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N. 2.737 - ore 17:00 - Giovedì 19 Settembre 2019 - Tiratura: 31.087 enonauti, opinion leader e professionisti del vino |
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L’estate sta finendo e, oltre alla vendemmia, nei territori più prestigiosi della viticoltura italiana inizia la stagione dei tartufi. Da una parte, il Tartufo Bianco di Alba, star delle Langhe del Barolo e del Barbaresco, dall’altra, il Tartufo Bianco delle Crete Senesi, nel Comune di Montalcino, casa del re del Sangiovese, il Brunello. Di fronte, una raccolta ancora in stand by, con la siccità dei mesi estivi che sta ritardando la stagione, ma anche qualche buon segnale, che arriva soprattutto dal Piemonte, dove sabato inizia ufficialmente la ricerca, aspettando la Fiera Internazionale del Tartufo di Alba n. 89. |
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Il commercio enoico del Belpaese vive un momento cruciale, stretto tra la guerra dei dazi dichiarata dal presidente Usa Donald Trump alla Ue e le spinte antieuropeiste del premier britannico Boris Johnson, che spinge per far uscire la Gran Bretagna dall’Unione Europea, con il rischio evidente di far precipitare nel caos i rapporti commerciali con gli Stati membri della Ue. Non manca, fortunatamente, qualche certezza cui aggrapparsi, e neanche la speranza che tutto si risolva per il meglio. Prima di tutto, c’è un mercato interno in salute, che dopo anni di calo dei consumi sembra aver riscoperto il piacere per il vino, spendendo qualche soldo in più. Poi c’è la Germania, che garantisce sempre una grande solidità, così come la vicina Svizzera, ma anche il Giappone e la Cina che sembrano uscite dalla contrazione dei consumi. Tutto qui? No, al contrario, perché il vino italiano ha un’altra meta d’elezione, forse sottovalutata e data per scontata, ma che ha ormai assurto ad un ruolo di primaria importanza: è la Scandinavia, con Svezia e Norvegia a fare la parte del leone. A Stoccolma, dove il monopolio statale decide le sorti dei consumi enoici interni, nei primi 6 mesi del 2019 sono arrivati 90 milioni di euro di vino, una quota importante ma in calo, ad Oslo, invece, l’Italia si è confermata, nel 2018, leader di mercato, con un export che ha raggiunto un valore di 119 milioni di euro (44,8 milioni di euro nei primi 6 mesi del 2019, dati Istat), generato per il 91,5% da imbottigliati e spumanti. Una meta importante, quella norvegese, e particolarmente interessante, per capacità di spesa e crescita del Pil, anche se il vino è solo la seconda bevanda alcolica preferita, con una quota del 32,8%, dietro alla birra (46,2%), per un consumo medio di 16,41 litri per abitante (con età superiore ai 15 anni, dati WineMonitor), in calo ormai dal 2014. Limiti ed opportunità su cui lavorare, come faranno i produttori italiani, da Siddùra a Velenosi, da Masciarelli a Sordo, da Castello di Spessa a Il Borro, da Matteo Colla a Vite Colte, protagonisti della tappa di Oslo del “Simply Italian Great Wines” della Iem - International Exhibition Management di Giancarlo Voglino e Marina Nedic, di scena nella capitale norvegese il 23 settembre. |
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Veronafiere consolida la propria presenza in Asia in collaborazione con l’Hong Kong Trade Development Council: è arrivata la firma dell’accordo che prolunga al 2021 la partnership tra i due enti, e attraverso Vinitaly si rafforza la presenza italiana alla Hong Kong International Wine & Spirits Fair, che copre un mercato dove le importazioni enoiche globali valgono 1,37 miliardi di euro, con ancora importanti margini di crescita per l’Italia, quinto fornitore di vino. Hong Kong, del resto, ha un notevole vantaggio competitivo. dopo l’abolizione dei dazi nel 2008 ha svolto un ruolo importante come hub per tutta l’Asia, specie per la Cina, cui è legata da importanti misure di agevolazione doganale. |
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La ricerca al primo posto, per far esprimere al meglio l’uva simbolo della Valpolicella, la Corvina, “liberandola” dalla gabbia dell’appassimento e dell’Amarone, che tanto ha dato, in termini di prestigio e ricchezza, al territorio, ma che non può e non deve essere l’unica espressione enoica di un’azienda storica come Bertani, che ha deciso così di puntare sui cru aziendali per fare un passo avanti in termini di sperimentazione e consapevolezza, in una logica che, per una volta, lascia indietro il marketing a favore della cultura vitivinicola. Nascono così i “Bertani Cru”: due vini da due vigneti di Tenuta Novare, il Valpolicella Classico “Le Miniere” e il Valpolicella Classico Superiore “Ognisanti”. Un’attenzione tutta nuova al Valpolicella, in cui il territorio si legge senza l’interferenza dell’appassimento, vino da uve fresche purtroppo spesso dimenticato negli anni della tumultuosa crescita dell’Amarone e del Ripasso. “Volevamo cogliere la migliore espressione della Corvina, e non potevamo che farlo producendo Valpolicella - spiega a WineNews Emilio Pedron, ad gruppo Bertani Domains - e dopo queste due prime etichette, destinate alla ristorazione, ne arriveranno altre ...”. |
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Il gigante del beverage di Atlanta, Coca-Cola, mette sul piatto 88 milioni di euro, ed entro la fine del 2019 metterà in portafoglio le acque e le bibite Lurisia, controllate dal fondo d’investimento privato IdeA Taste of Italy, gestito da DeA Capital Alternative Funds SGR, dalla famiglia Invernizzi e da Eataly. Una notizia che ha portato alla pronta reazione di Slow Food, che all’azienda di acque minerali piemontese è legata da tanti anni, e adesso pronta a “concludere la collaborazione, che non verrà rinnovata”. |
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Tutti gli appassionati di formaggio, rigorosamente a latte crudo, ma anche di latticini di ogni tipo, arrivando anche al gelato, riunitevi: a Bra, in Piemonte, Slow Food si prepara a dare il via a Cheese n. 22, che dedica, dal 20 al 23 settembre, un fitto cartellone di eventi, incontri, tavole rotonde, degustazioni inedite e street food da tutto il mondo, al formaggio. Al centro le produzioni casearie di tutto il mondo, dai famosi Parmigiano Reggiano e Gorgonzola ai più sconosciuti formaggi di montagna, in un vero e proprio viaggio intorno al mondo, dal Brasile all’Inghilterra, ma anche tematiche socio-politiche, come il climate change e l’impatto che su di esso ha la produzione agricola e alimentare, e l’integrazione culturale, attraverso il cibo. |
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Non sono molte le cantine a poter vantare 120 anni di storia e 560 ettari di vigneto a corpo unico: ecco Sella & Mosca, nata come vivaio vitivinicolo, dalle idee e dal genio di due imprenditori piemontesi nel 1899, ed oggi proprietà del Gruppo Terra Moretti. Dalla Franciacorta alla Sardegna, a WineNews Vittorio Moretti, le parole del “preparatore d’uva” Marco Simonit (Simonit&Sirch), e il racconto di Francesca Moretti. |
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