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N. 2.564 - ore 17:00 - Giovedì 3 Gennaio 2019 - Tiratura: 31.087 enonauti, opinion leader e professionisti del vino |
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Se è vero che i giovani wine lovers e foodies di oggi sono i sommelier e i grandi chef di domani, è anche vero che spesso per i ragazzi avvicinarsi all’alta ristorazione è un problema di portafoglio. A scommettere tutto proprio sui più giovani è #tavola25, il progetto di JRE e Marchesi Antinori, nell’anno del compleanno n. 25 dell’associazione dei Jeunes Restaurateurs d’Europe. Fino al 25 marzo, infatti, nei ristoranti aderenti, i ragazzi dai 18 ai 25 anni potranno prenotare un tavolo, e con 25 euro sperimentare una cena d’alto livello da tre portate abbinate a tre vini della griffe Antinori. |
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È ancora presto per un bilancio definitivo, ma il 2018 dell’export enoico italiano, secondo le previsioni, segnerà un nuovo record a valore, a quota 6,1 miliardi di euro, di poco superiore al 2017. Una tendenza surrogata dai dati, seppur parziali, dell’Istat, che racconta come i principali mercati del vino italiano siano in crescita o stabili, con qualche Paese in leggero calo. A fine settembre, così, le esportazioni di vino (compresi i mosti e gli spumanti, imbottigliato, bag in box e sfuso, codice merce 2204, ndr), hanno toccato i 4,4 miliardi di euro, in crescita del +3,7% sui primi 9 mesi 2017. Usa ancora al top, a 1,07 miliardi di euro (erano 1,03 miliardi di euro a settembre 2017), ma cresce anche la Germania, a quota 739 milioni di euro (da 719 milioni di euro), mentre il Regno Unito, ancora alle prese con gli imponderabili effetti della Brexit, è stabile a 560 milioni di euro. Cresce la Svizzera, mercato vicino e particolarmente ricco, che nei primi 9 mesi 2018 ha importato 263 milioni di euro di vino tricolore, dai 246 milioni di euro dell’anno precedente. Fa bene anche il Canada, a 243,8 milioni di euro (da 241,8 milioni di euro). Un po’ a sorpresa, trattandosi del nostro principale competitor, tra le destinazioni top c’è la Francia, a 139 milioni di euro, seguita dalla Svezia, a quota 130 milioni di euro (da 120 milioni di euro), che supera il Giappone, in calo da 123 a 121 milioni di euro. Molto bene anche i Paesi Bassi, a 104 milioni di euro (da 96 milioni di euro), seguiti dalla Danimarca, a 99 milioni di euro, in lieve flessione, seguita dal Belgio, con 90 milioni di euro (da 88 milioni di euro). Un gradino più in basso la Cina che, come sottolineano i dati Istat, arriva a 87 milioni di euro (da 84 milioni di euro), mentre la Russia, dopo un ottimo 2017, segna il passo, crollando a 65 milioni di euro (da 70 milioni di euro), al pari della Norvegia, e dietro l’Austria, a 71,3 milioni di euro. Da non sottovalutare la Polonia, in fortissima crescita a 41,9 milioni di euro (da 34 milioni di euro). Infine, in Sud America, il Brasile, in calo a 25,9 milioni di euro (da 27,5 milioni di euro), ed il Messico, in crescita a quota 28,7 milioni di euro (da 26,2 milioni di euro). |
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Ad inizio anno gli oroscopi spopolano, e allora, per chi ci crede o per chi, semplicemente, vuole giocare e riderci, non può mancarne uno dedicato al vino. Come quello firmato dal portale “OroscopoAstra”. Per l’Ariete, si va di Merlot e Falanghina, mentre per il Toro, al top c’è la Passerina. Per i Gemelli, il vino ideale è il Verdicchio dei Castelli di Jesi, mentre per il Cancro si punta dritti sulla Malvasia. Cabernet e Trebbiano, invece, sono i vini che meglio si combinano con il Leone, mentre per la Vergine si cade sul Colli Orientali del Friuli Picolit, e per la Bilancia, su Morellino di Scansano e Pinot Grigio. Ripasso e Cerasuolo per lo Scorpione, il Sagittario punta su Novello e Malvasia, il Capricorno su Falanghina e Cannonau, l’Acquario sul Cabernet, i Pesci su Verduzzo e Merlot. Ed ora, la domanda di rito: ci avranno azzeccato? |
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Il 2018 è stato un anno da incorniciare per il vino italiano a livello di critica mondiale, con la “doppietta” al vertice delle classifiche più attese, quelle che, in qualche modo, spostano il mercato, con il Sassicaia 2015 della Tenuta San Guido al vertice della “Top 100” di “Wine Spectator” ed il Nizza Cipressi 2015 di Chiarlo al n. 1 di quella di “Wine Enthusiast”. Ma al vertice assoluto della qualità, a livello di territorio, c’è sempre Bordeaux, seguito da Montalcino. Almeno a guardare i vini assaggiati nel 2018 e premiati con 100/100, il massimo possibile, dalla stessa “Wine Enthusiast”. Secondo la rivista (la cui italian editor è Kerin O’Keefe), delle 15 “perle” enoiche, ben 5 sono bordolesi, tutti 2015, e tutti grandi nomi: Château Ausone, Château Cheval Blanc, Château Lafite Rothschild, Château Margaux e Château Pétrus. L’Italia, come già riportato, è rappresentata da Montalcino, con i 100/100 assegnati al Brunello di Montalcino Riserva 2012 Vigna di Pianrosso Santa Caterina d’Oro di Ciacci Piccolomini d’Aragona, al Brunello di Montalcino Riserva 2012 di Conti Costanti, e al Brunello di Montalcino 2013 de Le Chiuse. Due territori che, dunque, si confermano in vetta al mondo. La sorpresa, in qualche modo, è l’Austria, con ben 4 etichette premiate, e poi una a testa per Champagne, Oregon e Porto. |
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Su Rai Uno il 4 gennaio arriva la “romantic comedy” con protagonista l’Aglianico del Vulture: “Wine to love”, film che segna il ritorno al piccolo schermo di Ornella Muti e il debutto da regista di Domenico Fortunato, è la storia dell’azienda lucana Favuzzi. Dopo che il suo vino viene premiato ai World Wine Awards, arriva chi vuole impossessarsi dell’azienda di Enotrio, il proprietario, che non vuole disfarsene. Amore, famiglia, globalizzazione e legame con la terra in una storia che racconta la Basilicata e il suo vino. |
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La cifra monstre di 870 miliardi di euro: a tanto ammonta la spesa per ristorazione, hotel e bevande alcoliche delle famiglie europee nel 2017. A dirlo, gli ultimi dati dell’Eurostat. E, così, in attesa di sapere come è andato, economicamente, il 2018, e di iniziare a capire come si muoverà il 2019, secondo l’istituto statistico europeo, nel 2017, le famiglie Ue hanno speso per il consumo di bevande alcoliche ben 130 miliardi di euro (escluse quelle in hotel e ristoranti), l’1,6% della loro spesa totale per i consumi, equivalente allo 0,9% del prodotto interno lordo dell’Unione, o a 300 euro per abitante. Per ristoranti ed hotel, invece, le famiglie europee hanno speso l’8,8% del loro budget, ossia il 4,8% del Pil Ue, pari a 1.400 euro per abitante. |
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I segnali e le tendenze per il futuro secondo Raimondo Romani, in vista della nuova classificazione dei “Grand Cru” italiani della casa d’aste, l’unica specializzata in etichette del Belpaese, che ha conquistato l’Asia. “Non solo Barolo, i Supertuscan o Montalcino, che si confermano. Tante realtà interessanti crescono, premiate dalla ricerca di vini più eleganti e meno potenti. Ed esclusi pochi nomi e le vecchissime annate, il gap di quotazioni con la Francia si riduce”. |
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