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N. 3.071 - ore 17:00 - Mercoledì 13 Gennaio 2021 - Tiratura: 31.087 enonauti, opinion leader e professionisti del vino |
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Di certo non regaleranno “retrogusto di meteorite” o “sentori di polvere di stelle”, ma le 12 bottiglie di vino di Bordeaux che sono state un anno in orbita nello spazio sulla Stazione Spaziale Internazionale, con 320 campioni di vite, e che stanno tornando sulla Terra in queste ore, potrebbero aprire a nuove conoscenze utili per il vino del futuro. Le bottiglie, che saranno degustate a febbraio 2021 da un team di esperti in Francia, così come le parti di vite, sono state spedite sulla Iss grazie alla società Space Cargo Unlimited, in un progetto che vede coinvolto, tra gli altri, l’Institut des Sciences de la Vigne et du Vin di Bordeaux. |
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Inizialmente quelle messe più in crisi dalle restrizioni che hanno colpito la socialità per come la conoscevamo prima del Covid, le bollicine italiane, almeno nella loro versione più pop, alla fine hanno tenuto. Non solo. Guardando i dati degli imbottigliamenti e delle certificazioni, che se non sono veri e propri dati di mercato sono comunque un indicatore importante di come vanno le cose, sono addirittura cresciute. Discorso che vale per tutte le più grandi denominazioni, dalla galassia Prosecco, dalla Docg alla Doc, passando per Asolo, all’Asti. La buona salute del comparto, è testimoniata anche dai dati Iri sulla grande distribuzione italiana, aggiornati al 22 novembre 2020 (e, quindi, prima del periodo delle festività, dove, seppur in casa, si è brindato), che, da inizio anno, registrava una vendita in crescita, del +10,2% e del 9,9% in valore, a fronte di prezzi sostanzialmente stabili (-0,3%). Dati che, uniti ad un export che, alla fine non ha sofferto più di tanto, e anche all’apporto dell’on line, hanno portato ad un bilancio che appare decisamente positivo, ancor più alla luce delle difficoltà legate alla pandemia. Il dato più roboante è quello del Prosecco Doc, con il Consorzio, guidato da Stefano Zanette, che, proprio in queste ore, ha comunicato il superamento nel 2020, prima volta nella storia, dei 500 milioni di bottiglie certificate, in crescita del 2,8% sul 2019. Ottimo risultato anche per il cuore storico del fenomeno Prosecco, ovvero la denominazione del Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore Docg: secondo i dati del Consorzio, guidato da Innocente Nardi, nel 2020 sono state certificate 92 milioni di bottiglie delle celeberrime bollicine che nascono nelle Colline Patrimonio Unesco, che hanno così confermato il record del 2019. Ancor meglio, in termini di crescita, ha fatto l’Asolo Prosecco Docg, che, secondo il Consorzio guidato da Ugo Zamperoni, ha chiuso a quota 18,7 milioni di bottiglie certificate, +10% sul 2019. E positivo è stato anche l’anno per Asti Spumante e Moscato d’Asti, secondo i primi dati (riportati dal quotidiano “La Stampa” e commentanti dal presidente del Consorzio dell’Asti Docg Romano Dogliotti, ndr), secondo cui gli imbottigliamenti hanno raggiunto i 92 milioni di bottiglie nel complesso, in crescita del +8% sul 2019.
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La pandemia colpisce i mercati del vino in molti modi. E succede anche che il commercio di vino e degli alcolici in generale venga fermato tout court per ragioni sanitarie, mettendo di fatto in crisi un’industria nazionale di primissimo piano. Come successo in Sudafrica, dove il Governo ha annunciato un’estensione a tempo indeterminato del divieto al commercio e al trasporto di prodotti a contenuto alcolico. Il motivo è a proteggere le strutture ospedaliere e sanitarie, ovviamente impegnate nella lotta al Covid 19, da un numero eccessivo di ricoveri correlati all’abuso di bevande alcoliche. A raccontarlo, a WineNews, Stefano Gabba, alla guida di Gabba International, tra i maggiori importatori di vino italiano in Sudafrica (con marchi come Fantini, Gruppo Italiano Vini, Schenk, Fontanafredda, Casanova di Neri, Cevico e molti altri). |
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Dalla “Dispensa con botte, selvaggina, carni e vasellame” di Jacopo Chimenti alla “Natura morta” dell’Empoli, da “Peperoni e uva” di Giorgio De Chirico alla “Melograna” di Van Aelst, dal “Ragazzo con pesce” di Pitocchetto al Bacco di Caravaggio: con la magia dei grandi chef, i capolavori della storia dell’arte escono dai dipinti e diventano piatti da gustare. Ecco “Uffizi da mangiare”, una serie di brevi filmati che il Museo lancerà sulla sua pagina Facebook, in cui un cuoco o un personaggio del mondo enogastronomico sceglierà un’opera e, ispirandosi agli ingredienti raffigurati (frutta, verdura, carni, pesce), proporrà al pubblico una ricetta. L’obiettivo è illustrare e approfondire l’intimo legame che, specie attraverso la natura morta, unisce da sempre l’arte della pittura a quella della gastronomia. Così, Fabio Picchi del Cibrèo di Firenze si confronterà con il “Ragazzo con pesce” del Pitocchetto, Dario Cecchini, macellaio e ristoratore di Panzano in Chianti, “servirà” la sua versione della “Dispensa con botte, selvaggina, carni e vasellame” di Jacopo Chimenti detto L’Empoli, la chef stellata Valeria Piccini, del ristorante Da Caino, proporrà una sua ricetta da una “Natura morta” dell’Empoli, mentre Marco Stabile, stellato de L’Ora d’Aria a Firenze, porta in tavola i “Peperoni e uva” di Giorgio De Chirico |
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Ancora una fronde sul vino, ancora alla Cina. Enorme, se confermata, ai danni di Penfolds, uno dei più celebri marchi di vino australiano. Secondo il portale asiatico VinoJoy, la truffa scoperta dalle autorità avrebbe fruttato guadagni illegali per ben 20 milioni di dollari americani, e sarebbe la più grande truffa di sempre ai danni del brand di proprietà di Treasury Wine Estate. Le indagini sarebbero ancora in corso, ma la frode avrebbe coinvolte 9 diversi laboratori nelle province di Guangdong, Shanghai, Jiangsu, Zhejiang, Yunnan e Guangxi. |
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La tenuta del Governo è appesa ad un filo. Dopo il via libera al Recovery Plan, arrivato con l’astensione di Italia Viva, il partito guidato da Matteo Renzi pare destinato a togliere il proprio sostegno al premier Giuseppe Conte. Tra tante incertezze, sembrano certe le dimissioni di Teresa Bellanova, con il Ministero delle Politiche Agricole, così, destinato a cambiare guida, in un momento cruciale per il Paese. E per tutti i suoi settori produttivi, compreso il vino. Con la filiera che, in maniera unitaria, ha scritto proprio alla Ministra Bellanova, per sollecitare un aumento delle risorse sulla misura Promozione Ocm Vino: “i progetti di promozione Ocm vino Paesi terzi, presentati a valere sui fondi della quota nazionale per la campagna 2020/2021, hanno previsto una richiesta di contributo totale pari a 35 milioni di euro, a fronte di una disponibilità di 25 milioni di euro”. |
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Settore che vale 1 miliardo di euro, ma che ha perso l’80% nel 2020. Maurizio Danese, presidente di Aefi (e di Veronafiere): “i ristori ci sono, ma il “de minimis” europeo penalizza i big”. Tutti gli eventi si stanno riprogrammando nella seconda metà dell’anno, speriamo ci siano le condizioni per lavorare in serenità. Il digitale aiuta e sarà sempre più importante, ma gli eventi fisici sono insostituibili. Ma senza un supporto pubblico forte, e senza ripartenza, cresce il rischio di scalate dall’estero”. |
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