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N. 3.448 - ore 17:00 - Venerdì 24 Giugno 2022 - Tiratura: 31.116 enonauti, opinion leader e professionisti del vino |
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La gestione sostenibile della vigna e del suo ecosistema, fa bene anche alla fauna “utile” al ciclo produttivo di uva e vino. Come, per esempio, gli uccelli insettivori, che aiutano in maniera naturale a combattere, insetti dannosi e parassiti della vite, a beneficio dei viticoltori e delle aziende. Emerge dal lavoro di due ricercatori italiani, Mattia Brambilla, dell’Università Statale di Milano, e Francesco Gatti, di Fondazione Lombardia per l’Ambiente, pubblicato sul Journal of Applied Ecology, e realizzato in Oltrepò Pavese, con il sostegno di Fondazione Lombardia per l’Ambiente e di Fondazione Cariplo (in approfondimento). |
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Il tema del lavoro, tra un’offerta che, per la prima volta, da molto tempo, sembra superare la domanda, per mille, complessi motivi, e per uno scenario che dopo la pandemia è profondamente cambiato, tocca tutti i settori. E se sotto i riflettori, da mesi, c’è la difficoltà nel trovare lavoratori nella ristorazione, dalla cucina alla sala, il mondo del vino non sembra far eccezione. E se, da anni, le organizzazioni agricole italiane, in vista delle fasi di vendemmia, lamentano la difficoltà a trovare manodopera in vigna, le cose sembrano complicarsi anche quando si parla di ospitalità in cantina, ma anche di agronomi ed enologi. Come spiega, a WineNews, Andrea Pecchioni, alla guida di Winejob, la più importante realtà italiana che si occupa di far incontrare domanda e offerta nel mondo del vino (e che ha aperto le iscrizioni per il suo Corso di Alta Specializzazione in Marketing Internazionale del Vino, in partnership con lo Ied - Istituto Europeo di Design a Firenze). “Anche nel mondo del vino, sul fronte ospitality, c’è grande difficoltà nel trovare lavoro, e serve fare formazione per agevolare questo ingresso. È una ricerca affannosa, così come lo è quella di export manager e marketing manager specializzati nel mondo del vino, che sono tra le figure più ricercate”, spiega Pecchioni. Che aggiunge: “anche se la manodopera non è il nostro focus, parlando con le aziende, è un dato di fatto che c’è difficoltà a trovare operai in vigna e in cantina, anche in vista della vendemmia, e anche i contoterzisti stanno facendo fatica. Così come è difficile trovare agronomi ed enologi, che oggi hanno un ruolo molto più ampio di quello strettamente tecnico, rispetto ad un tempo, perchè sono chiamati sempre più a fare promozione, pr e non solo”. Una difficoltà che non è solo questione italiana, come spiega a “Vitisphere” Guillaume Aubin, del portale francese Vitijob (entrambi del gruppo “La France Agricole”). Secondo cui le offerte di lavoro da parte del settore crescono (+27% nel primo trimestre 2022, sullo stesso periodo 2021), mentre le domande, invece, ristagnano e non tengono il passo. Con una difficoltà di far incontrare offerta e domanda che, in Francia, riguarda soprattutto figure come trattoristi, vignaioli, ma anche cantinieri, addetti agli imbottigliamenti e così via. |
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Dopo la riapertura dei locali, nel post-lockdown, la bevanda che sta riscuotendo più successo è la birra: che sia chiara (56,2%) o artigianale (45,3%), la birra supera il vino (bianco e rosso) che è al terzo posto (43,8%), cocktail e spirits al quarto (42,7%), lo spumante al quinto (19,8%). Un ruolino di marcia importante e che cresce grazie anche ad un interesse sempre maggiore per le birre low-alcohol e analcoliche (10,4%). Ecco i risultati di uno studio, commissionato dall’Osservatorio Birra all’Istituto Piepoli, che ha intervistato 200 gestori e proprietari di ristoranti, pizzerie, bar, pub, hotel e locali del Paese, mostrando attese, investimenti e speranze per il futuro degli addetti ai lavori di un settore che conta oltre 300.000 pubblici esercizi. |
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Nell’onda del movimento per l’affermazione dei diritti della comunità Lgbtq+, si inseriscono anche vino e ristorazione. Oggi, in Oregon, nella Willamette Valley, si celebra il primo “Queer Wine Fest”, nella cantina Remy Wine, i cui proventi andranno a finanziare la “Wine Country Pride”, associazione che si occupa di “celebrare in modo visibile la comunità Queer, collegando al contempo tutte le persone attraverso l’istruzione e l’attività economica”. Ma anche in Italia, dove è in corso il mese del Pride, ci si muove. Ed una iniziativa originale arriva da Milano (dove la parata del Pride sarà di scena i 2 luglio, ndr). Il titolo è quanto mai esaustivo: “Judges wines not people” (giudica i vini, non le persone). A lanciarla è Onest, locale che celebra l’inclusione e le diversità, grazie alla collaborazione con il duo creativo Tidisagio e ad una chiacchierata aperta a tutti con lo psicologo Raffaele Simone e l’avvocato Federica Brondoni. “Lorenza Licciardello e Lea Pedrinella, coppia nel lavoro e nella vita e fondatrici di Onest, hanno deciso di accogliere nel loro progetto una serie di personaggi in linea con la loro filosofia di vita, per promuovere un messaggio in maniera informale, creativa e conviviale”, spiega una nota”. Tra una chiacchierata ed un calice di vino, simbolo eterno di convialità e, quindi, di inclusione. |
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Il miglior distretto del vino in assoluto (e n. 5 a livello nazionale), per perfomance di crescita, redditività e patrimonializzazione, è quello dei Vini di Langhe, Roero e Monferrato, che, con i suoi Barolo, Barbaresco, Barbera e non solo, continua ad essere una delle locomotive del vino italiano. A dirlo il “Rapporto annuale sull’economia e finanza dei distretti industriali 2021” di Intesa San Paolo. Nel complesso, i distretti italiani, nel 2021, hanno visto un rimbalzo del fatturato del +25,2% sul 2020, e del +4,3% sul 2019. |
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Originaria della Sierra Leone e conosciuta come Chef Binta, è un punto di riferimento nella cucina Fulani, nomade e moderna. Erede delle tradizioni della più grande tribù nomade dell’Africa, è impegnata a diffondere l’essenza di questa cultura con “Dine on a Mat”, ristorante nomade che ha offerto in tre Continenti un’esperienza immersiva nei modi di mangiare e interagire con il cibo dei Fulani. Va alla chef dell’Africa occidentale Fatmata Binta il “Basque Culinary World Prize 2022”, un simbolo di come anche nei contesti più difficili, la gastronomia è una forza rivoluzionaria, con il prestigioso riconoscimento che, all’edizione n. 7, continua così a celebrarla come strumento per promuovere il progresso e la trasformazione in settori che vanno dall’innovazione sociale all’educazione alimentare attraverso chef che esercitano un influsso positivo sulla società. |
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Le riflessioni di uno dei massimi divulgatori della cultura enoica, a 360 gradi, e docente di Viticoltura all’Università di Milano. “Dobbiamo riportare il vino nel consumo familiare e ai pasti, al suo valore rituale, perchè riprenda forza anche nei suoi valori simbolici. E dobbiamo investire in ricerca per guardare al futuro, anche sull’onda di una ritrovata fiducia nella scienza, uno dei pochi effetti positivi di questo periodo di pandemia”.
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