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N. 3.229 - ore 17:00 - Mercoledì 25 Agosto 2021 - Tiratura: 31.087 enonauti, opinion leader e professionisti del vino |
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Dopo le gelate di aprile, la minaccia numero uno è la grandine, un pericolo costante ormai da molte estati, specie in Borgogna, il territorio che più di ogni altro ha dovuto imparare a farci i conti. Anche in questa ultima campagna, ennesimo flagello dopo gelate primaverili e malattie della vite, peronospora e oidio su tutte. Il risultato, stando alle stime dell’enologo e consulente Eric Pilatte, riportate da “Vitisphere”, è un calo dei raccolti nella Regione del 60%. Gli attacchi gravi di peronospora e oidio, invece, avrebbero coinvolto il 20-30% del vigneto di Borgogna: un vero e proprio dramma vitivinicolo, in una delle regioni simbolo del vino di Francia. |
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È ancora decisamente presto per iniziare a parlare in modo concreto di stime qualitative per la vendemmia 2021. Che, però, pian piano sta prendendo piede, dal Nord al Sud d’Italia, con i primi grappoli già tagliati da tempo in Sicilia, per esempio, la raccolta in corso in Franciacorta, e qualche filare di varietà precoce vendemmiato anche a Bolgheri, in Toscana, così come in Sardegna, in Puglia, in Umbria, in Friuli-Venezia Giulia. Ma ancora siamo lontani dal “grosso”, tanto che, dopo una prima ricognizione fitosanitaria del 30 luglio firmata da Assoenologi, Unione Italiana Vini ed Ismea, le stesse organizzazioni presenteranno le prime previsioni sulla vendemmia 2021 mercoledì 8 settembre, in streaming. Comunque sia, da qualche Consorzio di denominazioni che pesano sul mercato, inizia ad arrivare già qualche stima. Che, in estrema sintesi, dal Chianti al Prosecco, le più grandi denominazioni rossista e spumantista del Belpaese, così come da una denominazione bianchista importante come il Soave, è nel segno del “meno” rispetto al 2021, ma con uve che promettono grande qualità. Per i grandi rossi, ovviamente, la vendemmia è ancora lontanissima. E se c’è chi già da tempo ha comunicato la riduzione delle rese, come il Consorzio del Brunello di Montalcino, altri puntano sul ritorno alla promozione nei grandi mercati internazionali. Come quello Uk, che, il 15 settembre, vedrà protagonista il Consorzio di Barolo e Barbaresco, guidato da Matteo Ascheri, nel “Vintage Lunch” alla Church House Westminster di Londra, dedicato al trade, con oltre 140 etichette di Barolo 2017, Barbaresco 2018 e non solo. Ma c’è anche chi, come il Consorzio della Valpolicella, lancia messaggi positivi, come l’importanza di ragionare di insieme tra le diverse anime della filiera, e di valorizzare di più la qualità del prodotto, partendo dalla materia prima, l’uva, soprattutto in un territorio ricco, dove il vino, Amarone in testa, muove ogni anno 600 milioni di euro. “Dobbiamo spingere sempre di più su qualità e posizionamento per vincere la guerra contro le speculazioni. Gli imbottigliamenti vanno bene, e dall’incontro di oggi tra Consorzio, imprese e rappresentanze, è emersa la disponibilità a sostenere qualche aumento del valore delle uve”, ha detto a WineNews il presidente del Consorzio, Christian Marchesini. |
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400 milioni di bottiglie prodotte - e vendute, senza grandi difficoltà - nel 2020, per un fatturato di 429 milioni di euro all’estero e 305 milioni di euro nella grande distribuzione italiana, con una crescita sui mercati del 4%: sono i numeri dei vini frizzanti italiani, quelli sotto le 2,5 atmosfere, capaci di una resilienza maggiore degli spumanti nell’anno della pandemia, quando, come racconta il “Dossier Frizzanti” firmato da “Corriere Vinicolo - Uiv”, hanno rappresentato il 9% delle spedizioni all’estero a volume ed il 7% a valore. La prima meta per i vini frizzanti italiani è la Germania, dove finiscono il 26% delle bottiglie prodotte, seguita da Usa (19%), Messico (7%), Austria (4%), Russia (4%), Repubblica Ceca (4%), Uk (4%), Francia (4%), Olanda (3%) e Spagna (3%). |
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Dopo un anno e mezzo di pandemia, con il commercio del vino che ha tenuto botta nonostante l’azzeramento delle attività di promozione e comunicazione tradizionali, il vino italiano non solo ha voglia di tornare a presidiare i mercati su cui è leader, come gli Usa, la Gran Bretagna e la Germania, ma ha anche una gran voglia di scoprirne altri, più periferici ma non per questo meno promettenti o interessanti. Come gli Emirati Arabi, difficili da immaginare come meta di export enoico, ma l’Emirato, Paese islamico, è ormai meta turistica per milioni di persone ogni anno da ogni angolo del mondo, oltre che opportunità di lavoro per decine di migliaia di professionisti che hanno scelto Dubai - diventata città del lusso e catalizzatrice di investimenti e ricerca tecnologica, oltre che sede del prossimo Expo - come una volta si sceglieva Londra o New York. Un mercato che conosce bene Salvia Omidvarnia, general manager di Biizel, “una società di trading che si occupa di import/export di prodotti alimentari made in Italy, principalmente verso i Paesi Arabi”, come racconta a WineNews. “Il consumo di vino, a Dubai, è legato agli stranieri che ci lavorano e ai milioni di turisti che la visitano ogni anno, e si vende principalmente negli alberghi di lusso” (Intervista completa in approfondimento). |
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Sarà pure la settima arte, ma il cinema è di gran lunga la più popolare, specie da quando ha puntato forte sul piccolo schermo, con produzioni di assoluta qualità, premiate ogni anno dagli Emmy, i premi organizzati dalla Television Academy, sempre più gli “Oscar della televisione”. Che il 19 settembre, a Los Angeles, nella cornice del Live Event Deck, torneranno in presenza, con registi, attori e produttori che brinderanno ancora italiano, con le bollicine del Franciacorta (dopo quelle del Trentodoc di Ferrari). |
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Da Bellavista, la griffe di Franciacorta della Famiglia Moretti, a Ferrari, simbolo delle bollicine del Trentodoc, da San Michele Appiano, riferimento del vino cooperativo in Alto Adige, alla Arnaldo Caprai, che ha portato il Sagrantino di Montefalco al centro della scena enoica nazionale, da Allegrini, al vertice qualitativo dell’Amarone della Valpolicella, a Donnafugata, protagonista del Rinascimento del vino siciliano, fino ad Ornellaia, semplicemente uno dei vini italiani più amati e collezionati al mondo: sono solo alcune delle cantine entrate nella Top 100 dei candidati ai “The WineHunter Award Platinum”, i riconoscimenti più ambiti del Merano WineFestival (Merano, 5-9 novembre), che verranno svelati a novembre da Helmuth Köcher. Intanto, è online la guida delle eccellenze enogastronomiche, con i 2.350 vincitori dell’Award Rosso e i 560 dell’Award Gold. |
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Dalla legge sull’enoturismo, entrata in vigore da oltre un anno ma che ancora tante Regioni non hanno recepito, ai fondi per la prossima Ocm, dal protocollo per la sostenibilità vitivinicola, che muove i primi passi, alle questioni aperte a Bruxelles, dal vino dealcolato alla Pac, su cui c’è l’accordo pressoché totale, ma che solo ad ottobre avrà il via libera definitivo: a WineNews le parole del Senatore Dario Stefàno. |
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