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N. 3.074 - ore 17:00 - Lunedì 18 Gennaio 2021 - Tiratura: 31.087 enonauti, opinion leader e professionisti del vino |
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Almeno in Italia, per il momento, niente digital tax: il Consiglio dei Ministri (il 16 febbraio 2021) ha rinviato tutto al 2021. Cosa che, nel bene o nel male (da questa tassa dotrebbero arrivare nelle casse dello Stato 6-700 milioni di euro all’anno), lascia pensare che, almeno nell’immediato, l’Italia sarà ancora al riparo da eventuali nuove ritorsioni da parte degli Usa (le cui imprese sarebbero le più colpite), a partire dal vino. Notizia accolta positivamente da Unione Italiana Vini (Uiv), che sottolinea anche come nei primi 11 mesi 2020 le esportazioni di vini fermi italiani in Usa siano in pareggio (-0,1%) sul 2019, per 1,35 miliardi di dollari. |
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Se il 2020 è stato l’anno in cui, per sopravvivere, c’è stato bisogno di reagire, nel 2021 il mondo del vino dovrà tornare a pianificare, per quanto possibile. Partendo da quelle che sono le tendenze che caratterizzeranno, nel bene e nel male, i prossimi 12 mesi, al centro del report “State of the US Wine Industry 2021”, firmato dalla Silicon Valley Bank. Con lo smart working e i ristoranti chiusi, per prima cosa, il vino è tornato sulle tavole delle famiglie che, lavorando da casa, hanno potuto risparmiare soldi che verranno spesi nel 2021. Molti giovani la scorsa estate si sono avvicinati al vino, con corsi all’aria aperta e visite in cantina. Il vino ha dimostrato di essere resistente alla recessione. Mentre molti facevano scorta di bottiglie da tutti i giorni al supermercato, tanti altri sono passati all’online, dove l’offerta è più ricca e la consegna a casa più comoda e sicura. Un’altra tendenza destinata a durare è quella delle degustazioni online, così come il ritorno delle vendite telefoniche. E ancora, una volta sconfitto il virus, i consumatori agiranno dando libero sfogo alla loro domanda repressa, e facendo impennare i consumi di alcol nel 2021. Per sette tendenze positive ce ne sono altrettante negative, con cui il mondo del vino dovrà fare i conti. Con la riapertura di bar e ristoranti e la concorrenza della Gdo caleranno i fatturati dei negozi al dettaglio. La sfida di conquistare consumatori più giovani, attenti alla salute e multiculturali rimane tutta da vincere, ma l’industria del vino ha fatto poco per modernizzare il proprio messaggio di marketing. La campagna anti-alcol continua a crescere, e non esiste un messaggio univoco del mondo del vino che ne difenda i benefici di un consumo moderato. L’industria del vino è costituita da un panorama di produttori eccezionalmente frammentato, senza un’organizzazione di marketing del settore in grado di parlare con una sola voce. In Usa ci sono ancora troppi ettari di vigneto, e una crescita della domanda insufficiente per mantenere una giusta remunerazione dei prezzi delle uve. Permane per le aziende la necessitò di investire in canali di vendita diretta diversi dalle sale degustazioni in cantina, puntano davvero sull’online. Infine, l’offerta di lavoro si fa sempre più limitata e il prezzo del lavoro aumenta costantemente. |
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Tra le pieghe dell’ultimo Dpcm c’è una norma che non piace, e non potrebbe essere altrimenti, alle enoteche. Comprese tra le attività a cui è fatto divieto di vendita per asporto di qualsiasi bevanda alcolica e analcolica dalle ore 18, possibilità garantita invece a tutti gli altri negozi commerciali. Una norma che lascia a dir poco perplessi, perché nasce con l’intento di evitare assembramenti, ma si avvita su se stessa nella definizione stessa di “asporto”. Vinarius, l’Associazione delle Enoteche italiane, ha scritto al Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, chiedendo, “un chiarimento affinché non vengano discriminati attività e operatori professionali appartenenti al settore del commercio di bevande alcoliche e analcoliche. Inibire l’apertura dopo le 18 toglie all’enoteca il 30% del fatturato giornaliero”. Ed ora si attendono chiarimenti su un torto evidente. |
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“Vino e moda sono due settori molto vicini ma anche molto diversi; direi che il mondo del vino ha resistito meglio a livello globale”. A dirlo, a WineNews, Massimo Ferragamo, le cui origini sono nella storica famiglia Ferragamo, simbolo dell’alta moda italiana nel mondo, ma il cui cuore è nel vino, ed in particolare a Montalcino, terra del Brunello, con Castiglion del Bosco, una delle più belle e antiche tenute del territorio (2.000 ettari, di cui 62 di vigneti, tutti a Sangiovese, e 51 ettari a Brunello di Montalcino, per una produzione che si attesta sulle 250.000 bottiglie), che Ferragamo ha acquisito nel 2003, e dove la produzione è intrecciata all’ospitalità di altissimo livello (con il resort Rosewood Castiglion del Bosco). I problemi per il settore, però, non mancano: “purtroppo, da un lato, questa crisi gravissima, porterà alla perdita di tanti piccoli produttori - dice ancora Ferragamo - per i quali, senza aiuti esterni, sarà difficile sopravvivere a lungo. Dall’altro, questa crisi potrebbe avviare un percorso virtuoso che preveda il consolidamento nel settore del vino, con la creazione di un numero maggiore di operatori di dimensioni più importanti, ma anche la soluzione di carenze strutturali, dalla logistica ai trasporti, alla comunicazione del marchio del vino italiano nel mondo” (intervista completa nell’approfondimento)”. |
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Le acquisizioni, nel mondo del vino, non si fermano a quelle tra cantine: la Iwsr Drinks Market Analysis, punto di riferimento mondiale nelle ricerche di mercato sul beverage, con uno sguardo che copre 160 Paesi, ha acquisito Wine Intelligence, una delle più importanti realtà di ricerca internazionale sul fronte del vino, nata nel 2002, e guida di progetti di ricerca per cantine che arrivano da più di 35 Paesi del mondo. Un’acquisizione che, spiegano le due società, è frutto di un rapporto di collaborazione decennale tra Iwsr e Wine Intelligence. |
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La pandemia frena anche la caccia, e le campagne sono letteralmente invase dagli animali selvatici. Così è anche in Toscana dove il bilancio sull’abbattimento dei cinghiali si è ridotto del 48% negli ultimi tre mesi 2020 sull’anno precedente, con una stima dei danni in campagna da “profondo rosso”. “Le campagne - spiega Fabrizio Filippi, presidente Coldiretti Toscana - sono in balia di migliaia di cinghiali, con le limitazioni agli spostamenti imposte dalle misure per contenere l’emergenza pandemica causata dal Covid che hanno reso ancora più agevole per i cinghiali proliferare e scorrazzare con danni ingenti a carico dei nostri agricoltori. Occorre un impegno forte e condiviso di tutte le parti coinvolte per trovare una soluzione definitiva al problema”. Un problema condiviso da nord a sud d’Italia.
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Da sabato, in tutta Italia, è entrato in vigore il nuovo Dpcm. Con una novità per l’enoturismo, che nelle Regioni gialle potrebbe tornare a vedere la luce, sulla scorta delle riaperture dei musei nei giorni festivi. Ne abbiamo parlato con l’avvocato Marco Giuri, tra i massimi esperti di normativa vitivinicola in Italia. “Con l’apertura, nelle Regioni gialle, della somministrazione, sono consentite le degustazioni. Rimanevano dubbi sulle visite in cantina e in vigna, elemento chiarito dal fatto che nelle Regioni gialle, nei giorni feriali, sono consentite le riaperture dei musei e delle mostre”. |
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