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N. 3.031 - ore 17:00 - Lunedì 16 Novembre 2020 - Tiratura: 31.087 enonauti, opinion leader e professionisti del vino |
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Anche in tempo di Covid la critica enogastronomica non si ferma. E sul fronte dei ristoranti, il 25 novembre a Milano, sarà di scena la presentazione della più attesa, la Guida Michelin. Dalle ore 11, tutto on line, con i verdetti, i contributi live e registrati, compreso quello di Gwendal Poullennec, direttore internazionale delle guide Michelin, e le novità, presentate da Marco Do, direttore della comunicazione della Guida Michelin. Tra cui le “stelle verdi”, assegnate agli chef impegnati sul tema della sostenibilità, indipendentemente dalle stelle “classiche”. Il 24, invece, tocca al Gambero Rosso, mentre L’Espresso ha rinviato a marzo-aprile. |
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Tre vini dalla Sicilia, di cui due dall’Etna (l’Etna Rosso Contrada Sciaranuova V.V. 2016 di Tasca d’Almerita e l’Etna Rosso Pre-phylloxera Vico 2016 di Tenute Bosco, oltre al Terre Siciliane Nero Ossidiana 2016 di Tenuta di Castellaro), tre dalla Toscana (il G. Punto 2018 di Duemani, il Liù 2018 di Castello dei Rampolla ed il Val d’Arno di Sopra Bòggina C 2018 di Petrolo), tre dal Piemonte (il Colli Tortonesi Timorasso Fausto 2016 di Vigne Marina Coppi, il Langhe Nebbiolo Claré J.C. 2019 di G.D. Vajra ed il Barolo Undicicomuni 2016 di Arnaldo Rivera), due dalla Campania (il Greco di Tufo Goleto 2017 di Tenute Capaldo, azienda nell’azienda di Feudi di San Gregorio, ed il Phos 2017 di Roccamonfina de I Cacciagalli) ed uno dall’Alto Adige (il Valle Isarco Kerner 2018 di Köfererhof): sono i 12 vini italiani da scoprire, nella “Robert Parker Wine Advocate Top 100 Wine Discoveries 2020” n. 1 (in anteprima per gli abbonati, dal 17 novembre on line per tutti), la nuova “chart” che, da quest’anno, viene pubblicata da una delle pubblicazioni più autorevoli del mondo del vino, realizzata dando priorità a vini che raccontano valori, che sono capaci di essere longevi, prodotti in maniera sostenibile, e che, in qualche modo, raccontano un approccio innovativo, in vigna, in cantina e non solo. Non è una classifica, sottolineano da “The Wine Advocate” (la cui italian editor è Monica Larner, ndr), ma una lista di 100 vini da scoprire, tutti con lo stesso peso, e con il tema della sostenibilità tra i più importanti nella scelta. Una lista,che guarda a tanti Paesi produttori di vino, come Italia e Francia, Usa e Canada, Australia e Nuova Zelanda, Argentina e Cile, Germania e Austria, Spagna e Portogallo, ma anche Sudafrica e Cipro, Cina e Libano, per raccontare un caleidoscopio enoico di orizzonte mondiale tutto da scoprire. Un riconoscimento importante, che accende la luce su territori e produttori, e che è ancor più importante vista l’autorevolezza della rivista, e anche il momento difficile che tutti i produttori di vino stanno vivendo, come raccontano (nell’approfondimento) produttori come Alberto Tasca (Tasca d’Almerita), Antonio Capaldo (Tenute Capaldo), e Francesco Bellocchio, che guida con la moglie Anna la cantina Vigne Marina Coppi, che porta il nome della primogenita del “campionissimo” Fausto Coppi. |
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Il sistema della ristorazione scolastica italiana ha subito cambiamenti importanti a causa del Covid-19, sia in termini organizzativi (costi, spreco e impatto ambientale) che di equilibrio nutrizionale: se fino a febbraio 2020, infatti, si registravano moderati sforzi verso menù più sani e sostenibili, pur con la prevalenza di proteine animali e carboidrati, la mensa post lockdown ha semplificato la propria offerta, appiattendosi intorno a pasta e pizza. È la fotografia scattata da Foodinsider, osservatorio delle mense scolastiche, presentata con Slow Food, valutando l’equilibrio e l’impatto sull’ambiente di 52 menù scolastici italiani, che registra un moderato sforzo verso proposte più sane e sostenibili: più legumi e meno carne rossa e alcune iniziative degne di nota contro lo spreco. Tra i migliori spicca Cremona, seguita da Fano, Jesi, Trento, Rimini e Bergamo. |
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In un anno decisamente singolare come il 2020 del Covid, anche la vendemmia è stata del tutto peculiare in Borgogna, uno dei territori-mito del mondo del vino. Annata che, a livello quantitativo dovrebbe aggirarsi su una produzione di 1,5 milioni di ettolitri, in crescita sul 2019 (ma i dati non sono ancora definitivi e ufficiali), e che, come spiega le Bureau Interprofessionnel des Vins de Bourgogne, è stata segnata da un anticipo piuttosto marcato, nell’ordine di tre settimane sulla media, tanto che si è iniziato a raccogliere già il 12 agosto nel Mâconnais. Anticipo, ma anche deficit idrico e alte temperature, hanno segnato differenze importanti da zona a zona, dando vita ad un’annata che “è più che mai lo specchio della diversità della Borgogna”. Una vendemmia che ha richiesto grande pazienza e pragmatismo in vigna, ma che poi, grazie ad uve sanissime, ha reso più semplici le cose in cantina. E dai primi assaggi alcuni immaginano la 2020 come una grande annata da invecchiamento”. Annata che sarebbe stata protagonista dell’edizione n. 160 della Vendita dei vini dell’Hospices de Beaune, la più antica e ricca asta charity del mondo (nel 2019 raccolti 13 milioni di euro), in programma nei giorni scorsi, ma annullata a poche ore dal via a causa del Covid dalla Prefettura, e rinviata a data da destinarsi. |
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Una bottiglia che non esiste più, figlia di un passato lontano, quasi da antiquariato enoico, ma che da sola vale il prezzo del biglietto, o meglio, dell’asta firmata Bolaffi, che il 26 novembre batterà in diretta online 790 lotti. È quella del Barolo Monfortino Riserva 1955 di Giacomo Conterno, in un formato desueto come il Quarto di Brenta: 13,05 litri del vino italiano più ricercato nelle aste del vino, in Italia e nel mondo, ma anche il più performante sul mercato secondario dei fine wine. Base d’asta: 10.000 euro. |
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Meno olio ma di buona qualità, la crisi Covid che si fa sentire, la necessità di rinnovare gli impianti attuali per aumentare la produzione e la luce in fondo al tunnel per quanto riguarda la Xylella: a fotografare lo stato del settore oleario italiano, con la campagna appena avviata, è Assitol, l’associazione italiana dell’industria olearia, che stima un calo di produzione non soltanto in Italia ma in tutta l’area del Mediterraneo (tranne in Spagna). Secondo le stime di Assitol, la campagna 2020-2021 nel Belpaese si attesterà sulle 250.000 tonnellate. A soffrire maggiormente la Puglia, da sempre considerata “l’uliveto d’Italia”, che vede dimezzare i suoi quantitativi, seguita da buona parte delle Regioni del Sud (fa eccezione la Sicilia). Sono in crescita le Regioni centrali, in particolare Toscana e Umbria, e il Nord, soprattutto Liguria, Emilia Romagna ed il Garda. |
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Progetto crossmediale che vede insieme Eataly, Federdoc, Fondazione Qualivita, Origin Italia, e Treccani. Oggi negli Eataly in Italia, domani nel mondo, anche nelle ambasciate. Per raccontare, anche con la tecnologia, Dop e Igp che, nel piatto e nel calice, sono solo la summa di un percorso lungo fatto di storia, tradizione, innovazione, sapienza, cultura, lavoro e conoscenza, che hanno dato forma a tanti territori d’Italia, per come li conosciamo oggi.
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