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N. 3.542 - ore 17:00 - Lunedì 7 Novembre 2022 - Tiratura: 31.183 enonauti, opinion leader e professionisti del vino |
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La chiusura del 2022, nonostante i costi di produzione in crescita del +83% sul 2021, con un aggravio di 1,5 miliardi di euro, complicherà i bilanci delle imprese del vino, che comunque, pur con un margine operativo lordo in netto calo, potrebbero chiudere l’anno in positivo. Il quadro economico mondiale, però, preoccupa soprattutto in prospettiva, tanto che la vera doccia fredda è attesa nel 2023, quando i fatturati delle cantine del Belpaese, secondo le stime attuali, segneranno un pesante -16%. È l’estrema sintesi dell’indagine congiunturale dell’Osservatorio Uiv-Vinitaly, presentata oggi al wine2wine di Veronafiere (in approfondimento) |
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Rivendica come primo risultato il “salvataggio” dei fondi sulla promozione orizzontale in Unione Europea, insieme a Francia e Spagna, “altri grandi Paesi produttori di vino”; ringrazia vignaioli e vignaiole, “uomini e donne che producono eccellenze italiane che poi portano nel mondo”; sottolinea, ancora una volta, come sovranità alimentare ed export, fondamentale per il successo delle imprese del made in Italy agroalimentare, non “sono in antitesi, ma anzi, vanno di pari passo”; e sul tema alcol-salute dice che “le azioni di contrasto a tutto quello che è abuso sono da sposare”, senza però confondere questo con il consumo consapevole di un prodotto come il vino, che ha, peraltro, anche tante proprietà benefiche. Così, rispondendo alle domande di WineNews, il Ministro dell’Agricoltura e della Sovranità Alimentare, Francesco Lollobrigida, che ha scelto il Merano WineFestival 2022 by Helmuth Köcher (a Merano fino all’8 novembre) per la sua prima uscita ufficiale nel mondo del vino. Da Ministro, Francesco Lollobrigida ha detto che il suo primo compito sarà quello di riportare l’agricoltura al centro del dibattito. “E ci siamo già riusciti quando abbiamo chiesto di inserire la Sovranità Alimentare all’interno del nome del Ministero. Sovranità vuol dire proteggere i prodotti di qualità, le imprese, rimettere i nostri produttori al centro e garantire ai consumatori finali prodotti di qualità. Dobbiamo essere protagonisti nel contrasto ad una globalizzazione che dice “basta mangiare e bere”, a prescindere da quello che si mangia e che si beve, che è esattamente l’inverso di quello che va valorizzato e tutelato sul nostro territorio, dove i piccoli imprenditori e le filiere corte hanno esaltato i prodotti di eccellenza”. D’obbligo, tra le altre (intervista completa su WineNews), una riflessione su un tema di grande attualità: nella revisione delle politiche di tutela della salute a livello internazionale, e nelle politiche promosse dall’Oms, il vino rischia di essere imputato, ingiustamente, nel processo contro l’abuso di alcol, con cui il vino, come testimoniano molti studi, ha poco o niente a che fare. “L’Oms parla di contrasto agli abusi, in questo senso qualsiasi cosa produce abuso può essere dannosa. Per me il vino, come dicono in tanti, ha proprietà anche curative”.
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Inflazione, mercati del mondo in frenata, soprattutto nella Gdo, anche in Paesi come Usa, Uk e Germania, aumento dei costi di trasporto e produzione, eccessi di produzione per certi versi inaspettati, il vino sul banco degli imputati nel complesso dibattito internazionale su “alcol e salute”, e non solo: sono tante le sfide, tutte complicatissime, che il comparto si trova ad affrontare nel prossimo futuro. Le risposte? Difficili da dare, e comunque molteplici. Come raccontato oggi dai rappresentati della filiera (da Unione Italiana Vini - Uiv a Federvini, da Alleanza Cooperative ad Assoenologi, da Coldiretti a Confagricoltura, da Federdoc a Fivi, da Cia Agricoltori a Veronafiere), a Wine2Wine (il dibattito completo in approfondimento). |
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Dalla “A” di Antinori alla “Z” di Zenato: sono 130 le cantine selezionate da “Wine Spectator” per “OperaWine 2023” (e svelate a Wine2Wine), evento-simbolo che celebra il vino italiano come “wine dream” per eccellenza nel mondo e, in particolare, l’intramontabile passione degli americani per le nostre etichette, che fa degli Usa il primo mercato per l’export del Belpaese. La grande degustazione sarà di scena il 1 aprile 2023 a Verona, ormai tradizionale prologo dell’evento di riferimento del vino italiano, Vinitaly (a Veronafiere, il 2-5 aprile), con i vini-icona di 20 Regioni e la Toscana “regina” con Piemonte e Veneto, dalle quali arriveranno 10 cantine “new entry” (ma il totale è lo stesso del 2022, ndr) per raccontare, tra alta qualità, eleganza e glamour, la bellezza dell’Italia del vino. Nella lista delle cantine (in approfondimento) selezionate dalla più più prestigiosa rivista americana di settore, diretta da Jeffery Lindenmuth, Alison Napjus e Bruce Sanderson, come detto, a livello regionale, in testa c’è la Toscana (35 aziende), che conquista posizioni con il Brunello di Montalcino, il Chianti Classico, Bolgheri ed i Supertuscan, seguita a distanza dal Piemonte dei prestigiosi Barolo e Barbaresco (19) e dal Veneto del Prosecco, dell’Amarone della Valpolicella e del Soave in “grande spolvero” (17). |
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Con il Cristal 2014 di Louis Roedere, uno degli Champagne più iconici che ci siano, alla posizione n. 10, e il Quilceda Creek 2018, Cabernet Sauvignon della Columbia Valley, alla posizione n. 9, inizia il tradizionale countdown che porterà fino al “vino dell’anno” della “Top 100” 2022 di Wine Spectator, che sarà svelato l’11 novembre, mentre l’intera classifica sarà annunciata lunedì 14 novembre. Un anno fa, nella top ten, furono due le etichette italiane: Brunello di Montalcino 2016 “Le Chiuse” (5) e Barolo Bricco Boschis 2016 Cavallotto (8) |
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Il numero dei birrifici artigianali in Italia negli ultimi dieci anni è triplicato, e supera nel 2022 la quota record di 1.085 realtà, che fanno volare le esportazioni con un balzo del +12%. È quanto emerge dall’analisi della Coldiretti e del Consorzio della Birra Artigianale Italiana, sulla base dei dati Istat sui primi sette mesi dell’anno, presentata alla “Giornata Nazionale della Birra 100% Made in Italy”. Una crescita che ha fatto salire la domanda di materie prime 100% italiane, con il luppolo che ha raggiunto i cento ettari coltivati lungo la penisola, ai quali si aggiungono i 30.000 ettari destinati all’orzo. Il successo della birra italiana, però, come quello di tante altre filiere del made in Italy, è minacciato dall’esplosione dei costi, con un balzo negli ultimi due anni che va dal +200% dell’energia al +45% per gli imballaggi. |
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A WineNews, da New York, la firma “italiana” di “Wine Spectator”. “L’Italia si gioca con la Francia la leadership nei fine wine. Che soffrono meno i rincari, anche se quelli dei trasporti si fanno sentire. Tanti territori lavorano bene, ma Piemonte, Toscana, Veneto e Sicilia restano la forza trainante del vino italiano”. Così il senior editor della rivista americana che oggi racconta la lista di “Opera Wine” 2023, a Verona, ed inizia il count down della sua “Top 100”, in Usa. |
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