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N. 2.689 - ore 17:00 - Venerdì 12 Luglio 2019 - Tiratura: 31.087 enonauti, opinion leader e professionisti del vino |
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Stop alla crescita dei vigneti a denominazione nella Valpolicella per i prossimi tre anni: la Regione Veneto ha dato l’ok alla richiesta del Consorzio Tutela Vini Valpolicella per il per il blocco totale degli impianti per i vigneti nel prossimo triennio. “Negli ultimi 10 anni il territorio ha visto crescere la propria superficie vitata del 30% - spiega il presidente del Consorzio Vini Valpolicella, Andrea Sartori - con un incremento produttivo che sfiora il 40%, con un +50% di uve messe a riposo per Amarone e Recioto. Servivano scelte coraggiose e coscienziose per garantire la corretta remuneratività della filiera e la tenuta del prezzo medio”. |
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Il Sassicaia della Tenuta San Guido (n. 6 a livello globale), il Tignanello di Antinori (n. 26), il Vigor Marche Igt di Umani Ronchi (n. 29), Ornellaia (n. 46), Masseto (n. 49), il Solaia, ancora di Antinori (n. 62), ed il Barolo Monfortino Riserva di Giacomo Conterno (n. 90): sono i vini italiani più ricercati nel mondo, in questa prima metà del 2019, secondo l’aggiornamento della classifica di Wine-Searcher, il più grande motore di ricerca di prezzi e quotazioni dei vini, che elabora ogni giorno oltre 1 milione di ricerche su 400.000 etichette diverse. Tra le griffe più ricercate del Belpaese, a completare la lista delle prime 15, seguono il Barbaresco di Gaja, Le Pergole Torte di Montevertine, il Barolo di Bartolo Mascarello, il Brunello di Montalcino, annata e Riserva, della Tenuta Greppo di Biondi Santi, il Flaccianello della Pieve di Fontodi, il Case Basse di Gianfranco Soldera (sia nella versione Igt che Brunello di Montalcino), e l’Amarone della Valpolicella di Quintarelli. Tra i vini più costosi, invece, al top assoluto c’è il Barolo Le Rocche di Castiglione Falletto di Bruno Giacosa, che viaggia ad un prezzo medio di 1.190 euro, seguito a distanza dal Masseto, a 675 euro, e dal Brunello di Montalcino Riserva Case Basse di Gianfranco Soldera a 662, mentre il Toscana Igt dello stesso produttore recentemente scomparso è ai piedi del podio, con 508 euro in media a bottiglia. Posizione n. 5, invece, per il Brunello di Montalcino Riserva di Biondi Santi, a 497 euro, davanti al Barolo Artist Label di Bartolo Mascarello (416 euro), al Testamatta Colore di Bibi Graetz (415), al Vin Santo di Montepulciano Occhio di Pernice di Avignonesi (405), al Sorì San Lorenzo di Gaja (385 euro) e al Barolo Otin Fiorin Piè Franco - Michet di Cappellano (379 euro a bottiglia). Classifica che cambia ancora se si guarda alla media dei punteggi della critica: al top per l’Italia, con 95 punti ci sono l’Occhio di Pernice di Avignonesi, il Sorì San Lorenzo di Gaja ed il Masseto, seguiti, a 94 punti, da Sassicaia e Solaia, e poi ancora dal Refosco Colli Orientali del Friuli Calvari di Miani, dal Vin Santo di Montepulciano di Avignonesi, dal Sorì Tildin ancora di Gaja, e poi, per chiudere la top ten, dal Barolo Bussia Romirasco di Poderi Aldo Conterno, e dal Barolo Monfortino Riserva di Giacomo Conterno. |
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“Notizie come questa rattristano molto la categoria che rappresenta, senza dubbio, l’emblema per la tutela della qualità del vino italiano”: così Riccardo Cotarella, presidente Assoenologi, commenta l’inchiesta “Ghost Wine”, che ha scosso in questi giorni il mondo vitivinicolo pugliese, portando all’arresto di 11 persone e al sequestro di alcune aziende, ree, per gli inquirenti, di adulterare il vino con lo zucchero, e di commercializzare vino ottenuto a basso costo, proveniente anche dall’estero, come prodotto italiano biologico, Doc o Igt. “Da sempre Assoenologi - prosegue Cotarella - opera a fianco delle autorità di controllo che ogni giorno lavorano per mantenere alto il valore dell’immagine dei vini italiani nel mondo, ai quali va il nostro plauso e ringraziamento. Il patrimonio storico culturale dei nostri vini va tutelato in modo fermo e deciso”. |
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L’enologia del futuro dovrebbe essere sempre più focalizzata sulla produzione di vini altamente espressivi che riflettano le loro origini e caratterizzati da una forte identità sensoriale. Una strada che deve prendere in considerazione l’attuale contesto globale, fortemente condizionato dal cambiamento climatico, le considerevoli preoccupazioni sul rispetto per l’ambiente, i rigidi principi dello sviluppo sostenibile e la pressante richiesta di trasparenza, sicurezza e salubrità del vino da parte dei consumatori. Sono gli atout della relazione di Luigi Moio, vicepresidente Oiv, e docente di Enologia all’Università Federico II di Napoli, che, il 15 luglio, nella conferenza pubblica, darà ufficialmente il via ai lavori scientifici del Congresso Mondiale dell’Oiv, di scena a Ginevra, in Svizzera, dal 15 al 19 luglio, con oltre 500 esperti da tutto il mondo a condividere esperienze, ricerca, conoscenze e punti di vista sui temi più caldi della viticoltura. Riflessioni, quelle di Moio, che si innestano perfettamente nelle considerazioni di Gérald Bronner, professore di Sociologia all’Università di Paris Diderot, secondo cui, alla base di tante paure e dubbi da parte dei consumatori su ciò che si mangia e si beve, c’è una situazione senza precedenti, conseguenza di una massiccia deregolamentazione del mercato dell’informazione e non solo. |
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L’eccellenza del vino italiano, nel calice e sul grande schermo, nei documentari di storie di vita e di vino, e nelle riflessioni sul futuro di uno dei settori più affascinanti del made in Italy: sono gli ingredienti di “Vino Vip Cortina” di Civiltà del Bere, edizione n. 12 (14-15 luglio). Tra dibattiti e docu-film, da “Vino, l’eterna ricerca di eccellenza”, a “André, The Voice of Wine”, dedicato ad Andrè Tchelistcheff, fra i padri dell’enologia californiana (e non solo: Ornellaia è fra i suoi capolavori), riflessioni sul mercato, ed il “Wine Tasting delle Aquile”, con 54 grandi griffe del vino italiano. |
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Le bollicine italiane sono sempre più amate nel mondo, anche grazie ai riconoscimenti internazionali che arrivano per le case spumantiere del Belpaese. Come Ferrari, leader del Trentodoc, che, per la terza volta, è “Sparkling Wine Producer of the Year” nel Concorso internazionale The Champagne & Sparkling Wine World Championships, dove, per la prima volta, l’Italia ha superato la Francia per numero di medaglie (71 ori per il Belpaese contro i 61 dei francesi). E se Ferrari primeggia, tante sono le cantine da “medaglia d'oro”: da Rotari a Maso Martis, da Letrari a Toblino, per il Trento Doc, da Ca’ del Bosco a Guido Berlucchi, da Corte Aura a Bosco del Merlo, nel Franciacorta, da Villa Sandi a Nino Franco, per il Prosecco Docg, a realtà come Cleto Chiarli, nel Lambrusco, solo per fare alcuni esempi. |
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Le parole del presidente del Consorzio Roberto Ghio, e di produttori che tra storia ed innovazione, fanno grande il territorio come Luca Spinola (Marchese Luca Spinola), Francesca Poggio (Il Poggio), Salvatore Giacoppo (Marchese Raggio), dell’agrotecnico Davide Ferrarese, e di Luca Maria Ivaldi (Cantina del Gavi). |
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