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N. 2.985 - ore 17:00 - Venerdì 11 Settembre 2020 - Tiratura: 31.087 enonauti, opinion leader e professionisti del vino |
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Dopo un 2020 travagliato sui mercati (con perdite stimate di 1,7 miliardi di euro di vendite a fine anno), la Champagne sorride alla vendemmia grazie alla qualità delle uve portate in cantina. Almeno, è questo il messaggio del Comitè Champagne, con una vendemmia agli sgoccioli, quella 2020, che è la più precoce della storia per il territorio, iniziata il 17 agosto. E che, senza mezzi termini, viene definita “splendida. Il 2020 completa infatti una trilogia eccezionale: come nel 2018 e nel 2019, le condizioni climatiche hanno offerto una vendemmia di altissima qualità, la prima delle condizioni per elaborare grandi vini”, spiega il Comitè. |
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Per il vino italiano, considerato il contesto internazionale, un -3,4% nelle esportazioni nei primi 6 mesi del 2020 sul 2019 certificato dai dati Istat, riportati ieri da WineNews, non sarebbe poi drammatico. Ma a preoccupare sono più aspetti: il fatto che non ci sia area del mondo che non segni un calo, più o meno forte, come rilevato dalla Fondazione Qualivita, ma anche che un dato simile non si vedeva dal 2010, sottolinea la Unione Italiana Vini guidata da Ernesto Abbona, che ha anche sollecitato all’Ue un “paracadute normativo” transitorio per mantenere lo status quo negli scambi per un periodo di 12-18 mesi”, con il Regno Unito, mercato strategico in cui cresce la preoccupazione per gli effetti di una Brexit su cui i negoziati non concludono nulla di buono. In ogni caso, sottolinea Qualivita, le difficoltà nelle esportazioni sono state riscontrate soprattutto nei mercati asiatici (-21,4% in valore), mentre hanno retto meglio i Paesi di Europa (-2,0%) e America (-1,0%). Fra i principali mercati di destinazione, gli Stati Uniti hanno segnato un -1,7% mentre la Germania ha mantenuto livelli stabili (+0,3%), ma a seguire Regno Unito e Svizzera hanno avuto significativi cali, rispettivamente del -9,6% e del -9,8%. Confermano un trend particolarmente positivo la Francia (+9,0%) - pari al +19% rispetto al primo semestre 2018 e addirittura +34% rispetto allo stesso periodo 2017 - i Paesi Bassi (+12,1%) e la Norvegia (+14,8%). Fra i mercati Extra-Ue male soprattutto Giappone (-16,5%), Russia (-11,4%) e Cina (-41,7%), con quest’ultima che torna a coprire una fetta dell’export vinicolo italiano molto ridotta (1,3%). In termini di quantità l’export made in Italy del primo semestre è calato solo del -0,4% rispetto allo stesso periodo 2019, il che evidenzia un generale calo dei prezzi medi. Tra le diverse tipologie, invece, sottolinea l’Osservatorio Uiv, l’impatto è pesantissimo per i rossi Dop, in particolare toscani e piemontesi, che segnano cali anche sulla componente volumica (-7%), mentre per ora i bianchi a denominazione compensano sul valore con l’aumento delle forniture a volume (+5%), trainati dalle buone performance del “rassicurante” Pinot grigio in Usa e Uk. Discorso analogo per la spumantistica (-7,6%), dove solo il Prosecco contiene le perdite a valore, a -4%. |
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“Vino, le difficoltà sono innegabili, ma si deve guardare avanti con coraggio e speranza”.
È il messaggio di Filippo Mobrici, presidente del Consorzio della Barbera d’Asti e Vini del Monferrato, che copre il 30% del “vigneto Piemonte”. Una riflessione sorretta dai numeri di uno dei territori più importanti del vino italiano: “i nostri dati di imbottigliamento, aggiornati al 31 agosto 2020, registrano 45,4 milioni di bottiglie, con un incremento del +1,22% sul 2019. Per le giacenze (vino sfuso atto a divenire D.O.), il numero è pari a 476.148 ettolitri, un totale sostanzialmente identico a quello del 2019 rilevato nello stesso periodo. Insomma, non si riscontrano incrementi che avrebbero portato ad una preoccupante eccedenza di prodotto in cantina”. Numeri che spingono a guardare avanti “con coraggio, ottimismo e speranza, senza cedere allo scoramento”. |
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Domani a Londra va in asta un pezzo di storia del vino: è il giorno di “Enoteca Pinchiorri: The Legendary Cellar”, con cui la più importante casa d’aste degli Stati Uniti, Zachy’s, ha deciso di debuttare in Europa, notizia riportata nei giorni scorsi in anteprima da WineNews e che poi ha fatto il giro del mondo. Sotto il martelletto 2.500 bottiglie (sulle oltre 100.000 della cantina di Pinchiorri, ndr) - ed un valore di base d’asta, di 2 milioni di euro - che arrivano tutte dalla antologica cantina che Giorgio Pinchiorri ha costruito dal 1972. “Continuo a fare quello che ho sempre fatto: compro (tanti) i vini, e li vendo... è la mia vita”, ha scritto Pinchiorri. In asta, ovviamente, i nomi più importanti del vino d’Italia e non solo. Il top delle Langhe, a partire dal Barolo Monfortino Riserva Giacomo Conterno 1978, passando per il Barbaresco Sori San Lorenzo Gaja 2015 e per le due magnum di Barolo Artist Label Bartolo Mascarello 1990; i grandi di Toscana, come le 12 bottiglie di Solaia 2015, la jeroboam di Tignanello 1978, entrambi di Antinori, ma anche la 15 litri di Masseto 2014, le 12 bottiglie di Sassicaia 2016 di Tenuta San Guido, per finire le quattro bottiglie di Brunello di Montalcino Riserva Biondi Santi 1990. E i grandi di Francia, come le due magnum di Vosne Romanee Cros Parantoux Reserve Henri Jayer 1999 (stimate 60.000-100.000 sterline). |
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Il tricolore torna protagonista tra le colline Unesco delle Langhe, tra le vigne: è “Vendemmia Tricolore”, di scena a Serralunga d’Alba (Cuneo), dal 19 settembre all’8 novembre, evento simbolico per tutto il Piemonte che, da fine agosto, impegna nella raccolta dell’uva oltre 20.000 aziende in un’annata molto buona per qualità come prevedono Consorzi e organizzazioni del comparto vitivinicolo. Con tanti eventi ed i vigneti chei si coloreranno di rosso-bianco-verde, da un’idea lanciata da Comune, ProLoco e Regione Piemonte. |
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Lo “switch” tra consumi domestici e outdoor, legato al lungo periodo di chiusura dell’horeca e alle restrizioni applicate ai locali della movida estiva, fa aumentare ancora gli acquisti di vino in gdo: se in quarantena sono birra e vini fermi ad avere le performance migliori, superiori all’intero comparto, rispettivamente a +16% e +11% a valore, nella Fase 3, pur non mantenendo lo stesso passo, continuano a crescere del +1% e +5%, con l’estate che sorride ai vini sparkling, con Champagne e spumanti che crescono del +19%, dopo una quarantena negativa che aveva visto la categoria in forte calo (-10%), complice anche festività come una Pasqua festeggiata in sordina. A dirlo è il Rapporto Coop 2020 su dati Nielsen, analizzati per WineNews, sui consumi e gli stili di vita degli italiani in tempo di Covid, dai quali emerge come le bevande alcoliche escono “rinforzate” dalla pandemia. |
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Che la ristorazione italiana sia in crisi causa Covid non è un mistero, e se le località turistiche hanno respirato un po’, nelle città si soffre: “le città italiane hanno tantissimo da offrire, in termini gastronomici sì, ma non solo. Le istituzioni devono intervenire. Anche perché i cambiamenti questa pandemia li ha già portati, basta guardare la sempre maggiore attenzione ai prodotti genuini e di prossimità: le misure e gli interventi nella ristorazione devono stare al passo con i cambiamenti”. |
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