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N. 3.716 - ore 17:00 - Martedì 30 Maggio 2023 - Tiratura: 31.127 enonauti, opinion leader e professionisti del vino |
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I Greci hanno portato in Italia la viticoltura, ma non ci si è mai chiesti come. Fino ad ora: una ricerca dimostra il contrario, seguendo le loro nella penetrazione dei territori appenninici, a partire dall’Alta Val d’Agri, in Basilicata, dove al loro arrivo la viticoltura era già una pratica diffusa, alla ricerca di uve e vini che porteranno in patria. Proseguono gli studi su “L’Enotria, Grumentum e i vini dell’Alta Val d’Agri” che saranno illustrati nel convegno “Alla scoperta dell’Alta Val D’agri. Terra di origine di alcuni vitigni che crediamo essere arrivati in Italia dalla Grecia” del Consorzio della Doc Terre dell’Alta Val d’Agri a Viggiano (9-10 giugno). |
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Il gruppo Cantine Riunite-Giv (Gruppo Italiano Vini), con 698,5 milioni (+10,1% sul 2021) si conferma leader del vino italiano in fatturato, davanti al neonato gruppo Argea, nato sotto l’egida del Fondo Clessidra (e che mette insieme realtà come Botter, Mondodelvino e Zaccagnini, ndr), con 455,1 milioni di euro, +9,6%, e ad Italia Wine Brands, con 430,3 milioni di euro, in crescita del 5,2% sul 2021. Appena ai piedi del podio il colosso romagnolo Caviro, con 417,4 milioni di euro in progresso del 7,1% sul 2021. Ancora, tra i big in “top 10” la più grande realtà cooperativa del Trentino, Cavit, con 264,8 milioni di euro (-2,3% sul 2021), e poi il gruppo Santa Margherita della famiglia Marzotto, con 260,7 milioni di euro, in crescita di ben il +18,2% sul 2021, e di fatto la prima realtà privata del vino italiano, seguita da vicino da Antinori, top brand del vino tricolore, con 245,4 milioni di euro, a +14,9% sul 2021. A chiudere la lista delle migliori dieci per volume d’affari, seguono la piemontese Fratelli Martini (237,6 milioni, +8,2%), La Marca, cantina trevigiana specializzata nella produzione di spumanti, con fatturato 2022 pari 235,2 milioni di euro (+30,9%), Mezzacorona, altro pilastro della cooperazione del vino del Trentino (213,4 milioni, +8,6%), e la veneta Zonin1821 (200,1 milioni, +0,8%). A dirlo l’“Indagine sul settore vinicolo in Italia” 2023 dell’Area Studi Mediobanca. A livello di redditività, invece, il 2022 vede in testa la toscana Frescobaldi, con rapporto tra risultato netto e fatturato del 28,4%, seguita dalla veneta Santa Margherita (19,7%), e da Terra Moretti della famiglia Moretti con un utile su fatturato del 13,7%, in aumento di 4,4 punti percentuali sul 2021, secondo tasso di crescita più alto dopo quello della Berlucchi (10,7%, +6% sul 2021). A livello di propensione all’export invece, primeggiano Fantini Group (già Farnese Vini, che, dal 2019, è di proprietà del fondo Usa Platinum, ndr), con una quota di fatturato realizzata all’estero del 96,4%, e Ruffino, storica realtà chiantigiana, ma con cantine e vigneti anche in terra di Prosecco Doc, e di proprietà del gruppo americano Constellation Brands, con il 93,2%, e poi ancora Pasqua (90,9%) e Argea (90,2%). Ma questi sono solo alcuni degli aspetti indagati dalla corposa indagine (in approfondimento). |
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La storia, quando si parla dei vini di Bordeaux, si scrive nel momento stesso in cui il vino finisce nei calici del trade e della stampa internazionale, ma che la 2022 fosse un’annata destinata a diventare una delle migliori del secolo è parso evidente ancora prima. Aspettative altissime, ampiamente confermate, anche l’analisi di Wine Lister, che ha fatto una media dei punteggi di Antonio Galloni e Neal Martin (Vinous), Jancis Robinson, Bettane+Desseauve e Le Figaro Vin. Il risultato è una top 30 di vini compresi tra i 95,8/100 di Cos d’Estournel ed i 98,2/100 di Cheval Blanc. In tutto, sono ben 64 i vini che hanno meritato più di 95 punti - ossia l’eccellenza -, più del doppio di un anno fa, quando furono 29. Cresce nettamente il voto medio delle prime 30 etichette: dai 95,2 punti della 2021 ai 96,8 punti per la top 30 della 2022 (continua in approfondimento). |
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L’inflazione ancora pesa sul carrello della spesa e sui consumi, in Italia e in molti altri Paesi del mondo, così come il caro energia e le materie prime, sebbene con un’intensità minore su qualche mese fa. E anche le tensioni generate dalla guerra da Russia e dall’Ucraina non aiutano nei mercati. Eppure, i maggiori produttori di vino italiano guardano con fiducia ad un 2023 secondo cui le vendite di vino nel complesso cresceranno, seppure di un modesto +3,3%, così come l’export, previsto a +3,1%, grazie, neanche a dirlo, all’ottimismo legato alle bollicine, segmento per cui si stima un +5,2% nei ricavi ed un +4,2% all’export, mentre per i vini fermi ci si aspetta una crescita intorno al 2,8% tanto nelle vendite che nelle esportazioni. Emerge dall’“Indagine sul settore vinicolo in Italia” 2023 dell’Area Studi Mediobanca, che riguarda le 255 principali società di capitali italiane con fatturato 2021 superiore ai 20 milioni di euro e ricavi aggregati per 10,7 miliardi di euro, pari all’89,3% del fatturato nazionale del settore (di cui 155 Spa ed Se, per un fatturato di 5,8 milioni di euro, 82 cooperative, che assommano 4,1 miliardi di euro, e 18 società estere, per 716 milioni di euro, e ancora 203 produttori di vini fermi e 52 di spumanti). |
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La siccità in Portogallo si aggrava ed il Ministero dell’Agricoltura annuncia un provvedimento a breve che proibirà, finché dura l’allerta nelle regioni dell’Alentejo e dell’Algarve, nuove colture intensive e permanenti di frutti rossi e avocado, ed il più tradizionale ulivo. Si tratta di colture che richiedono un uso eccessivo di acqua, spiegano al Ministero. All’inizio di maggio, il Governo portoghese aveva già dichiarato lo stato di siccità severa o estrema per il 40% del territorio nazionale. |
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Il ruolo degli enotecari, nel mercato dei consumi di vino, è fondamentale: in prima linea, a rispondere alle domande e alle necessità di consumatori più o meno esperti, ci sono loro, con un bagaglio di conoscenze che potrebbe fare impallidire un Master of Wine. Una professionalità a cui l’Associazione Enotecari Professionisti Italiani (Aeip), con la collaborazione di Vinarius - Associazione Enoteche Italiane, dedica il premio “Miglior Enotecario d’Italia”. Ad affermarsi, nell’edizione 2023, Silvia Angelozzi dell’Enoteca “Bellariva Enoteca Bistrot” (Teramo), nella categoria enoteca con mescita; Loredana Santagati dell’enoteca “MisterCoffee” (Catania), nella categoria bottiglierie; a Matteo Bertelà di “Metodo Froma Bottega” (Pavia), il premio speciale “miglior Enotecario Under 30”; si conferma miglior Enotecario all’estero Daniele Leopardi dell’Enoteca “Tentazioni” di Parigi. |
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A WineNews, Christian Marchesini, confermato presidente, con i vice Mauro Bustaggi (Corte Figaretto) e Andrea Lonardi (Angelini Wines & Estates ) del Consorzio che tutela un territorio da 600 milioni di euro di “fatturato vinicolo”. “Territorio in salute, anche se il trend del calo dei vini rossi ci tiene allertati, soprattutto per quello che non è Amarone. Dopo la “pace” con le Famiglie Storiche, l’auspicio è che le aziende rientrino nel Consorzio, dove si decidono le politiche del territorio”.
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