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N. 3.795 - ore 17:00 - Mercoledì 20 Settembre 2023 - Tiratura: 31.183 enonauti, opinion leader e professionisti del vino | |
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| | | Se la “nazionale” delle bollicine italiane ha trionfato al “mondiale degli spumanti”, “The Champagne & Sparkling Wine World Championships”, guidata dal “blocco” Trentodoc (26 medaglie d’oro su 74 totali), il “bomber”, per rimanere in gergo calcistico, è stato ancora una volta Ferrari Trento, per la sesta volta “capocannoniere”, ovvero “Sparkling Wine Producer of the Year”, con ben 9 medaglie d’oro (e 3 d’argento), come abbiamo raccontato nei giorni scorsi. Ed oggi, dunque, viene ufficializzato l’ennesimo riconoscimento, assegnato alla cantina che ottiene nella competizione il maggior numero di medaglie d’oro. | |
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| | Il calo dei consumi di vino è ormai un trend consolidato, certificato dalle difficoltà e dalla frenata dell’export italiano nei primi sei mesi del 2023. Inflazione e crescita del Pil vicina allo zero, però, sono solo alcune delle motivazioni, non sufficienti a spiegare l’arretramento dei consumi in Usa. Nel primo mercato per consumi di vino fermo al mondo, come svela la prima fase del grande studio sui consumi di vino firmato dal “Wine Market Council” e Nielsen IQ, che ha analizzato gli acquisti di alcolici di 100.000 famiglie americane tra il 2021 ed il 2023, si assiste prima di tutto ad una rimodulazione della spesa. Sono sempre di più, infatti, i consumatori che abitualmente spendevano oltre 20 dollari per l’acquisto allo scaffale di una bottiglia di vino passare ad una fascia di prezzo più bassa (10-19,99 dollari). Allo stesso modo, molti di quelli abituati a spendere tra i 10 ed i 20 dollari a bottiglia hanno cominciato a guardare ai vini con un prezzo inferiore ai 10 dollari. Un trend recente, ma che suggerisce l’inopportunità di un aumento dei listini, spingendo i retailer a puntare forte sulla fascia 15-20 dollari, quella che dovrebbe risentire meno della situazione garantendo comunque margini importanti. Non tutti, però, si limitano a spendere meno, c’è una fetta importante di consumatori che smette di bere vino in maniera regolare (si considera consumatore regolare di vino chi lo beve almeno 6 volte l’anno, ndr), soprattutto i Millennials, tra i 35 ed i 44 anni. In nessun’altra fascia di età si registra un livello di abbandono tanto alto, ed anzi tra i consumatori più elevati e tra le famiglie a reddito più alto gli acquisti di vino, specie sopra i 20 dollari a bottiglia, continuano a registrare numeri importanti. La domanda che si sono posti i ricercatori è: “dove vanno allora i consumatori che tagliano gli acquisti di vino?”. Una parte, come accaduto per ogni tipologia di bevanda alcolica, è stata semplicemente tagliata dal carrello della spesa, ma un’altra è stata sostituita dalla birra artigianale, dalla birra importata e dai ready-to-drink, oltre che dagli spumanti. Mai come oggi i consumatori sono disponibili a cambiare, e il vino rischia di risentirne per un motivo ben preciso: la scarsa capacità di innovarsi e, spesso, raccontarsi nel modo giusto. | |
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| | Il Chianti si fa portavoce delle istanze e dei bisogni della filiera vitivinicola del Belpaese in Europa, portando sul tavolo del Parlamento Europeo due temi strategici per il futuro del settore: l’accesso al credito per le aziende agricole e il codice di nomenclatura. Come ha raccontato, a WineNews, il presidente del Consorzio Vino Chianti, Giovanni Busi, che ha guidato la delegazione a Bruxelles, insieme al direttore Marco Alessandro Bani, “l’accesso al credito è un tema fondamentale per il mondo del vino, bisogna garantire, all’interno del Patto di Basilea, parametri diversi per l’agricoltura, perché chi produce uva, ad esempio, lo fa una volta all’anno. Con l’onorevole Paolo De Castro abbiamo parlato del codice di nomenclatura che identifica il Chianti sul mercato mondiale, fondamentale per avere dati precisi su cui costruire le nostre azioni di marketing”. | |
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| | | Il rapporto tra consumo di alcolici e salute è uno dei grandi temi, pressoché inesauribili, su cui il confronto ed il dibattito pubblico sono sempre molto vivaci. Le linee guida dell’Oms, così come gli obiettivi del Beating Cancer Plan dell’Unione Europea, mirano ad una riduzione globale dei consumi, e l’attuale situazione economica globale non fa che accelerare il processo, seppure per motivi ben diversi da una chiara e consapevole scelta salutistica. Sullo sfondo, rimane il confronto non solo tra due punti di vista, ma tra due approcci scientifici ben distinti e distanti, riportato in auge dal paper “How Much is Too Much? A Methodological Investigation of the Literature on Alcohol Consumption”, curato dai ricercatori italiani Stefano Castriota e Paolo Frumento dell’Università di Pisa e Francesco Suppressa dell’Università di Siena, che hanno analizzato decine di studi e 6.763 abstract medici, sottolineandone problemi e limiti metodologici. Si tratta di studi osservazionali, che molto spesso hanno omesso variabili importanti, altre volte ci sono errori di calcolo sui reali consumi di alcol, ed in altri sono stati usati modelli lineari al posto di modelli non lineari. Limiti che hanno come conseguenza l’impossibilità di sostenere in maniera inequivocabile che “non esistono livelli sicuri di consumo di alcolici” (in approfondimento). | |
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| | | Quando la tradizione secolare della Sicilia si declina nelle più innovative tendenze legate alla geografia del vino di un territorio: Tenuta Capofaro, il progetto hospitality di lusso by Tasca d’Almerita - uno dei brand leader dell’isola e tra i più noti dell’Italia enologica - vince a Londra, per il secondo anno consecutivo, il premio per la categoria “The Most Original Wine List in Europe 2023”, da parte di “The World of Fine Wine”, autorevole testata del settore. Grazie alla “regia” di Giulio Bruni, sommelier e responsabile Capofaro Locanda & Malvasia. | |
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| | Il miglior hotel al mondo è italiano: il Passalacqua, il boutique hotel di lusso sulle sponde del Lago di Como, a Moltrasio, inaugurato dalla famiglia De Santis appena un anno fa, a giugno 2022, in una villa del Settecento che fu dimora del compositore Vincenzo Bellini e simbolo della “dolce vita”, e già n. 1 della “The World’s 50 Best Hotels 2023”, la nuova e prestigiosa classifica, svelata ieri a Londra, ultima nata nel progetto dei “50 Best” di William Reed, accanto ai “The World’s 50 Best Restaurants”. E che comprende strutture straordinarie in luoghi meravigliosi, dove il vero lusso è rappresentato da esperienze indimenticabili nelle quali la ristorazione, sempre più spesso stellata, gioca un ruolo fondamentale, in 35 Paesi e 6 Continenti, con l’Italia “regina” grazie a cinque hotel di altissimo livello: Four Seasons Firenze, Aman Venice a Venezia, Le Sirenuse a Positano e Borgo Egnazia. | |
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| | | Le prospettive del canale, esploso in pandemia, ma ancora minoritario, secondo Christian George Guiggiani, Chief Sales Officer di Vino.com, tra i leader del mercato italiano. “Vanno soprattutto i prodotti di fascia medio-altra, spumanti in primis, che vivono un'epoca d'oro, trainati, nel nostro caso, da Champagne e Franciacorta, e dal metodo classico in generale. Le prospettive sono positive: i Millennials stanno finalmente arrivando sul mercato, e spendono di più, on line, delle altre generazioni. Pensiamo ad espanderci in Europa, e forse anche oltre Oceano” ... | |
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