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N. 2.965 - ore 17:00 - Venerdì 14 Agosto 2020 - Tiratura: 31.087 enonauti, opinion leader e professionisti del vino |
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Non solo i dazi Usa al 25% sui vini introdotti ad ottobre 2019 e mantenuti nella recente revisione del “carosello” (da cui si è salvato ancora una volta l’Italia): le incognite sulla Brexit e poi la pandemia che ha colpito duramente prima la Cina e poi il resto del mondo, è costata al vino francese 970 milioni di euro. Tanto il valore perso nelle esportazioni dai produttori francesi nel primo semestre 2020, secondo i dati delle dogane transalpine, analizzati dall’Osservatorio Spagnolo del Mercato del Vino. Si tratta di un perdita del -20,7% in valore (con il totale che si è fermato a 3,7 milioni di euro). |
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“Eccoci nella pineta, al crocicchio dove sono i limonari, con i gitanti stesi all’ombra dei pini, le radio accese, i cartocci e le bottiglie di Ferragosto”. Non sarà proprio come nei “Racconti romani” di Alberto Moravia (1948-1959, che circolano tantissimo in rete in questi giorni, ndr) su un’Italia alle soglie del miracolo economico, più schietta e forse più felice, che sapeva divertirsi con poco e godere di ciò che la natura sapeva offrire nella stagione più calda, ma, in questa insolita estate, anche il 15 agosto in tempo di pandemia avrà il sapore un po’ vintage della riscoperta delle cose semplici e della tradizione. “Sarà meno ecumenico, con le persone che conosciamo bene, per prudenza, non ci saranno tavolate oceaniche ma più mirate, e privilegeremo luoghi e riunioni all’aperto, sperimentando tutte le forme di convivialità possibili in un momento come questo”, spiega, a WineNews, l’antropologo Marino Niola. Di certo, c’è che, “con tutte le precauzioni possibili, cercheremo di non farci mancare la festa”, che non cambia la sua natura, sacra e profana, e con la tavola che da sempre ne è protagonista come di ogni festività italiana che si rispetti. Ma “cerchiamo di viverla meglio, sia sul piano alimentare che sociale. Perché se è vero che non ci può essere quella convivialità indiscriminata che c’è quando siamo gomito a gomito anche con gli sconosciuti, non vuol dire stare isolati, ma in gruppi più ristretti come cenacoli. Ma, in fondo, la convivialità, non significa caciara”. Ad essere mutato, è il nostro rapporto con l’agricoltura, al quale Ferragosto è legato, coincidendo con la stasi del lavoro dei campi ed il cambio di stagione, e non certo per la pandemia. “Non siamo una società agraria, ma tecnologica, e Ferragosto ha meno a che fare con l’agricoltura, però è comunque diventato il “Capodanno della società del tempo libero”, anche adesso che le attività sono ferme”. Tradizione vuole che pranzi e grigliate al mare o in campagna siano immancabili, ma lo trascorreremo con uno spirito diverso che si rifletterà sulla convivialità “che possiamo definire “sub condicione”, in maschera o in mascherina. Abbiamo una libertà limitata, ma non è che non abbiamo nessuna libertà, l’importante è essere responsabili. Non dobbiamo vivere tutto come una perdita, ma fare i conti con il presente e tirarne fuori il meglio”. |
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In questo Ferragosto, dove la voglia di convivialità si scontra la preoccupazione per una pandemia che non si spegne, una buona bottiglia di vino è un piccolo lusso da concedersi. In quest’anno in cui si sono riscoperti i piccoli borghi, la bussola da seguire per scegliere il vino potrebbe essere proprio il “localismo”, inteso come bere vini dell’azienda più vicina o del territorio in cui ci si trova. Un’idea, tra le tante possibili che il vino italiano sa offrire. L’importante è bere bene, insieme alle persone più care, in sicurezza. Ma se proprio non sapete cosa scegliere, questi i nostri consigli. O meglio, i consigli degli appassionati che seguono il vino attraverso i canali social di WineNews, ed in particolare Instagram, con il nostro profilo seguito da oltre 21.100 follower (in un anno di vita, ndr), con i vini recensiti che hanno ricevuto più “like” (nell'approfondimento). |
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La piemontese Pio Cesare, con il Barolo Ornato 2016 e con il Barbaresco 2016, quella siciliana Donnafugata, con il Mille e Una Notte 2017 e il Ben Ryè 2017, la pugliese Gianfranco Fino, con l’Es 2018 ed il Sé 2018, la sarda Silvio Carta, con la Vernaccia di Oristano 2016 e 1968, la toscana Duemani, con il Duemani 2017 ed il Suisassi 2017, l’altoatesina J. Hofstätter, con il Kolbenhof 2018 ed il Barthenau Vigna S.Urbano 2017: ecco le cantine premiate con due riconoscimenti nella “Top 100” di “The WineHunter Award 2020” by Helmut Köcher, che WineNews è in grado di anticipare, selezione del meglio dell’Italia del vino (dal 16 agosto on line su award.winehunter.it, con i premi e le info sui vini, ndr) di scena nel “Merano Wine Festival n. 29”, evento fisico, in calendario dal 6 al 10 novembre, a Merano, salotto buono del vino del Belpaese. Tante le grandi griffe del vino italiano premiate, da Bellavista a Maso Martis, da San Michele Appiano a Terlano, da Marisa Cuomo e Quintodecimo, da Planeta e Tasca d’Almerita, da Masciarelli a Marchesi di Barolo e Domenico Clerico, da Il Marroneto a Dei, dalla Tenuta dell’Argentiera a Petra, da Fontodi e Montevertine, da Tenuta di Trinoro a Bertani e De Buris (Tommasi Family Estate), solo per citarne alcune (l’elenco completo nell’approfondimento). |
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Sono 400.000 i turisti che hanno scelto di trascorrere il Ferragosto in agriturismo all’insegna della buona tavola e del relax all’aria aperta, ma anche della sicurezza, visto che le campagne sono i luoghi dove è più facile garantire il rispetto delle misure di sicurezza. A dirlo la Coldiretti, che rileva però come pesi l'assenza di stranieri, che in alcune Regione rappresenta il 60% del totale. Una delle tante indicazioni che arriva in un anno in cui gli italiani hanno riscoperto piccoli borghi e campagne come mete turistiche, alla ricerca di vino e prodotti di territorio. |
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Se l’Italia del vino ha salutato con un sospiro di sollievo il fatto che nulla sia cambiato a livello di dazi Usa, negli States, invece, resta grande in livello di allarme per quelli rimasti, al 25%, su gran parte dei vini di Francia, Germania, Spagna e Regno Unito, che stanno colpendo duramente il business in America, già pesantemente penalizzato dal Covid. “Se il Governo vuole davvero aiutare l’economia americana a recuperare dalla pandemia devono finire questa follia di dazi che uccidono il lavoro”, ha dichiarato, alla rivista “Wine Spectator”, Ben Aneff, presidente della Us Wine Trade Alliance. Secondo un recente studio della Wine & Spirits Wholesalers of America, gli attuali dazi potrebbero costare, a fine anno, 93.000 posti di lavoro persi, 3,8 miliardi di dollari di stipendi persi e un danno complessivo di 11 miliardi di dollari per l’economia americana. |
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Parlano due degli ingegneri “agronomi” al top nel mondo: “quello che è sotto la superficie del vigneto, la profondità delle radici, è fondamentale”. E la viticoltura d’Italia lo scoprendo, non solo nei suoi territori più blasonati: “nel Belpaese c’è molto di più di Toscana, Piemonte e Sicilia, ci sono ancora tanti territori capaci di esprimere vini di grande carattere e tipicità, ancora da scoprire e da far conoscere al mondo”. |
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