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N. 3.317 - ore 17:00 - Giovedì 23 Dicembre 2021 - Tiratura: 31.183 enonauti, opinion leader e professionisti del vino |
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Il Chianti corre sui mercati, così veloce da far suonare il campanello d’allarme per le scorte quasi esaurite. Una situazione che, a inizio dicembre, ha spinto il Consorzio del Chianti, la denominazione rossista più grande d’Italia, a chiedere alla Regione Toscana di anticipare di due mesi l’immissione sul mercato dell’annata 2021, spostandola dal 1 marzo al 1 gennaio 2022. Richiesta accolta, ieri, dalla Giunta della Regione Toscana, che, con una delibera proposta dall’Assessore all’Agricoltura Stefania Saccardi, ha anticipato di due mesi lo sbarco sul mercato del Chianti, fissandolo appunto al 1 gennaio 2022. |
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Che cosa regalare per Natale con un buon vino? Un buon libro: gli scrittori più famosi ed i best seller, i romanzi con protagonisti i produttori ed i loro vini, i photobook con le più belle immagini dei territori del vino e del cibo, le ultime ricerche di studiosi ed Università, accanto ai volumi per bambini, ci sono titoli per tutti i lettori, oltre che per tutti i gusti, in un anno di recensioni di WineNews sulle ultime uscite segnalate ed inviate in redazione dagli autori, dalle case editrici, o che ci hanno incuriosito in libreria. Ma non solo, perché quando si parla di letteratura wine & food, è impossibile non risfogliare nella nostra biblioteca enogastronomica volumi come “Il ghiottone errante” di Paolo Monelli, il “Catalogo dei vini d’Italia” di Luigi Veronelli e “Vino al vino” di Mario Soldati, quei grandi classici che non ci stancheremo mai di rileggere perché, nelle loro pagine, insegnamenti, articoli, sceneggiature, resoconti di viaggio ed appunti di degustazione, non fanno che attualizzarsi ad ogni epoca. Tra i libri di maggior successo, si va dal famosissimo “Il pranzo di Babette” di Karen Blixen (con lo pseudonimo Isak Dinesen), a “La cucina italiana. Storia di una cultura” degli storici Alberto Capatti e Massimo Montanari, da “Slow Food. Storia di un’utopia possibile” di Carlo Petrini e Gigi Padovani, ai romanzi di Giovanni Negri, come l’ultimo, “Il mistero del Barolo”. Tra le uscite dell’ultimo anno, si va da “L’eros gastronomico. Elogio dell’identitaria cucina tradizionale contro l’anonima cucina creativa” del professor Gianni Moriani, alla prima Storia della cucina italiana a fumetti” dell’Accademia Italiana della Cucina, da “L’Atlante gastronomico dei Presìdi Slow Food” in Italia di Slow Food Editore, al “Gastronazionalismo” secondo Michele Antonio Fino e Anna Claudia Cecconi, da “Tutti i piatti dei Presidenti. 30 anni di ricette, storie e aneddoti nelle cucine del Palazzo del Quirinale” di Lorenza Scalisi, al “Dizionario irresistibile di Storie in cucina” di Paola Trifirò Siniramed. Ma anche “Il collo della bottiglia: Storie di vite”, primo romanzo di Tinto, storica voce di “Decanter” RaiRadio2, e “My Way. Zio Bricco che ricette!” del vincitore di MasterChef Francesco Aquila, e, per i più piccoli, “Harry Potter. Il libro di cucina ufficiale. Oltre 40 ricette cotte e incantate” dei Magazzini Salani. |
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Il vino non è alcol. Lo contiene, certo, ma in parte minoritaria, e non è corretto, secondo noi, considerarlo una bevanda alcolica come le altre. Un tema riportato alla ribalta non tanto dal dibattito sul “Beating Cancer Plan” dell’Ue in sé, il cui obiettivo di sconfiggere il cancro è sacrosanto. Quanto su alcuni suoi passaggi - dove non si distingue più tra abuso e corretto consumo - e sugli effetti che rischia di avere sulla promozione e comunicazione del vino, più che sui consumi. Una relazione per molti “inaccettabile”, per altri un “atto politico gravissimo”. Ma è evidente che sottolineare la differenza tra abuso e corretto consumo, non basta più. Per il direttore WineNews Alessandro Regoli, “è arrivato il momento di vedere riconosciuta la differenza con le altre bevande alcoliche. Serve coesione tra i produttori ed un soggetto super partes che vi lavori”. |
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“Si inizia sempre con una bollicina ben augurante, e in questo siamo fortunati grazie ai nostri spumanti in grande spolvero: dal Prosecco Doc, Docg e Asolo, alla Franciacorta, dal Trentodoc all’Oltrepò Pavese. A seguire, possiamo spaziare tra bianchi di successo, ma che mantengono le radici ben piantate nella loro terra, dal Soave al Gavi, dal Verdicchio e il Pecorino delle Marche alla Falanghina del Sannio, dai vini vulcanici dei Campi Flegrei al Vermentino ligure, fino al Grillo ed il Catarratto di Sicilia. Tra i rossi, accanto al Nebbiolo e le sue declinazioni, dal Barolo al Barbaresco ed al Ghemme, al Sangiovese, tra Brunello di Montalcino, Chianti Classico, Chianti, Morellino di Scansano e Sangiovese di Romagna, al Montepulciano d’Abruzzo, al Nero d’Avola ed all’Etna, si può andare su un Raboso, un Piedirosso o un Lambrusco di Sorbara, che stanno regalando grandi emozioni, ma anche su piccole produzioni autoctone e in rilancio come la Tintilia del Molise. Sono i consigli, a WineNews, per i vini da stappare a Natale e a Capodanno del sommelier e cerimoniere di Palazzo Chigi Alessandro Scorsone. Secondo il quale “non possono certo mancare i vini dolci, come l’Asti, da abbinare a tutto pasto, o il Picolit friulano, e quelli che hanno fatto la storia d’Italia, come la Vernaccia di Oristano e ovviamente il Marsala”. |
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Vinitaly ha un nuovo “Wine Communicator of The Year”: la Master of Wine Sarah Heller, scelta per la sua figura internazionale e la capacità di accorciare le distanze tra i mercati asiatici e occidentali, spuntandola tra altri dieci candidati. Esperta di vino, visual artist e la più giovane Master of Wine dell’area del Pacifico Occidentale, è wine editor di “Asia Tatler”, columnist di “Club Oenologique”, volto della serie televisiva “Wine Masters” e, dal 2018, collabora con la Vinitaly International Academy. |
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In attesa di mettere il punto finale sull’affaire Prošek, che ha compattato il sistema Prosecco e l’intero mondo del vino, il Consorzio del Prosecco chiude l’anno ottenendo il riconoscimento del marchio collettivo “Prosecco” dalla Cina, dove la partita era iniziata nel 2014, quando, per garantire la protezione della denominazione, aveva depositato il marchio collettivo. In seguito, il Consorzio ha ricevuto una opposizione da parte dei produttori di vino australiano volta ad ostacolare la protezione dell’Indicazione Geografica Prosecco, che mirava a non far riconoscere il marchio e ad impedirne la registrazione. L’ufficio marchi cinese (Cnipa), invece, ha rigettato l’opposizione australiana, decidendo che il marchio “Prosecco” - essendo un’indicazione geografica - è idoneo a svolgere la funzione di marchio per distinguere l’origine dei prodotti.
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“Il Natale, quest’anno, avrà il sapore del pane, delle cose semplici e rigeneranti come il cibo”. Parola di Marino Niola, antropologo, giornalista, scrittore e Professore all’Università Suor Orsola Benincasa di Napoli. “La tavola è il regalo che ci faremo questo Natale, di cui è il simbolo principale, perché è la festa dei sentimenti e dei sensi, e tutto questo ha a che fare con il cibo ed il suo valore consolatorio, specie in un periodo difficile come questo”. |
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