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N. 2.517 - ore 17:00 - Mercoledì 25 ottobre 2018 - Tiratura: 31.087 enonauti, opinion leader e professionisti del vino |
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Sarà ancora Niko Romito, secondo il Gambero Rosso, il “re” della ristorazione italiana. Dai rumors WineNews, lo chef tristellato del Ristorante Reale, resterà in solitaria al vertice delle “Tre Forchette” della guida “Ristoranti d’Italia 2019”. La presentazione è il 29 ottobre allo Sheraton Hotel di Roma, prima della prestigiosa cena (già sold out) che vedrà protagonisti 8 grandi chef, tra cui alcuni dei premiati con “Tre Forchette”. 38, tra new entry, da quanto si apprende, e con la riconferma di tutti i big (da Bottura a Crippa, da Cannavacciuolo ai fratelli Alajmo, da Iaccarino ad Esposito, da Uliassi ad Annie Fèolde solo per citare i nomi con i migliori punteggi dell’edizione). |
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Il Gruppo Terra Moretti, e la “galassia” enoica di Santa Margherita: sono ancora questi, come nell’edizione 2018, i “principi” del vino italiano, uniche due realtà capaci di mettere insieme 4 “Tre Bicchieri”, il massimo riconoscimento di “Vini d’Italia” 2019 del Gambero Rosso. Dalla lettura di WineNews dei 447 “Tre Bicchieri” assegnati dalla guida (la presentazione il 27 ottobre a Roma, all’Auditorium del Massimo, seguita dalla grande degustazione allo Sheraton Rome Hotel), emergono i due poker calati dal Gruppo Terra Moretti (con il Franciacorta Brut Teatro alla Scala 2013 di Bellavista, il Franciacorta Zero 2014 di Contadi Castaldi, il Petra Rosso 2015 di Petra e l’Alghero Torbato Catore 2017 di Tenute Sella & Mosca) e da Santa Margherita (con il Franciacorta Dosage Zéro Vintage Collection Noir 2009 di Ca’ del Bosco, l’Alto Adige Spumante Extra Brut 1919 Riserva 2012 di Kettmeir, il Lugana Selezione Fabio Contato 2016 di Cà Maiol ed il Chianti Classico Etichetta Blu 2015 di Lamole di Lamole). Diverse, invece, le realtà che si fermano al tris. A partire da Domini di Castellare, il gruppo vinicolo di proprietà di Paolo Panerai che, di fatto, è anche l’editore del Gambero Rosso, attraverso Class Editori che detiene la maggioranza del gruppo dell’editoria enogastronomica, ma che alla Guida (come spiegano dalla redazione) è consentito, comunque, di premiare, considerando che la critica enologica internazionale ha valutato di altissimo livello qualitativo i tre vini, seguendo criteri simili di valutazione. Ma ci sono anche Zonin 1821, Giv - Gruppo Italiano Vini, il Gruppo ColleMassari di Claudio Tipa e Oscar Farinetti. Tra i “Premi Speciali”, invece, come anticipato da rumors WineNews, Ferrari, la cantina leader del Trentodoc della famiglia Lunelli, sarà “Cantina dell’Anno”, mentre, sempre da rumors, il “Premio per il Progetto Solidale” dovrebbe andare a San Patrignano ed il “Viticoltore dell’Anno” sarà, invece, Francesco Cambria, della cantina Cottanera, in Sicilia. Mentre i “Vini dell’anno” sono il Brunello di Montalcino Duelecci Ovest Riserva 2012 di Tenuta di Sesta (Rosso), il Capo Martino 2016 di Jermann (Bianco), il Franciacorta Nature 61 2011 di Guido Berlucchi (Bollicine), il Valtènesi Chiaretto Molmenti 2015 di Costaripa (Rosato) ed il Piemonte Moscato Passito Doc La bella estate 2016 di Vite Colte (Dolce). |
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Il Vangelo da una parte, la Costituzione italiana dall’altra: questi i due testi da cui Don Luigi Ciotti non si separa mai, e queste le sue due anime, le ispirazioni che hanno guidato il suo lavoro e la sua vita. Che lui stesso chiama “rivoluzione delle coscienze”, e che pratica ogni giorno. Un lavoro costante e instancabile volto a cucire e ricucire le parti sane dell’Italia: tutto questo, tutto ciò che Don Ciotti è e rappresenta, ora è un film, “Così in terra”, racconto cinematografico di Paolo Santolini di uno degli uomini più amati d’Italia, ma anche tra i più esposti e a rischio, un prete combattente sotto scorta, grande organizzatore, fondatore del Gruppo Abele e ideatore di Libera Terra, nata nel 2001 e grazie alla quale le terre confiscate alla mafia rinascono, presentato oggi in anteprima alla Cia-Agricoltori Italiani a Roma. |
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In un’Europa sempre più litigiosa e divisa, c’è chi, guardando al futuro, cerca di unirsi. Ennesimo messaggio che arriva dal mondo del vino, con la nascita, con Torino capofila, della rete delle “vigne metropolitane”, varata ai piedi della Vigna Reale di Villa della Regina, nei giorni scorsi, per la “Vendemmia a Torino - Grapes in Town”, in un’alleanza tra la Vigna di San Martino di Napoli e la Vigna di Pompei, il Vigneto Pusterla di Brescia, i Vigneti della Laguna di Venezia, i Vigneti di Siena ed il Vigneto urbano di Parigi “Clos Montmartre”, e che coinvolgerà anche Vienna. “Il prossimo passo - spiega Luca Balbiano, curatore di Vigna della Regina - sarà dare forma giuridica a questo gruppo con realtà diverse. Torino, ad esempio, vede la sinergia tra le Cantine Balbiano e gli Amici di Villa della Regina, a Pompei c’è una partnership tra la Soprintendenza e l’azienda Mastroberardino, Siena ha un progetto che fa capo all’Università, i vigneti di Brescia e Napoli sono realtà private, Venezia e Parigi hanno alle spalle associazioni di promozione sociale. L’obiettivo è creare una linea di intervento per progetti di recupero storico e divulgazione culturale, ma anche per nuove iniziative imprenditoriali e sinergie pubblico-private, fino ad azioni congiunte di promozione turistica dei vigneti urbani d’Europa”. |
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Tra i tanti sodalizi che legano vino ed arte, uno dei più longevi, in Italia, è quello che, dal 1981, vede artisti di grande fama (da Emilio Tadini a Valerio Adami, da Gunter Grass a Dario Fo, da Yoko Ono ad Eduardo Arroyo, da Igor Mitoraj a Joe Tilson, tra gli altri), “vestire” il Chianti Classico di Nittardi, i cui vigneti furono di proprietà del grande Michelangelo Buonarroti, e oggi di Peter Femfert e Stefania Canali. E, così, è la volta di Allen Jones, mito della Pop Art, che ha vestito il Chianti Classico Casanuova di Nittardi Vigna Doghessa 2016, ispirandosi alla donna e alla sua sensualità.
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Una doppia magnum di Masseto 1996, stimata tra i 2.000 ed i 4.000 euro, tanto quanto le annate 2014, 2013, 2012, 2011 e 2010 dell’Ornellaia Vendemmia d’Artista, sempre in doppia magnum, come il Masseto 2014, stimato tra i 1.900 ed il 3.800, per l’Italia; si vola tra i 15.000 ed i 25.000 euro per la magnum di Domaine Romanèe Conti, Romanee Conti 1971, e tra gli 8.500 ed i 17.000 euro per l’annata 2010 del grande nome di Borgogna, stessa quotazione stimata per le annate 2012, 2013 e 2014, dalla Francia: ecco i lotti più quotati dell’“Asta Vini Pregiati e da Collezione” (681 lotti complessivi) della casa d’aste Pandolfini, di scena il 29-30 ottobre a Firenze, a Palazzo Ramirez-Montalvo. |
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Da “mangiatori di vino” a cultori della birra, con il consumo di superalcolici che ha a che fare più con gli aspetti psicotropi che con il piacere del bere: il rapporto tra i giovani italiani e l’alcol nelle parole di Claudio Cippitelli, sociologo esperto di consumi, fenomeni e culture giovanili. “Il vino a tavola ha rappresentato per un lungo periodo il modello di consumo dominante, ma oggi si beve perlopiù lontano dai pasti e nel week end. Cambiano le modalità così come li topologie, arrivando a fenomeni estremi come il binge drinking”. |
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