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N. 3.388 - ore 17:00 - Sabato 2 Aprile 2022 - Speciale Vinitaly - Tiratura: 31.116 enonauti, opinion leader e professionisti del vino |
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L’Italia del vino riparte da Vinitaly, dopo un 2021 da record: 14,5 miliardi di euro di valore alla produzione, 7,1 all’export, valore più alto mai raggiunto (+12% sul 2020). Con il settore che si ritroverà a Veronafiere, dal 10 al 13 aprile, per celebrare il suo evento più importante, e disegnare un futuro prossimo tutt’altro che semplice. In un 2022 partito bene dal punto di vista del mercato, ma con tante incognite legate all’aumento dei costi di produzione e delle materie prime, alla loro scarsità, soprattutto di bottiglie e carta, passando, ovviamente, per gli effetti diretti ed indiretti del guerra tra Russia e Ucraina. |
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Crescita internazionale e perfezionamento qualitativo dei buyer, ulteriore riduzione selettiva di wine lover in fiera, maggior diffusione degli strumenti online in favore del business to business, miglior adeguamento dei servizi logistici della città che resta - a detta degli espositori - valore aggiunto imprescindibile per la manifestazione. Se Vinitaly 2022 segna la ripartenza delle grandi fiere del wine & food e del settore enoico italiano, con numeri da pre-pandemia (4.400 aziende espositrici, da 19 Paesi, 700 top buyer da 50 Nazioni già accreditati, con Usa e Canada al top, ma anche tanta Europa e l’Africa, grazie al lavoro con Ice Agenzia), Veronafiere progetta il futuro prossimo, con “una sorta di piano industriale a tutto business quello che Vinitaly si appresta a varare in parte già dalla prossima edizione; una svolta “pro” dell’evento clou del vino italiano generata anche dall’ascolto di centinaia di imprese espositrici messa a punto in due anni di lavoro dal management della Spa scaligera con la consulenza di Roland Berger”, ha spiegato il dg di Verofiere, Giovanni Mantovani. Secondo l’indagine, commissionata da Veronafiere (che ha coinvolto 230 aziende di tutte le Regioni), tra i principali punti di forza di Vinitaly 2022, emerge quello relativo alla presenza di buyer esteri (fondamentale per il 76% delle imprese) e nazionali (53%)”. Ma per il futuro la crescita internazionale, sia in termini di presenza di buyer che di espositori stranieri, per attirare un trade sempre più mondiale, è una priorità strategica per il 74% delle imprese, seguita dal miglioramento della redditività (52%). Il primo motivo razionale di partecipazione a Vinitaly 2022 è “acquisire nuovi clienti esteri” (83%), mentre le aziende con un fatturato superiore a 10 milioni di euro sono più propense rispetto alle altre a partecipare per presentare i prodotti, concludere accordi commerciali e fare networking. Un altro punto di forza, rispetto alle altre fiere è la notorietà dell’evento ma anche la città di Verona, considerata asset chiave per comunicare i valori, la territorialità e l’italianità del vino. Ma il business to business dovrà passare maggiormente sui canali digitali già predisposti da Veronafiere e ancora poco sfruttati; da qui l’obiettivo di collegare attraverso la piattaforma unica di Vinitaly plus i progetti di business online extra evento. |
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“In questi due anni, l’export made in Italy, in generale, è cresciuto anche senza le fiere fisiche fermate dalla pandemia. Ma questo vale per i grandi gruppi, spesso multinazionali: le piccole e medie imprese, senza fiere, hanno sofferto. Fare fiere vuol dire fare sviluppo, oltre il 50% dell’export nasce da contatti fatti in fiera. Il vino è fatto da 130.000 imprese agricole e 45.000 imprese vinificatrici, ma 106 aziende (di cui la metà cooperative) fanno il 60% export. Le grandi imprese, forse, possono sostenere il mercato anche in assenza di fiere, tutte le altre no. Uno studio recente fatto con il Ministero del Turismo ci dice che 1 euro investito in fiera produce 60 euro di business e 23 di indotto, che vuol dire anche turismo ed enoturismo”. È la riflessione del presidente Veronafiere e Aefi, Maurizio Danese. |
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Mercati, normative, politica, agronomia e non solo: oltre al business, saranno tanti, come sempre, i momenti di approfondimento e confronto, a Vinitaly 2022. Domenica 10 aprile, per esempio (in un calendario ancora in aggiornamento), oltre alla classica cerimonia inaugurale (alle ore 10:30), si partirà subito “dalla vigna”, con un focus sull’“Indice Bigot”, l’indice che misura la “qualità” dei vigneti italiani (con la regia dell’Ersa, l’Agenzia per lo Sviluppo Rurale del Friuli Venezia Giulia), mentre l’Unione dei Giuristi della Vite e del Vino approfondirà la nuova Ocm Vino, e Nomisma ed Unicredit manderanno in scena “Road to Vinitaly: la voce delle Regioni del vino italiano. Overview, mercato e prospettive”. Ancora, focus sulle sfide nel mercato degli Usa con Unione Italiana Vini (Uiv) e Wine Intelligence-Iwsr. Lunedì 11 aprile, invece, tra gli altri, torna il tradizionale dibattito sul “Vino nella distribuzione moderna”, mentre martedì 12 aprile, con Uiv, Federvini ed il Comité Vins europeo, sarà presentata la piattaforma digitale U-label per le informazioni nutrizionali e gli ingredienti dei vini. E ancora, riflettori accesi su “L’enoturismo come strumento per lo sviluppo territoriale”, con l’Enit - Agenzia Nazionale del Turismo. |
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La mixology, che vede il vino italiano sempre più protagonista, e che diventa un canale per conquistare i giovani consumatori; il biologico, che vede l’Italia leader per ettari vitati sul totale, e “tipologia” indicata come la più in crescita da diversi studi; gli “orange wine”, una nicchia nel Belpaese, ma molto diffusa nei paesi dell’Est più vicini al confine italiano, che diventa anche una forma di comunicazione e confronto. Tre tendenze che si fanno “aree start-up” a Vinitaly 2022, con i tre nuovi spazi “Mixology”, “Organic” ed “Orange wine”. |
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Tra i tanti temi di attualità che attraversano in questi tempi il mondo del vino, c'è il rapporto tra consumo di un prodotto che in Italia e non solo è storia e cultura, e la tutela della salute. Che sarà al centro di uno degli eventi congiunti firmanti da Unione Italiana Vini (Uiv) e Federvini, l’11 aprile, alle ore 14.30, a Vinitaly. Ovvero, “La cultura del Vino: un modello mediterraneo”. Con la moderazione del direttore Rai 3 Franco Di Mare, interverranno Sandro Sartor, presidente “Wine in Moderation”, Silvana Hrelia (Università di Bologna), Elisabetta Bernardi, nutrizionista e biologa, Andrea Poli (Nutrition Foundation of Italy), Francesco Visioli (Università di Padova), Ernesto Di Renzo (Università di Tor Vergata), e sono attesi anche il Ministro delle Politiche Agricole Stefano Patuanelli, ed i sottosegretari Centinaio (Politiche Agricole) e Costa (Salute). |
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A WineNews parla il dg di Veronafiere: “Vinitaly 2022 sarà una grande ripartenza. Il domani della fiera lo abbiamo progettato insieme alle imprese, nostri stakeholders, sondate con una indagine dello studio internazionale Roland Berger. Vinitaly è l’evento principe del vino italiano, ma vuole essere sempre più protagonista a livello mondiale, per aiutare le cantine sui mercati stranieri”. |
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