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N. 3.591 - ore 17:00 - Mercoledì 18 Gennaio 2023 - Tiratura: 31.127 enonauti, opinion leader e professionisti del vino |
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Gli spumanti “rubano” mercato ai vini fermi, anche in Italia. Nel 2022, l’unica categoria in gdo e retail che è cresciuta è quella degli “Altri spumanti Charmat” (diversi dal Prosecco), con una crescita tendenziale in volume del 13%, a fronte di un calo generale degli acquisti allo scaffale che supera il -6%, con perdite sopra la media per la tipologia dei vini fermi (-7%) e, in particolare, per le Doc rosse (-11%). E nel periodo 2019-2022, le bollicine in genere sono cresciute del 17% nei volumi, mentre il vino fermo ha segnato -8%. A dirlo i dati dell’Osservatorio Unione Italiana Vini (Uiv) e Ismea (su base Osservatorio Ismea-Nielsen IQ). |
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L’export del vino italiano nel 2022 è destinato a superare, secondo qualsiasi tipo di previsione, gli 8 miliardi di euro (con quello generale del made in Italy agroalimentare verso i 60 miliardi di euro, secondo Coldiretti), e i dati Istat sui primi 10 mesi dello scorso anno, analizzati da WineNews, confermano, sostanzialmente, i ritmi di crescita registrati sin dai primi mesi dell’anno, con le spedizioni arrivate a quota 6,52 miliardi di euro, in crescita dell’11,2% sullo stesso periodo del 2021. Un aumento speculare a quello dell’inflazione registrata in Italia al mese di ottobre (+11,8%), frutto di una dinamica positiva del prezzo medio, visto che a volume il dato sui primi 10 mesi 2022 è identico a quello dello stesso periodo del 2021: 18 milioni di ettolitri. Per capire se il vino italiano abbia saputo anticipare - almeno sui mercati esteri - quella che sarà una necessità di ogni settore produttivo in questo 2023, ossia aumentare i prezzi per assorbire l’aumento dei costi di energia e materie prime, sarebbe interessante e utile conoscere la composizione del “paniere” delle esportazioni, e capire quindi se si tratti di reale aumento del prezzo medio, o se invece le importazioni abbiano riguardato vini di maggiore qualità. Guardando ai mercati, i 28 Paesi dell’Unione Europea valgono poco meno della metà delle spedizioni di vino italiano nel periodo: 3,2 miliardi di euro (+12,1%). Una risposta importante da quella che, nelle previsioni, sarà l’area in maggiore difficoltà nei prossimi mesi. Locomotiva economica, ovviamente, sarà comunque la Germania, dove il vino italiano segna una crescita del +5%, a quota 955 milioni di euro. Continua a correre anche la Gran Bretagna, nonostante la frenata della Sterlina, arrivata a 667 milioni di euro di importazioni (+13,5%). Da segnalare il dato dell’Irlanda, da giorni nell’occhio del ciclone per la decisione (avallata dalla Commissione Ue) di inserire gli “health warnings” nelle etichette degli alcolici, compreso il vino: nei primi 10 mesi 2022 ha importato 38 milioni di euro di vino italiano, +20%. Il punto di riferimento nel mondo, però, è Oltreoceano, in quegli Stati Uniti che, nel periodo, hanno importato 1,59 miliardi di euro di vino italiano (+8,8%), mentre in Asia corre solo il Giappone, 172,4 milioni di euro di vino importato: +29,3% (tutti i dai in approfondimento). |
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Un buon modo, per fare un ulteriore bilancio del 2022 del vino italiano, con un occhio al 2023 appena iniziato, osservandolo da un altro osservatorio, quello degli imbottigliamenti delle 220 denominazioni certificate da Valoritalia, che rappresentano più del 60% del vino italiano di qualità, da cui emerge un quadro a tinte meno fosche delle attese. Sul 2021 il risultato finale presenta un saldo negativo pari al -3,42%, ma superiore del +4,72% alla media del triennio 2019-2021, con andamenti differenziati tra le diverse denominazioni del Belpaese: Prosecco (+2%), Asti e Moscato d’Asti (+1%), Doc Delle Venezie (-19%), Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore (-7%), Chianti Classico (-5%). I dati mostrano inoltre una elevata concentrazione nei volumi imbottigliati: le prime 10 denominazioni rappresentano il 71% dei volumi totali, e le ultime 120 appena l’1%. |
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“I vignaioli sono dei benefattori dell’umanità, dei monumenti nazionali che dovrebbero essere onorati come i musicisti, i pittori e i poeti. Io li guardo come colleghi, tali e tante sono le affinità tra l’uomo del libro e quello del vino. Un anno di lavoro paziente, di cure meticolose, le stesse preoccupazioni durante la gestione, i temporali, le grandinate, le gelate tardive, i periodi di siccità. Potatura, diserbo, concimazione, cancellature, rettifiche sono necessità che si impongono nello stesso modo al vignaiolo e allo scrittore fino al momento dell’imbottigliamento o della stampa. Alla fine, si confezionano i libri e si incollano le etichette. In entrambi i mestieri si parla di tirage”. È la riflessione di Gérard Oberlé, tra i più importanti bibliofili francesi, in “Itinéraire spiritueux” (Éditions Grasset, 2006). Attuale, quando tra le affinità, lo scrittore sottolinea come “poi la creatura vi sfugge di mano, i critici lo incensano o lo stroncano, è il momento del successo o della delusione. Fiere e saloni, assegnazioni di premi e di medaglie; traduzioni in lingue straniere ed esportazione. La messa in vendita di un millesimo è l’inaugurazione della nuova stagione editoriale del vignaiolo. I bevitori e i lettori attendono le novità. Con gli anni, alcuni di loro diventano fedeli, altri sono delusi e vi abbandonano, ma a volte tornano”. |
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La promozione del vino italiano nel mondo riparte con Vinitaly, con un “road show” senza precedenti che, da domani 19 gennaio al 23 febbraio 2023, toccherà 9 Paesi, Austria, Usa, Danimarca, Germania, Belgio, Svizzera, Regno Unito, Giappone e Corea del Sud, che rappresentano complessivamente i due terzi del totale delle esportazioni di vino del Belpaese. Grazie al lavoro di Veronafiere (nella foto presidente e ad, Federico Bricolo e Maurizio Danese) con le istituzioni, Ice-Agenzia e il sistema camerale (i dettagli in approfondimento). |
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Le spedizioni totali di Champagne, nel 2022, ammontano a 326 milioni di bottiglie, con un aumento dell’1,6% sul 2021. Risultati che confermano, e addirittura migliorano, nei numeri comunicati dal Comité Champagne, quelli anticipati a fine anno dall’Union des Maisons de Champagne (qui), e che raccontano il dinamismo generale del mercato dello Champagne, sia in volume che in valore, che supera nelle spedizioni, per la prima volta, i 6 miliardi di euro. La Francia, con 138,4 milioni di bottiglie, registra un leggero calo (-1,7%), mentre le esportazioni, con 187,5 milioni di bottiglie, sono aumentate del 4,3% in un anno, ad un prezzo medio di 32 euro a bottiglia, e confermano la loro preponderanza rispetto al mercato nazionale: la quota delle esportazioni sul totale delle vendite, infatti, è passata dal 45% di dieci anni fa a poco più del 57% di oggi. |
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L’intervento di Pierre-Louis Teissedre, presidente della Commissione Sicurezza e Salute Oiv, al Simposio “Vino e Salute” di Assoenologi. Con il racconto di tanti esempi e tante ricerche scientifiche e studi che, negli anni, hanno messo in evidenza come un consumo regolare e moderato del vino (e non solo) possa avere effetti benefici per la salute sul fronte delle malattie cardiovascolari e neurodegenerative. |
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