Se questo messaggio non è visualizzato correttamente clicca qui
|
N. 2.699 - ore 17:00 - Venerdì 26 Luglio 2019 - Tiratura: 31.087 enonauti, opinion leader e professionisti del vino |
|
|
|
|
|
|
Grazie alla Dieta Mediterranea, fatta di piatti diversificati e legati alla tradizione locale, l’Italia è il Paese con il record di longevità in Europa, con 14.456 ultracentenari insieme alla Francia. A dirlo è la Coldiretti, sulla base del rapporto Istat 2019 sui “Centenari d’Italia”. Pane, pasta, frutta, verdura, carne, olio extravergine e un bicchiere di vino consumati a tavola in pasti regolari hanno consentito agli italiani di conquistare il primato europeo. Un elisir di lunga vita riconosciuto con l’iscrizione nella lista Unesco già nel 2010, ma la Dieta Mediterranea si è anche classificata come migliore dieta al mondo del 2019 sulla base del best diet ranking 2019 dello “U.S. News & World Report”. |
|
|
|
|
Il mercato dei fine wine è una nicchia nel grande mercato generale del vino. Eppure, oltre ad essere il segmento, come è ovvio, a più alto valore aggiunto, è anche quello che contribuisce in maniera determinante a fare del vino un prodotto ambito, associato sempre più al benessere e all’edonismo. Ed è in crescita, non solo nei valori assoluti che muove, ma anche nel numero di “attori enoici” protagonisti di questo particolare palcoscenico vinicolo. Secondo i dati del Liv-Ex, la principale piattaforma di monitoraggio del mercato secondario, infatti, in soli 8 anni il numero di singoli vini (etichetta ed annata) scambiati è praticamente quadruplicato, passando dai 1.644 del 2010 ai 6.122 del 2018. Un record che sembra destinato ad essere superato ancora nel 2019, visto che in poco più di metà anno siamo già a 4.924 etichette. E se tra i territori i grandi dominatori sono Bordeaux (2.268 vini nel 2018, sui 1.126 del 2010), e la Borgogna (1.580 etichette, contro le 248 del 2019), l’Italia sale sul podio al terzo posto, grazie ad una crescita “monstre” nel numero delle sue referenze di fine wine “censite” dal Liv-Ex, passate dalle appena 61 del 2010, alle 617 del 2018, oltre 10 volte tanto. Un trend di lungo periodo, che, peraltro, trova conferma nel 2019, dove l’indice Italy 100, formato dalle più recenti annata fisiche di Sassicaia, Masseto, Solaia (Antinori), Tignanello (Antinori), Ornellaia, Barbaresco di Gaja, Barolo Monfortino Riserva e Barolo Cascina Francia di Giacomo Conterno, Guado al Tasso (Antinori) e Redigaffi di Tua Rita, ha messo a segno una crescita del +2,4%, in netta controtendenza rispetto allo 0,9% del Liv-Ex 100, indice di riferimento, e addirittura al -2% del Liv-Ex 1000. Con i vini italiani, peraltro, sempre più presenti nello stesso Liv-Ex 100: come annunciato nei giorni scorsi dalla piattaforma, agli attuali “membri” italiani del club delle etichette più performanti, ovvero Masseto 2014, Ornellaia 2013 e 2015, Sassicaia 2014 e 2015, Tignanello 2015 e Barolo Monfortino Riserva 2010 di Giacomo Conterno, si stanno per aggiungere anche Masseto 2015, Sassicaia 2016, Solaia 2015, Tignanello 2016, il Barolo 2014 di Bartolo Mascarello, il Barolo Villero 2013 Brovia e lo Sperss 2013 di Gaja.
|
|
|
|
|
Facebook mette al bando l’alcol: da ieri, il più popolare dei social network, proprietario anche di Instagram e WahtsApp, ha vietato sulle proprie piattaforme vendite private, commercializzazione e regali di alcolici e tabacchi, con il colosso che sta lavorando per imporre, a breve, restrizioni sui post pubblicitari che riguardano alcol e tabacco per confinarne la visualizzazione solo ai maggiori di 18 anni. Il bando varrà anche per i gruppi dediti alla commercializzazione di alcolici e tabacchi, e l’aggiornamento riguarda l’area dedicata alla “regulated goods policy” di Facebook, che vieta già la vendita di alcolici e tabacchi su Facebook Marketplace. Facebook, per tutelarsi, utilizzerà una combinazione di tecnologia e controllo umano per trovare e rimuovere i contenuti contrari alla nuova policy. |
|
|
|
|
|
In Italia il numero di ricerche medie annuali online sul prodotto “vino” è molto più basso rispetto a Francia, Usa e Canada, e se il vino più ricercato al mondo è italiano, ossia il Prosecco, seguito dallo Chardonnay, in Germania si cerca con sempre più interesse “come fare il vino”, mentre in Giappone si cercano corsi per sommelier, con il trend generale di ricerche su vino e vino italiano che è in continua crescita ovunque. È quanto emerge dall’analisi “Il Vino nei Paesi del G7”, firmata dalla società di marketing ByTek, sulle ricerche online tra il 2015 e il 2018 sul prodotto “Vino” e “Vino Italiano” in Italia, Francia, Germania, Uk, Usa, Canada e Giappone. In Francia le ricerche sul vino italiano riguardano prevalentemente la parola Prosecco, mentre in Gran Bretagna si registra un forte interesse per la categoria accessori ed il Prosecco è il vino italiano più ricercato. In Germania il trend è concentrato soprattutto sulla categoria accessori, negli Usa il Prosecco è il vino italiano più ricercato, ed anche in Canada il Prosecco è al primo posto per ricerche, con il Giappone che cerca di più Chardonnay, e gli italiani che cercano principalmente nome del vino, classifiche, produttori e tipologie. |
|
|
|
|
|
Stravaganze enoiche: sfondando il muro di ogni pregiudizio, e forse anche quello del buonsenso, un’azienda australiana, la Tasmanian Belgrove Distillery, ha recuperato 500 litri di vino sputato durante il Rootstock festival, a Sydney, per produrre le prime 80 bottiglie di “Kissing a Stranger”. Dall'altra parte del mondo, in California, la Tank Garage Winery, ha lanciato lo “Skin Flick”, un’etichetta pensata e lanciata per “celebrare l’età d’oro del porno”, la decade a cavallo tra gli anni Settanta ed Ottanta, tra glam e miti come John Holmes. |
|
|
|
|
Nell’Italia impaurita ed arroccata, in balia di un securitarismo spesso pronto a sacrificare, anche per legge, principi sacrosanti, come lo sono quelli dell’accoglienza e della solidarietà, resistono esempi integrazione in cui i migranti non sono né braccia da sfruttare né ospiti indesiderati, ma persone. Una di queste, ci porta a Treviso, dove il decreto Sicurezza ed il taglio dei fondi destinati all’accoglienza hanno portato alla fine della squadra di calcio dei profughi. Anzi, alla “quasi” fine, perché venuto a conoscenza della situazione, ha deciso di intervenire Filippo Polegato, figlio di Paolo, presidente di Astoria Wines, uno dei produttori di punta del Prosecco, e per niente nuovo ad iniziative importanti nel segno dell’antirazzismo e dell’integrazione, per farsi carico della squadra e garantire così l’iscrizione al prossimo campionato. |
|
|
|
|
|
“Il clima cambia, ma non deve spaventare. Negli ultimi 10-15 anni il clima ci ha aiutato a fare i vini migliori di sempre. Lavoro in 24 Paesi del mondo, buoni vini si possono fare ovunque, i grandi vini solo quando ci sono le condizioni. I vitigni autoctoni per l’Italia sono una grande risorsa, sono interessanti. Alcuni vini ancora non sono molto buoni, ma si può migliorare lavorando. Nella vita ho imparato che non bisogna mai mollare, perchè c’è sempre una soluzione”.
|
|
|
|
|