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N. 3.443 - ore 17:00 - Venerdì 17 Giugno 2022 - Tiratura: 31.116 enonauti, opinion leader e professionisti del vino |
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L’enoturismo è una realtà consolidata nel mondo, e piace ad ogni livello: dalle esperienze più semplici e accessibili per tutte le tasche, a quelle esclusive nei grandi wine resort di lusso. Ed ora, tra guide cartacee e digitali, servizi e app dedicati a chi vuol dormire tra le vigne, si fa largo anche Airbnb, la piattaforma nata, originariamente, per prenotare soggiorni in case private messe a disposizione degli utenti. Che, da qualche tempo, nell’aggiornamento estivo della app, ha introdotto proprio la categoria “Vineyards”, che già comprende oltre 120.000 destinazioni in tutto il mondo (e oltre 1.000 in Italia) tra cui scegliere … |
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In una Verona il cui legame con la musica è tanto profondo quanto lo è quello con il suo vino più celebre (testimoniato anche dai 1.200 ettari di vigneto nei confini comunali, che fanno della città, “capitale della Valpolicella”, un grande “vigneto urbano”), l’Amarone prende in prestito le tradizioni della lirica per presentare al mondo l’annata 2017 con “Amarone Opera Prima”, l’evento straordinario del Consorzio Vini Valpolicella, dal 17 al 20 giugno (il 18 giugno, su invito, all’Arena per assistere all’“Aida”, l’opera più rappresentata di sempre, di Giuseppe Verdi, grande appassionato di vini e vigneron). Un legame, quello tra il vino della Valpolicella e l’Arena di Verona, testimoniato anche dal fatto che molte cantine (in approfondimento) hanno adottato alcune delle 67 colonne dell’anfiteatro, in un progetto di mecenatismo della Fondazione Arena. In un territorio in cui il vino, Amarone in testa, muovere un giro d’affari di 600 milioni di euro all’anno. Quaranta le cantine di “Amarone Opera Prima” (da Bertani a Ca’ Rugate, da Gerardo Cesari a Corte Figaretto, da Costa Arènte a Domíni Veneti, da La Collina dei Ciliegi a Le Guaite di Noemi, da Massimago a Monte Zovo - Famiglia Cottini, da Montresor a Pasqua Vigneti e Cantine, da Rocca Sveva a Roccolo Grassi, da Santa Sofia a Santi, da Sartori di Verona a Secondo Marco, da Terre di Leone a Valentina Cubi, da Vigneti di Ettore a Zeni 1870). Ma l’Amarone sarà celebrato anche in uno dei “templi” del buon bere italiano e mondiale, sempre premiato dal magazine cult Usa “Wine Spectator”, che da anni gli assegna il “Grand Awards”, massimo riconoscimento per le migliori carte del vino al mondo. Ovvero l’Antica Bottega del Vino, di proprietà delle Famiglie Storiche (Allegrini, Begali, Brigaldara, Guerrieri Rizzardi, Masi, Musella, Speri, Tedeschi, Tenuta Sant’Antonio, Tommasi, Torre d’Orti, Venturini e Zenato, 13 aziende capaci di sviluppare un fatturato aggregato di 81 milioni di euro, il 23% del giro d’affari complessivo dell’Amarone). In un connubio di emozioni positive amplificate dal buono del vino e dalla bellezza di Verona che, almeno è l’auspicio, potrebbero essere preludio ad una distensione dei rapporti tra Consorzio dei Vini della Valpolicella e le Famiglie Storiche, nell’interesse superiore della Valpolicella, uno dei miti del vino italiano nel mondo. |
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Il binomio vino-Nft è sempre più gettonato, in un panorama dei Non Fungible Tokens sempre più colorato dal nettare di Bacco. E ora arriva un altro progetto che vede in campo un esperto del settore come Xavier Garambois, ex vicepresidente di Amazon Europa, che, insieme a Guillaume Jourdan, Ceo di VitaBella a Parigi, Nicolas Mendiharat, Ceo di Palate Club a San Francisco, ha lanciato il progetto Winechain, pronto a varare la sua “piattaforma indipendente di Nft creata e pensata per i grandi vignaioli. Decisamente orientato a instaurare un rapporto diretto con le nuove generazioni di consumatori di tutto il mondo, il marketplace ha già raccolto oltre 1,3 milioni di euro presso una community internazionale di grandi vignaioli e di appassionati per finanziare questo progetto che associa vino e tecnologia”. Il varo a fine 2022, con l’uscita del primo wiNeFT. |
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Mai come in questi tempi di incertezza nessun mercato del vino è trascurabile. Tanto più quelli che guardano all’Est Europa, soprattutto con Paesi come Russia e Ucraina di fatto bloccati dalla tragedia della guerra. E così, diventano ancora più importanti da coltivare mercati di Paesi come Estonia e Polonia, target del “Simply Italian Great Wines Eastern Europe Tour 2022” dalla Iem guidata da Marina Nedic e Giancarlo Voglino, che il 21 giugno farà a tappa a Tallinn, capitale Estone, mentre il 23 giugno toccherà Varsavia, prima città polacca(con realtà come la siciliana Principi di Spadafora o la friulana Cantina Produttori Cormòns, passando per due tra i più importanti consorzi di Toscana, ovvero quello del Chianti e quello del Vino Nobile di Montepulciano, solo per citarne alcuni). Si tratta di due mercati il cui valore va ben oltre i singoli numeri.La Polonia, dove il 25% del vino importato è tricolore, secondo i dati Istat analizzati da WineNews, nel 2021 ha imporato vino dal Belpaese per 88 milioni di euro, e, nel 2022, tra gennaio e marzo, ha mosso un flusso economico di 22,1 milioni di euro verso l’italia. L’Estonia, invece, ha chiuso il 2021 con importazioni di vino italiano (che vale il 20% del mercato, dietro alla Francia) per 16,1 milioni di euro, e aperto il 2022 con 4,3 nel primo trimestre. |
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Con voto all’unanimità, nella tarda serata di ieri, Veronafiere, uno dei più importanti organizzatori di fiere ed eventi nel mondo del wine & food, Vinitaly in primis, la più importante fiera al mondo dedicata al vino italiano, ha un nuovo amministratore delegato, nel segno della continuità aziendale: è Maurizio Danese (come anticipato da WineNews), già ai vertici della Spa, come presidente dal 2015 a maggio 2022. L’ex dg Veronafiere Giovanni Mantovani, in pensione dal 1 luglio, stando a rumors WineNews, resterà, invece, nel ruolo di consulente della fiera di Verona. |
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La produzione di vino segue i ritmi della vigna e della natura, ma la sua immissione sul mercato è fatta anche di un processo industriale che, come tante altre merci, ha bisogno di programmazione e materie prime. E quando vengono a mancare, la produzione si arresta. Come denuncia Bottega, uno dei brand del Prosecco più affermati del mondo. L’azienda, guidata da Sandro Bottega, spiega una nota, ha visto le linee produttive bloccarsi per ben sei volte in poche settimane, per la mancanza di vetro. “In due mesi - si legge nel comunicato dell’azienda di Treviso - si può quantificare infatti una mancata produzione di 300.000 bottiglie, con il relativo danno economico”. E se la soluzione è nella sostenibilità e nelle tecnologie del futuro, intanto, Bottega, “annuncia che, data la mancanza di vetro, reintrodurrà il vuoto a rendere per alcune delle proprie bottiglie”. |
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La corsa del territorio su un doppio binario fatto di largo consumo in gdo, grazie ai grandi produttori, e di vette qualitative, grazie agli artigiani. Dalla “Abruzzo Wine Experience” voluta dal Consorzio Vini d’Abruzzo, le riflessioni dei produttori sul domani di una regione storica del vino, che sta rivedendo l’asseto della propria piramide produttiva con un cambio di disciplinare, legato a pilastri come il Montepulciano d’Abruzzo ed il Trebbiano, ma non solo.
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