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N. 3.408 - ore 17:00 - Giovedì 28 Aprile 2022 - Tiratura: 31.116 enonauti, opinion leader e professionisti del vino |
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“La guerra fa più che dimezzare le esportazioni made in Italy in Russia che crollano del 50,9% per effetto delle sanzioni e delle difficoltà conseguenti per le tensioni sul commercio internazionale, la svalutazione del rublo e le difficoltà nei pagamenti”: così la Coldiretti sul commercio estero in Russia, a marzo 2022, sulla base dei dati Istat. Tra gli alimentari made in Italy più venduti nel Paese di Putin, ricorda Coldiretti, ci sono vino e spumanti per un valore annuo sui 150 milioni di euro, il caffè per 80 milioni di euro, l’olio di oliva per 32 milioni di euro e la pasta per 27 milioni di euro.
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Capace di emergere sempre più come un “brand” dalla forte identità, ambasciatore, allo stesso tempo, dell’anima eterogenea del viticoltura dell’isola, e “sostenibile per natura”, il vino siciliano è conosciuto dal 74,8% di appassionati e dal 79,4% dei giovani, e l’83% lo consuma anche. A dirlo è una recente analisi di Gpf Inspiring Research per il Consorzio Vini Doc Sicilia, su un campione nazionale di consumatori regolari. E con lo sguardo al domani. E ad un futuro che, con “Back to the roots, la Sicilia che vive il futuro”, è il tema di “Sicilia en Primeur 2022”, che torna in presenza ad Erice (fino al 1 maggio) per svelare le nuove annate, con Assovini Sicilia. Per il presidente Laurent Bernard de la Gatinais (Tenuta Rapitalà), “a giocare un ruolo fondamentale nel futuro sono la biodiversità, le buone pratiche tradizionali, le tecniche agronomiche attuali, le varietà autoctone, che con la ricerca e la qualità della produzione, fanno della Sicilia una guida nella gestione sostenibile dei cambiamenti climatici”. Una Sicilia che guarda avanti con case history di successo sui mercati come il Grillo (oltre 20,9 milioni di bottiglie prodotte nel 2021, +25% sul 2020) e il Nero d’Avola (50 milioni di bottiglie). E se “continua il momento di grazia per l’Etna, nei prossimi anni i riflettori si accenderanno su tante realtà emergenti come il Sud-Est della Sicilia. Una Sicilia in buone condizioni di mercato, dagli Usa all’Asia, ad eccezione in questo momento della Cina, in Germania e Uk, ma anche sul mercato italiano”, fa il punto, a WineNews, Alessio Planeta (Planeta). La volontà di custodire il “Vigneto Sicilia” e una biodiversità generata dai 3.000 anni di viticoltura nell’isola, produrre viti siciliane certificate, dare valore alla qualità dei vini siciliani e renderli sempre più competitivi sul mercato, è l’obbiettivo del progetto di “Valorizzazione del germoplasma viticolo” promosso dal Consorzio della Doc Sicilia (oltre 96 milioni di bottiglie nel 2021), come spiega il presidente Antonio Rallo (Donnafugata), con Regione e Università di Palermo. Un know how, quello dei produttori siciliani, che è alla base di un modello di vitivinicoltura sostenibile promosso dalla Fondazione SOStain Sicilia, che, guidata da Alberto Tasca (Tasca d’Almerita), sarà al centro del primo simposio “Interazioni Sostenibili” a Palermo (2 maggio). |
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La ricchezza del nostro Paese, che vanta un enorme patrimonio di prodotti, identità, culture e paesaggi, può consentire all’Italia di diventare leader nei prossimi anni nel turismo enogastronomico, anche grazie a tante potenzialità ancora inespresse, come ha detto a WineNews il Ministro del Turimo, Massimo Garavaglia. E stimolare, se adeguatamente sostenuto, la ripresa del comparto turistico italiano, perché capace di coniugare due fra le maggior eccellenze italiane: il turismo e l’agroalimentare, generando valore economico e nuove opportunità per le destinazioni. Ecco perché il focus dell’edizione 2022 del “Rapporto sul Turismo Enogastronomico” di Roberta Garibaldi, è tutto sull’offerta eno-gastro-turistica del Belpaese, restituendo una fotografia aggiornata delle singole componenti sia livello europeo che a livello regionale (i trend in approfondimento). |
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“Vero è che le Sicilie sono tante, non finiremo mai di contarle. Vi è la Sicilia verde del carrubo, quella bianca delle saline, quella gialla dello zolfo, quella bionda del miele, quella purpurea della lava”. Sono le parole di Gesualdo Bufalino, ad accompagnarci in un nuovo viaggio in Sicilia, per “Sicilia en Primeur 2022”, dove tutta la complessità di quest’“isola al plurale”, come la descriveva lo scrittore siciliano “Premio Strega”, e vero e proprio “continente enoico”, come da sempre la racconta WineNews, si svela al mondo nelle nuove annate dei suoi grandi vini. “Una, nessuna, centomila”, parafrasando Luigi Pirandello, crocevia di popoli e culture, ma anche di climi, dal mare ai vulcani, la Sicilia ha il vigneto più grande e ricco di biodiversità d’Italia (e il primo per superficie biologica): quasi 100.000 ettari estesi su tutta l’isola, dove la vite, oltre 70 varietà di vitigni autoctoni accanto a quelli internazionali, si coltiva da millenni e praticamente ovunque, grazie ad aziende “pioniere” ma anche alle piccole ed emergenti. Il risultato è una contaminazione magica ed eclettica come in una canzone di Franco Battiato, che fa della Sicilia una metafora del mondo secondo Leonardo Sciascia, ma che, diceva Camilleri, solo un siciliano può capire. O può aiutarci a capire, magari di fronte ad un calice di vino. |
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Di star della musica internazionale che si sono date alla produzione di vino ce ne sono a decine. Ma tra le storie di maggior successo, una è quella di Kylie Minogue, cantante australiana che, insieme a Benchmark Drinks, ha scelto il Gruppo Zonin 1821, tra le realtà vinicole più importanti d’Italia, per produrre il proprio Prosecco Rosé. Che, in un solo anno, è diventato il primo Prosecco Rosé in Uk ed è stato lanciato, in questi giorni, anche in Usa. Con la stessa Kylie Minogue che, proprio in questi giorni, ha visitato la sede storica di Zonin, a Gambellara (Vicenza). |
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Il mondo del vino, che ha vissuto un 2021 di grande recupero dopo un 2020 disastrato dalla fase più acuta della pandemia (con il record storico mondiale delle esportazioni, a 34,3 miliardi di euro, in crescita del 16% sul 2020), nel 2022 ormai inoltrato si trova ad affrontare problemi strutturali, come il cambiamento climatico, congiunturali, come la guerra e le sue conseguenze, e di prospettiva, come l’equilibrio tra tutela della salute e consumo di vino e alcolici, o la gestione di cambiamenti di mercato che chiedono prodotti come i vini low alcol o dealcolati. Problematiche sulle quali le risposte si possono trovare solo a livello globale, e non ragionando localmente. Ne è convinto il direttore generale dell’Organizzazione Internazionale della Vite e del Vino (Oiv), Pau Roca (i suoi spunti e riflessioni in approfondimento), che, ieri, ha presentato i dati sullo stato del settore. |
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A WineNews il fondatore di Vinifera Imports, importatore di tanti top brand del vino tricolore, dal Chianti Classico, nel lancio della sua biografia. “Ho puntato sempre sulla qualità. Nella mia vita importante il Catalogo Bolaffi di Veronelli, e partnership come quelle con Giacosa, Aldo Conterno, Rinaldi, Gaja, Fontodi e non solo. In Usa le cose vanno bene, e c’è un grande futuro. Tra 20 anni vino e cucina italiana staranno ancora meglio di oggi negli States”. |
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