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N. 2.583 - ore 17:00 - Mercoledì 30 Gennaio 2019 - Tiratura: 31.087 enonauti, opinion leader e professionisti del vino |
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A Parigi (4 febbraio) con Antonio Ghilardi, tra i primi cuochi della scuderia di Marchesi dai tempi di Bonvesin de la Riva, executive chef di tutte le tappe , e due grandi allievi del maestro, Enrico Crippa e Davide Oldani; a Londra (12 febbraio) con Andrea Berton e Alfio Ghezzi; a Berlino (19 febbraio) con Ernst Knam e a Mosca (26 febbraio) con Carlo Cracco. Ecco le tappe europee del “Gualtiero Marchesi e la grande cucina italiana world tour” promosso da Fondazione Gualtiero Marchesi e Enit per celebrare la grandezza dell’Italia delle arti nelle sedi delle Ambasciate Italiane, che si chiuderà a Milano, il 19 marzo, anniversario della nascita di Marchesi.
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La crescita dei consumi mondiali di vini fermi, da qui ai prossimi cinque anni, sarà limitata ad un misero +0,5%, come emerge dalle previsioni dell’Iwsr - International Wine and Spirits Research, una progressione che di certo non riguarda il mondo della produzione biologica, destinata a ben altri ritmi. Nel 2022, come rivela lo studio per Sudvinbio presentato a Millèsime Bio, di scena a Montpellier, le casse di vino biologico vendute nel mondo arriveranno a 87,5 milioni (dai 56,3 milioni del 2017), su un totale di 2,426 miliardi di casse di vino commercializzate complessivamente, per una quota di mercato del 3,6%, per un giro d’affari complessivo di 8,7 miliardi di euro. Con il crescere della domanda, è destinato per forza di cose ad aumentare anche il vigneto bio, a partire dai Paesi storicamente produttori, ossia Italia, Spagna e Francia: se nel 2017 Spagna e Italia erano entrambe intorno ai 105.000 ettari vitati certificati a conduzione biologica, nel 2022 le superfici iberiche arriveranno a 170.000 ettari, quelle italiane a 130.000, e quelle francesi passeranno dagli attuali 85.000 a 100.000 ettari. Se oggi il 66% della produzione bio viene assorbita dai mercati europei di Germania (13,5 milioni di casse), Francia (9,3 milioni di casse), Gran Bretagna (5,7 milioni di casse) e Svezia (4,2 milioni di casse), tra i mercati da tenere sotto osservazione in termini di crescita c’è quello Usa, dove è attesa un’evoluzione dei consumi del 14,5% l’anno, fino ad arrivare a 8,7 milioni di casse, dalle attuali 4,5, guidata dai Millennials e dalle donne, specie delle grandi città, quindi New York, Los Angeles e Chicago. Ad oggi, però, il 72% del mercato è rappresentato dalle produzioni nazionali, con una quota del 12% per i vini italiani e del 6% per quelli francesi. Altro mercato interessante, nonostante la solita incognita della Brexit, è quello della Gran Bretagna: nel 2022 si arriverà a quota 9 milioni di casse di vini biologici vendute, in un mercato in cui i consumi di vini fermi, in generale, sono destinati a contrarsi, mentre dal 2012 ad oggi la quota del bio è già raddoppiata. Tassi di crescita importanti sono attesi anche in Sudafrica, Norvegia, Spagna, Germania, Cina e Italia. |
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Le aziende enoiche del Belpaese, per crescere, devono guardare all’estero, con strategie sempre più strutturate. Come racconta lo studio del professor Lorenzo Zanni, ordinario di Economia e Gestione delle Imprese all’Università di Siena, tra i fattori positivi c’è l’appartenenza ad un Consorzio, mentre la strategia più utilizzata è ancora l’export indiretto, ma in generale sono pochi i manager esterni, mentre continuano a pesare competenze “ereditate dal passato”, alla base di strategie di branding che si fanno sempre più complesse. Tra gli elementi di novità, l’ampliamento del numero dei mercati esteri emergenti, la digitalizzazione che sta diventando sempre più realtà ed il passaggio generazionale al timone delle imprese del vino, punto di forza dell’internazionalizzazione del settore. |
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Quello di Montalcino, e quindi del Brunello, è uno dei territori che spunta le quotazioni più alte per i propri vigneti: tra i 750.000 ed i 900.000 euro ad ettaro, con una rivalutazione del 4.500% dal 1966 ad oggi. Merito di un successo globale, rivitalizzato da annate diventate mitiche, come le recenti 2010 e 2012, grazie a cui ha raggiunto prezzi medi e quote di mercato, tra i fine wines del mondo, sempre più importanti. Un successo da non depauperare, nonostante le difficoltà di due vendemmie lontane ma vicine: la 2014, pronta ad andare in commercio, e la 2018, ancora in cantina. Sono il fil rouge lungo cui corre la narrazione del Benvenuto Brunello, che porta nei calici la 2014, definita “Eleganza alla prova”, concetto attorno al quale ruoteranno la tavola rotonda “Super Vini e Super Prezzi - Il Brunello e i Francesi” (15 febbraio) e dell’incontro “Il racconto del vino in TV” (16 febbraio). La 2018, invece, sarà celebrata, come sempre, dalla piastrella che ne indicherà, con le sue stelle, la qualità. Quante? Ancora non si sa, mentre, dai rumors WineNews, la firma dovrebbe essere quella di un vero e proprio eroe contemporaneo, Alex Zanardi, pilota, paraciclista e conduttore tv, atteso il 16 febbraio nella città del Brunello. |
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L’istituzione di una riserva nazionale delle autorizzazioni per evitare la perdita di potenziale viticolo, il recupero dei diritti di impianto in scadenza e delle autorizzazioni non utilizzate a favore delle imprese più dinamiche: sono alcune delle proposte che la filiera del vino, in una lettera congiunta firmata da Confagricoltura, Cia-Agricoltori, Alleanza delle Cooperative, Unione Italiana Vini, Federvini, Federdoc e Assoenologi, ha affidato al Ministro delle Politiche Agricole, Centinaio, in vista del dibattito finale, in Ue, sulla Pac post 2020. |
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Se il 2018 è stato un anno da ricordare per il mercato delle aste del vino (con un giro dʼaffari di 467 milioni di dollari, +22% sul 2017, da analisi di WineNews, e tanti record) anche il 2019 sembra destinato a rimanere nelle cronache del collezionismo enoico. Dal 29 al 31 marzo, ad Hong Kong, infatti, sarà di scena la “Tran-scend-ent Wines”, firmata ancora da Sothebyʼs, che si presenta come lʼasta con il valore pre incanto stimato più alto di sempre, tra i 19 ed i 26 milioni di dollari. Una tre giorni dove andranno sotto il martelletto oltre 2.700 lotti, per 16.889 bottiglie di vino, in quella che è presentata come la più grande collezione privata di un singolo proprietario mai andata all'asta, e che nel catalogo (ancora non pubblicato) conta i migliori nomi di Bordeaux, Borgogna, Champagne, Rodano e Italia. |
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A WineNews il presidente del Consorzio del Barolo e del Barbaresco, Matteo Ascheri: “la sinergia con Albeisa e Nebbiolo Prima, per la critica, e Grandi Langhe, per gli operatori, è stata un successo”. Ora però, in uno dei territori enoici più importanti del mondo, “sul piano vinicolo, e anche della comunicazione servono scelte strategiche per governare il futuro”. |
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