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N. 3.050 - ore 17:00 - Giovedì 10 Dicembre 2020 - Tiratura: 31.087 enonauti, opinion leader e professionisti del vino |
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Il Brunello di Montalcino sul podio della “Top 100 Wines of 2020” di Wine Spectator, la classifica ritenuta tra le più influenti sul mercato: al n 3 c’è il Brunello di Montalcino Le Lucére 2015 della cantina San Filippo. “Un grande riconoscimento personale e per Montalcino, per tutte le persone che lavorano per San Filippo e per il territorio”, ha commentato a WineNews il produttore Roberto Giannelli. “Una conferma, l’ennesima, del valore del territorio di Montalcino e delle sue tante espressioni imprenditoriali”, ha aggiunto il presidente del Consorzio Fabrizio Bindocci. In “top 10”, per l’Italia, anche il Barolo 2016 di Massolino. Domani svelato il n. 1. |
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Il trend di lungo periodo mostra un calo dei volumi consumati, ma la pandemia ha portato un rinnovato interesse per il vino; allo stesso tempo, cala il numero dei wine lovers, anche se gli appassionati sembrano sempre più interessati e coinvolti; cresce la competizione delle altre bevande alcoliche, dalla birra artigianale al gin; sempre meno partecipazione ai consumi da parte degli under 35, ma i giovani che scelgono il vino lo fanno con passione; il Covid, inoltre, ha dato una bella spinta al canale e-commerce; i dati relativi allo stato di salute dei brand del vino rivelano che il lockdown e le restrizioni hanno giovato soprattutto ai marchi più forti sul mercato; infine, il calo dei consumi fuori casa, meno drammatico delle previsioni, anche grazie agli incentivi del Governo che hanno premiato chi ha deciso di tornare al ristorante. Ecco cosa lascia il 2020 al mercato della Gran Bretagna, raccontati dallo “Uk Wine Landscape 2021” di Wine Intelligence. Come detto, nonostante un atteso calo dei consumi, il Covid non ha frenato il richiamo del vino, che si è tradotto in una crescita della frequenza di consumo, cresciuta tra marzo ed agosto e arrivata ad ottobre vicina ai livelli pre-crisi. Anche i livelli di spesa sono cresciuti nella seconda metà dell’anno, una volta superato lo shock iniziale, tornando sul trend di crescita della spesa sul medio e lungo periodo. C’è però da sottolineare un calo del numero dei consumatori di vino in Gran Bretagna, causato dalla disaffezione dei più giovani e dei consumatori a basso reddito. Sull’altro piatto della bilancia, c’è un sempre maggior coinvolgimento, cresciuto ininterrottamente dal 2015 ad oggi. I wine lover sotto i 55 anni sono quelli più appassionati, e che mostrano un approccio più avventuroso e curioso al vino. I più giovani, invece, sono quelli che hanno più voglia di scoprire ed imparare. Come accennato, anche tra chi beve vino regolarmente, la birra, specie artigianale, e il Gin stanno vivendo una crescita importante. Una dinamica interessante analizzata da Wine Intelligence riguarda la solidità dei brand più affermati durante la pandemia. Marchi popolati e conosciuti come Yellow Tail, Campo Viejo, Barefoot, McGuigan, Penfolds e Villa Maria, hanno accelerato la loro crescita, mettendo a segno guadagni superiori al 2019. |
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La ristorazione, anche in Usa, è in ginocchio a causa del Covid. Secondo la The National Restaurant Association, 110.000 ristoranti e locali hanno già chiuso nel 2020 (il 17% del totale), e altri 10.000 rischiano di farlo nelle prossime settimane. Eppure gli Usa, non nuovi a brusche frenate e altrettanto impetuose accelerazioni, sapranno ripartire, e saranno ancora fondamentali per il vino italiano. Anche grazie ai ristoranti, dove le etichette del Belpaese sono ben posizionate, come racconta l’indagine di MiBd Analytics sulla provenienza delle referenze di vini bianchi nei ristoranti di New York, città icona degli Usa nel mondo. Se al top ci sono California, Loira e Borgogna, l’Italia, in top 15, piazza il Veneto, nel 56% delle wine list, insieme al Piemonte, al Trentino Alto Adige, al Friuli Venezia Giulia, alla Sicilia e alla Campania. |
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“Palla al centro per Muller, ferma Scirea, Bergomi, Gentile... è finita. Campioni del Mondo, Campioni del Mondo, Campioni del Mondo!”. L’11 luglio 1982 la voce di Nando Martellini dallo stadio Santiago Bernabeu di Madrid invade le case degli italiane. Paolo Rossi, eroe del Mondiale di Spagna, festeggia in campo con una bottiglia di Ferrari: ha regalato all’Italia il ricordo più bello e condiviso del Dopoguerra. E ieri sera, dopo aver fatto piangere Brasile e Germania, ha fatto piangere l’Italia, stroncato dalla malattia, a 64 anni, a Roma. Simbolo intergenerazionale del Belpaese del calcio, ha sempre cullato una passione per il vino, che produceva a Poggio Cennina, resort e azienda agricola a Bucine (Arezzo), comprata nel 2004. Nel 2019, a Vinitaly, aveva presentato una linea dedicata alle sue gesta in campo: “Pablito - Another Great Match”, declinando in bottiglia i grandi territori enoici del Belpaese: Brunello, Amarone della Valpolicella, Barolo e Prosecco. In quell’occasione, aveva raccontato a WineNews il suo brindisi più bello. “Quello in campo quando abbiamo vinto la Coppa del Mondo: girava una bottiglia di Ferrari e l’abbiamo bevuta tutti, festeggiando con un prodotto italiano, era giusto così e me lo ricordo come se fosse adesso, è uno di quei momenti scolpito nella memoria”. |
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L’Italia, che si divide su tutto, lo fa, storicamente, anche con le carte da gioco. A ognuno le sue, come vuole una tradizione che rischia di finire nel dimenticatoio. A meno che non si riesca a svecchiarla, come hanno fatto, ironicamente, quelli di Bologna Games, con un mazzo di carte dedicato alle specialità della cucina felsinea. Così, i Denari diventano tortellini, le Spade si trasformano nella coltellina usata per le tagliatelle, i Bastoni sono i mattarelli per tirare la pasta, e le Coppe richiamano i calici di vino rosso delle osterie. |
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Nel 2020 che è stato uno degli anni più duri di sempre anche per il vino, gli spumanti, in vista della fine dell’anno, resistono. Se ne stapperanno 66-67 milioni di bottiglie nelle feste, in calo sul record di 75-76 milioni del 2019 (-12%), ma non in misura catastrofica. Anche se il conto ovviamente, è salato: solo negli ultimi 30 giorni dell’anno gli spumanti registreranno una perdita di 60 milioni di euro alla produzione, e di 150 al consumo, con gli italiani che non rinunceranno al brindisi a casa, magari puntando su prodotti più economici che in passato, ma con la mancanza, che si sentirà forte, di tutti i brindisi nei ristoranti, nei bar e nelle discoteche fermate della misure anti Covid. È il quadro che emerge dall’indagine dell’Ovse-Ceves, l’Osservatorio Centro Studi Economici Vini Speciali, guidato da Giampietro Comolli. |
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Parla il distributore unico del vino mito di Borgogna in Italia: “Drc chiede impegno morale ai ristoranti di comprarlo per servirlo, alle enoteche di rivenderlo a chi sa apprezzarlo. È un patto tra gentiluomini, nessun vincolo può essere imposto, chi compra una bottiglia poi ne fa ciò che vuole. Ogni anno abbiamo 100 bottiglie di Romanée-Conti del Domaine de la Romanée-Conti, le richieste sono per 1.000. C'è una rotazione, ma il 90% ogni anno resta senza, perchè non ce n’è”. |
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