Se questo messaggio non è visualizzato correttamente clicca qui |
N. 3.792 - ore 17:00 - Venerdì 15 Settembre 2023 - Tiratura: 31.127 enonauti, opinion leader e professionisti del vino | |
|
|
| | | Pioniere visionario, Maurizio Zanella, anima di Ca’ del Bosco di cui tutt’oggi è presidente (benché la cantina dal 1994 sia sotto l’egida del Gruppo Santa Margherita), è una leggenda vivente (e riconosciuta) della Franciacorta e non solo. Ed ora a certificare il suo status è il premio “Wine Legend Award 2023” di “Der Feinschmecker”, la più prestigiosa rivista tedesca dedicata al food & beverage. E che domani, 16 settembre 2023, al Grandhotel Fairmont Vier Jahreszeiten di Amburgo, premierà anche un altro italiano che ha segnato la storia del vino recente del Belpaese, con il “Premio alla carriera”, ovvero Riccardo Cotarella, presidente Assoenologi. | |
|
| | Da dieci anni a questa parte la categoria dei vini rosati ha segnato una crescita costante, analizzata dall’Observatoire Mondiale du Rosé, fondato nel 2002 dal Conseil Interprofessionnel des Vins de Provence e da FranceAgriMer, che prende in considerazione i dati di produzione e consumo di 45 mercati nel mondo, dove ormai una bottiglia su dieci è proprio di vino rosato. A partire dalla Francia, che produce oltre un terzo dei volumi globali (35%), che ammontavano nel 2020 a 23 milioni di ettolitri, poco meno del record del 2018. Dietro alla Francia, la Spagna (20% della produzione globale), con gli Usa sul terzo gradino del podio (10%), ma con una produzione in calo, e l’Italia che continua invece a crescere (9%). A fronte di una produzione in costante crescita, i consumi globali di vino rosato sono invece sostanzialmente ristagnanti, attestandosi nel 2021 a 19,5 milioni di ettolitri (oltre 3 milioni di ettolitri in meno di quanto prodotto), poco meno dei 20 milioni di ettolitri del 2019, anno record, nonostante l’impatto sui consumi prima della pandemia, quindi di altri elementi congiunturali, come l’andamento meteo, e strutturali, come il calo dei rosati con alti livelli di zucchero. Il leader resta la Francia, con 6,5 milioni di ettolitri di vini rosati consumati nel 2021, pari al 34% del totale dei consumi mondiali. Sul podio salgono anche la Germania (12% dei consumi) e gli Stati Uniti (11%), quindi Regno Unito (6%) e Italia (5%). Il calo dei rosati, comunque, è stato meno significativo di quelli registrati dalle altre tipologie, per cui diventa difficile parlare di trend negativo per i consumi dei vini rosati. Anche perché, nello stesso periodo, i consumi sono cresciuti in molti Paesi dell’Europa Centrale e dell’Asia-Pacifico. A livello commerciale, nel 2021 più della metà dei vini rosati aveva varcato la frontiera per essere consumato, con una crescita media annua delle importazioni, dal 2012, del +2,8%. I tre principali Paesi importatori - Francia, Germania e Regno Unito - rappresentano, proprio come dieci anni fa, più della metà delle importazioni di rosati, ma se gli acquisti della Francia sono in calo dal 2017, tutti gli altri mercati - a partire da Germania, Belgio e Paesi Bassi - sono in aumento costante, e possiamo anche osservare una diversificazione, su scala globale, dell’origine delle importazioni (continua in approfondimento). | |
|
| | Al netto dei numeri finali che si vedranno a uve in cantina, la vendemmia 2023 dice, ancora una volta, quanto sia necessario di trovare soluzioni ai cambiamenti climatici e alle difficoltà. Perché sono fenomeni non più occasionali, ma, ormai, regolari. Come spiega Rosario Di Lorenzo, presidente dell’Accademia Italiana della Vite e del Vino. Con tecnologia e ricerca che “diventano determinanti, perché - continua Di Lorenzo - le problematiche viste quest’anno, e non solo, legate al clima, andranno certamente a verificarsi con maggiore frequenza”. In ogni caso, se secondo le stime del Crea le perdite di raccolto, in media, saranno del 10-20%, ma con alcuni territori che perderanno il 70-80% della produzione, la vendemmia, ricorda Coldiretti, attiva una filiera che, dalla vigna alla tavola, muove 1,5 milioni di posti di lavoro. | |
|
| | | Ricco di fascino e magia, il periodo della vendemmia è anche quello in cui i territori si raccontano agli appassionati. Come la Franciacorta con il “Festival Franciacorta in Cantina” (16-17 settembre), e il Monferrato, con la “Douja d’Or” ad Asti e le “vibrazioni” dell’Asti Docg (in un press-tour del Consorzio, fino al 17 settembre). Ma si va da “Trentodoc in Cantina” (22-24 settembre) ai “Vigneti Aperti” con il Movimento Turismo del Vino Friuli, dalla “Vendemmia Notturna Grappoli di Luna” a La Vigna di Sarah, l’unica sulle Colline del Prosecco Docg (19 settembre), al Chianti Classico con “Vino al Vino” a Panzano (fino al 17 settembre), passando per l’Umbria con “Orvieto Città del Gusto, dell’Arte, del Lavoro e dell’Innovazione” (fino al 1 ottobre), e mentre il meglio dei fine wine italiani è alla Villa Reale di Monza nella “Monza Wine Experience” (16 settembre). Sono questi solo alcuni dei tantissimi eventi dell’agenda di WineNews. Nella quale, a Bra è tornato “Cheese” con Slow Food (fino al 18 settembre), a Gorizia le cucine del mondo si incontrano a “Gusti di Frontiera”, al “festivalfilosofia” di Modena c’è anche la cucina filosofica di Tullio Gregory (fino al 17 settembre), “Artigianato e Palazzo” a Firenze racconta la “Cucina all’opera” (fino al 17 settembre) e a San Vito Lo Capo è tempo di “Cous Cous Fest” (fino al 24 settembre). | |
|
| | | Export agroalimentare italiano da record, con un aumento del 3,2% a luglio, come emerge dall’analisi Coldiretti sulla base dei dati Istat sul commercio estero, che evidenzia un aumento del 7,8% nei primi 7 mesi 2023, per un valore che sfiora i 37 miliardi di euro. Il re dell’export si conferma il vino, davanti a frutta e verdura fresca, ma si comincia a sentire un rallentamento anche per effetto del caro benzina e gasolio e dei ritardi infrastrutturali del Belpaese, che pesano sulla competitività del settore. | |
|
| | La sua passione per il vino era “lunga 15.000 bottiglie”, come aveva raccontato a WineNews, tante quante aveva calcolato di averne bevute in mezzo secolo, da quando, dopo aver lasciato la natìa Medellín, in Colombia, per venire a studiare in Toscana, a Firenze, accanto alla grande arte italiana, anche i vini italiani lo avevano conquistato. Così tanto da acconsentire, una volta raggiunta la celebrità, che una delle sue opere, il “Ratto d’Europa”, diventasse un’etichetta d’autore (su un Brunello di Montalcino) per un vino da collezione a scopo benefico. Si è spento a 91 anni il pittore e scultore Fernando Botero, tra i più grandi artisti di tutti i tempi, universalmente conosciuto per le sue voluminose figure. “Bevo vino ogni giorno - ci aveva confessato - a pranzo e a cena, perché è buono per tutto, per lavorare, per la salute, e non fa ingrassare”. | |
|
| | | La strada di uno dei territori più importanti per i vini bianchi italiani, patrimonio agricolo di interesse storico Fao, secondo i suoi protagonisti. Le riflessioni di Sandro Gini, produttore e presidente Consorzio Tutela Soave, Wolfgang Raifer (Dg Cadis 1898), Cristian Ridolfi (dg Cantina Santi - Gruppo Italiano Vini), Matteo Inama (Inama), Tiziano Castagnedi (Tenuta Sant’Antonio),
Chiara Coffele (Coffele), Stefano Damoli (Gastronomia Damoli e Presidente Strada del Vino Soave) e Paola Giagulli (Direttore Consorzio Formaggio Monte Veronese).
| |
|
|
|