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N. 2.964 - ore 17:00 - Giovedì 13 Agosto 2020 - Tiratura: 31.087 enonauti, opinion leader e professionisti del vino |
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Il 40% del budget delle vacanze estive 2020 delle famiglie italiane sarà speso in prodotti alimentari, vini e artigianato locale. In un Ferragosto in cui in molti puntano sui borghi, quasi 6.000 quelli con un appeal turistico in tutto il Paese, che nel 2019 hanno registrato 90 milioni di presenze, impossibili da raggiungere quest’anno per la mancanza pressoché totale degli stranieri legata alla pandemia. Ma scrigni di storia e bellezza da cui nascono 5.000 prodotti tradizionali regionali censiti ed in cui vive la più grande rete mondiale di mercati agroalimentari. E da cui arrivano segnali di ripartenza, secondo un’indagine Cna. |
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La vendemmia si avvicina, e come accade da sempre, i produttori di vino, quest’anno più che mai, tengono i piedi ben piantati nella vigna e la testa al mercato. E se restano le preoccupazioni legate alla pandemia, almeno arrivano buona notizie dagli Usa, dove non saranno introdotti nuovi dazi sulla produzione del Belpaese. Anche per questo, mentre i primi grappoli sono stati già raccolti, come già raccontato da WineNews, dalla Sicilia, dove a dare il via alle danze è stata Settesoli, a Menfi, alla Franciacorta, uno dei territori storici della bollicine italiane, è doveroso tenere alto il livello di guardia, ma senza cedere a ingiustificati allarmismi. Questa almeno, è la visione di Riccardo Cotarella, presidente degli enologi italiani. “Come Assoenologi - spiega a WineNews Cotarella - riteniamo che la situazione attuale non sia tale da creare allarmismi immotivati, e non sorretti dalla realtà dei fatti. Non è vero che non si sa dove mettere il vino. Le giacenze in cantina, nel complesso, tra vini, mosti e vini in fermentazione, a fine luglio 2020 sono inferiori a quelle del 2019, e dobbiamo conteggiare ciò che andrà alla distillazione, e quello che non si produrrà per effetto della vendemmia verde. Si parla di quantità importanti. Le nostre previsioni di vendemmia usciranno il 23-24 agosto, ma direi che, in generale, se sulla qualità sarebbe prematuro e poco serio sbilanciarsi, si prevede una raccolta in media con gli ultimi anni, nella norma, quantitativamente. Inoltre la chiusura di 2/3 mesi del mercato italiano ed estero, soprattutto della ristorazione - con i consumi di vino non sono crollati, nel complesso, almeno in quantità, ndr - ci dimostra che il vino ha un feeling particolare con il consumatore: non è un bene di prima necessità del corpo, ma lo è della mente e del piacere dei sensi. Diversamente non si spiega che questo periodo non abbia influito sulle rimanenze di cantina. Certo ci sono vini che soffrono di più, altri di meno, ma non condividiamo certi allarmismi, che vanno a colpire l’anello più importante della catena vitivinicola che sono i produttori, che si vedrebbero penalizzati nel valore dei propri vini da allarmi non sostenuti dalla realtà. Anzi, passato questo incubo, siamo certissimi che il vino sarà elemento primario della rinascita umorale, di vita, di compartecipazione, di sostegno reciproco del genere umano”. |
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Niente dazi aggiuntivi per i vini italiani in Usa: ecco la decisione, attesa, del Governo americano nella revisione dei dazi a carosello sui prodotti europei, introdotti già ad ottobre 2019 nella disputa tra Airbus e Boing. E che lascia intatto lo “status quo”, sostanzialmente, sia sul fronte dei vini, e quindi con i dazi al 25% che colpiscono alcune produzioni di Francia, Germania, Spagna, per esempio, che sul resto dell’agroalimentare made in Italy e made in Ue. Una decisione che ha fatto tirare un sospiro di sollievo a produttori e organizzazioni di categoria, da Unione Italiani Vini a Federvini, da Confagricoltura a Coldiretti a Cia-Agricoltori Italiani. Che lodano il lavoro di squadra fatto con diplomazia e Governo, e spingono per andare oltre, e far uscire il vino e tutto il comparto agroalimentare da una disputa in cui il settore non ha nessuna responsabilità. |
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La notizia che, per i vini italiani, non arriveranno dazi in Usa, è una boccata d’ossigeno strategica in un momento difficilissimo per tutta l’economia. E che rende ancora più significativi ed importanti i buoni dati sulla prima metà dell’anno (grazie soprattutto all’andamento dei primi 4 mesi, con maggio e giugno che invece sono stati decisamente più pesanti), in crescita nonostante il fortissimo impatto che il Covid 19 sta avendo sugli Stati Uniti. Secondo le elaborazioni su base dogane dell’Osservatorio del Vino di Unione Italiana Vini (Uiv), e l’Italia è tornata a essere il primo Paese fornitore degli Usa, mercato enoico n. 1 del mondo, con un valore delle vendite nel primo semestre di quest’anno fissato a quasi 1 miliardo di dollari, in crescita sia a volume (+2,9%) che a valore (+1,8%) sul pari periodo 2019. La Francia, colpita dai dazi aggiuntivi già da ottobre 2019, nello stesso periodo ha perso il -25,3% in valore%, e la Spagna il -12,3%. Tra i vini made in Italy, il cui risultato è ancor più significativo se si considera anche il calo complessivo delle importazioni di vino negli Usa (-10%, a 2,8 miliardi di dollari), gli spumanti (+4,7%) fanno meglio a valore rispetto ai fermi imbottigliati (+1,3%), che rimangono la tipologia più venduta con un controvalore di 742 milioni di dollari. |
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Il Brunello di Montalcino, vino rosso più quotato d’Italia (sui 980 euro ad ettolitro secondo gli ultimi dati Ismea), guarda al rilancio per superare la pandemia e guardare oltre, grazie all'accordo tra il Consorzio guidato da Fabrizio Bindocci e uno dei gruppi bancari più importanti d’Italia, il Monte dei Paschi di Siena. Che mette a disposizione delle cantine socie tanti prodotti ad hoc per investimenti in vigna ed in cantina, spese di produzione, di comunicazione e crediti specifici per le scorte di cantina (con le novità introdotte dal Decreto Cura Italia per tutti i prodotti Dop, vini inclusi). |
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Primo Ferragosto senza sagre per i 7 italiani su 10 (73%) che ogni estate partecipano a eventi enogastronomici e folkloristici organizzati da nord a sud per raccontare le bellezze della Penisola e le sue tradizioni. A ricordarlo la Coldiretti ed Ixè, in merito all’aggravarsi delle difficoltà causate dal nuovo allarme per la risalita dei contagi al settore legato alle fiere, alle feste, alle sagre ed eventi, oltre che alle discoteche. La crisi delle sagre, sottolinea l’organizzazione agricola, colpisce i circa 34.000 gli operatori ambulanti nell’alimentare ma anche gli acquisti degli italiani che sfruttano questi eventi pure per rifornire le proprie dispense di prodotti tipici e lo stesse fenomeno dello street food che ha fatto segnare una vera e propria esplosione negli ultimi anni.
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In tempo di Covid si trasforma l’evento di Slow Food che incontrare le comunità del cibo del mondo. Perché la pandemia che il mondo sta vivendo, ha messo in secondo piano questioni che, invece, continuano ad essere vitali, per l’agricoltura mondiale e per la vita dell’uomo. Una crisi che da sanitaria è diventata alimentare, con il Covid che impatta su offerta e domanda i cibo, e sui pilastri della sicurezza alimentare: disponibilità, accesso, utilizzo e stabilità. Le parole di Carlo Petrini.
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