ad una manciata di vigneti di superare indenne la tempesta, arrivando incolumi ai giorni nostri, costituendo quel patrimonio di inestimabile valore storico, culturale e vitivinicolo cui la wine critic Jancis Robinson , ha dedicato l’“Old Vine Registry”, un archivio digitale, aperto al contributo di tutti, che raccoglie, cataloga e racconta i vigneti più vecchi del mondo, pre e, ovviamente, post Fillossera. La vigna più vecchia del mondo, almeno secondo il censimento dell’“Old Vine Registry”, ha più di 600 anni, ed è stata scovata in Germania, su un terrazzamento abbandonato sui terreni di von Racknitz, tenuta che, in passato, apparteneva al monastero di Disibodenberg, alla confluenza dei fiumi Nahe e Glan. Le uve sono quelle di Gelber Orleans, varietà che, a quanto pare, produce uve dal sapore terribile. Sul podio dei vigneti più antichi d’Italia, quello di Cariano, impiantato nel 1840, e oggi di proprietà dell’azienda biodinamica Aurete: 200 piante a piede franco, sopravvissute alla Fillossera, il 90 % di Raspato nero e il 10% di varietà autoctone non ancora registrate, in un piccolo appezzamento tra il Monte Cecubo e il Monte Falerno, dove i romani producevano il Falernum, ma dove la viticoltura esisteva già dal IV secolo a. C. In Campania troviamo invece il mitico vigneto “Dal Re”, piantato in Irpinia nel 1872, e di proprietà di Feudi di San Gregorio, la griffe campana guidata da Antonio Capaldo che qui, nel 2021, ha ospitato la “The Old Vines Conference”. |
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Se solo il 17,3% degli italiani è consapevole del consumo di frutta e verdura consigliato dai dettami della Dieta Mediterranea, scende al 5% la percentuale di coloro che effettivamente seguono questa buona pratica. Eppure, a partire dalla crisi pandemica, che ha risvegliato il desiderio di migliorare le proprie abitudini per rinforzare salute e benessere, la spesa alimentare nel nostro Paese si è orientata sempre più verso la qualità. Nel carrello dei consumatori sono infatti aumentati del +10,5% i prodotti sostenibili certificati e biologici, del +7,5% quelli a km zero, mentre si è registrata una riduzione dei cibi pronti e confezionali (-5,2%) e “junk food” (-4,4%). Questi i dati che emergono dal rapporto di Ambrosetti Club-The European House, “La Roadmap del futuro per il Food & Beverage: quali evoluzioni e quali sfide per i prossimi anni”. |
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Quarantasette vendite all’asta, di cui nove collezioni private, per un totale di 197.928 bottiglie aggiudicate, e un valore complessivo di 38,3 milioni di euro (+40% sul 2021 e + 136% negli ultimi 5 anni), commissioni d’acquisto incluse: è il 2022 di iDealwine, leader mondiale delle aste di vini online e prima casa d’aste in Francia, che nel suo “Barometer 2022 Auctions Outlook for 2023” restituisce una fotografia decisamente interessante dello stato dell’arte del mercato secondario dei fine wine. Il prezzo medio delle bottiglie battute all’asta da iDealwine è stato di 194 euro, con il picco dei 384 euro della Borgogna (+58,6% sul 2021), dei 259 euro dello Champagne (+42,4%) e dei 165 euro del Rodano (+20,9%), mentre il prezzo medio di aggiudicazione per le etichette italiane è stato di 105 euro a bottiglia. Il lotto che ha raggiunto l’aggiudicazione più alta è stato quello delle 12 bottiglie di Domaine de la Romanée-Conti 2018, a 84.320 euro, per la singola bottiglia la quotazione maggiore è stata quella di Musigny GC 2006 di Domaine Leroy (34.100 euro), e guardando al Belpaese il top seller è stato Tenuta San Guido, la griffe di Bolgheri e del Sassicaia, che su iDealwine ha mosso 103.334 euro (tutti i dati e le curiosità in approfondimento). |
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Dalla storica rassegna “Müller Thurgau: Vino di Montagna” a Cembra (6-9 luglio), al “Dinner Show” di Friuli Venezia Giulia Via dei Sapori nell’antico Castello di Spessa a Capriva del Friuli (5 luglio), da “Gli Artisti dello Street Food” al ristorante Da Vittorio della famiglia Cerea a Brusaporto (5 luglio), al Festival Agrirock “Collisioni” ad Alba (7-20 luglio), e alla “Chianti Classico Summer” tra arte, musica, teatro e vino con la regia del Consorzio Chianti Classico, sono tantissimi gli eventi segnalati in agenda da WineNews. |
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Francia e Spagna hanno dato già il via alla distillazione per eliminare le loro eccedenze di vino, soprattutto rosso, per liberare spazio in cantina e controllare i prezzi sul mercato. Ma evidentemente il problema delle eccedenze (di cui si parla anche in Italia, soprattutto in qualche territorio del Sud) e di un mercato che rallenta, è questione generale a livello europeo. E così, nei giorni scorsi, la Commisisone Ue ha dato il via libera ad una serie di misure eccezo. In particolare, spiega una nota della Commissione, “gli Stati membri potranno ora includere la distillazione di crisi per eliminare l’eccesso di vino dal mercato. Viene inoltre concessa flessibilità nell’attuazione dei Programmi di sostegno al vino e aumentato il tasso di cofinanziamento dell’Ue per le misure ristrutturazione, vendemmia verde, promozione ed investimenti (dal 50% al 60%). |
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Gli spumanti ed il Prosecco sono in salute, i vini fermi, soprattutto i rossi, si muovono ma più lentamente. E per mantenere gli stessi numeri del 2022 serve molto più lavoro. Ma si confida nel turismo estivo e nella fine dell’anno. Le parole di produttori e manager di cantine come Bortolomiol, Carpineto, Tommasi Family Estates, Pio Cesare, Santadi, Citra, Tenuta Sant'Antonio, Nals Margreid, Cantine Lunae, Masi. |
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