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N. 2.698 - ore 17:00 - Giovedì 25 Luglio 2019 - Tiratura: 31.087 enonauti, opinion leader e professionisti del vino |
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La sensibilità su tutto quello che è “sostenibilità” cresce, soprattutto nei Comuni rurali d’Italia. E salgono a 42, nel 2019, le località meritevoli della “Spiga Verde” (tra cui tante “capitali” del vino, come Alba, nelle Langhe, Castellina in Chianti, nel Chianti Classico, o Matelica, nelle Marche, ndr) il riconoscimento, indetto da Fee Italia (Foundation for Environmental Education) e Confagricoltura, edizione n. 4, programma pensato per guidare i Comuni rurali su percorsi virtuosi che giovino all’ambiente e alla qualità della vita dell’intera comunità. Regioni “regine” delle “Spighe Verdi”, con 6 Comuni a testa, sono le Marche, la Toscana ed il Piemonte. |
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Cambiamenti climatici, sostenibilità, vitigni autoctoni: sono alcuni dei concetti chiave che animano il dibattito nel mondo del vino negli ultimi tempi. Temi importanti, che hanno a che fare con il futuro di uno dei settori più importanti dell’agricoltura italiana. Da affrontare mai con pessimismo, e con qualche certezza: che non bisogna mai fermarsi, che si deve cercare sempre la soluzione migliore, in ogni condizione, e che se vini buoni si possono fare praticamente ovunque, i grandi vini si possono ottenere solo quando ce ne sono le condizioni. È il pensiero di Michel Rolland, uno dei più grandi, se non il più grande enologo della nostra epoca, che WineNews ha incontrato a Montefalco, nel cuore dell’Umbria, tra i vigneti di “Mister Sagrantino”, Marco Caprai, alla guida della cantina che ha rilanciato questo grande vino nel mondo, e che in maniera pionieristica ha iniziato ad investire, oltre 20 anni fa, in ricerca e sostenibilità. “È ovvio che il clima stia cambiando, certamente dovremo, nel prossimo futuro, in un tempo che non so quantificare, cambiare il nostro modo di pensare - spiega Rolland - i processi di lavorazione. Ma non abbiamo riferimenti, non sappiamo quanto cambiare e quando fermarci. Quello che possiamo dire oggi è che negli ultimi 10-15 anni abbiamo fatto i vini migliori di sempre, perché il clima ci ha aiutato”. L'Italia, in questo quadro, ha la grande chance dei vitigni autoctoni. “Io amo molto le varietà autoctone, perché trovo che siano motivo d’interesse nel mondo del vino - spiega Rolland - e diano la possibilità ai consumatori di scoprire cose che non conoscono. Qui siamo nella patria del Sagrantino, che è un vitigno che ha veramente del carattere. Non si può negare che ci sono grandi vini fatti con il Cabernet Sauvignon, o con il Merlot, vedi il Masseto, ma questo non impedisce di fare vini sempre migliori con le varietà autoctone. L’Italia ha una grande carta da giocarsi con le varietà locali. Non tutti i vini, ancora, sono molto buoni, ma lavorando si può migliorare”. Come è possibile, dice Rolland, che lavora in 24 Paesi del mondo, fare vini buoni ovunque. “Non si possono fare grandi vini dappertutto, ma buoni vini sì, e questa è la regola di condotta della mia vita: ho sempre provato, ovunque fossi, a fare dei buoni vini, e se c’erano le condizioni, a fare dei grandi vini”. |
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Per molti, il debutto a Parigi nel 2020, per Vinexpo, sarà determinante per capire il futuro della storica fiera del vino francese e di Bordeaux. Intanto, a supporto del prossimo debutto nella capitale della fiera, che, nell’ultima tornata di maggio 2019, a Bordeaux, ha vissuto un’edizione in tono minore, almeno nei numeri, scende in campo niente meno che il Presidente della Repubblica Francese: “Vinexpo Paris 2020 è onorata di annunciare che è stata posta sotto il patrocino di Emmanuel Macron, Presidente della Repubblica di Francia”, si legge in una nota ufficiale, che spiega come già l’ultima edizione bordolese abbia goduto dell’appoggio ufficiale del Presidente. Un “endorsement” importante per il debutto parigino di Vinexpo, dal 10 al 12 febbraio, in terreno decisamente più “neutro”, dal punto di vista vinicolo, rispetto alla capitale della Gironda. |
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La contraffazione è, ancora oggi, uno dei grandi problemi che affliggono il mercato mondiale del vino. Sempre più grande, in crescita, e senza confini, e di conseguenza, sempre più appetibile anche per i falsari. Non solo in Asia, dove negli anni sono state scoperte truffe milionarie. Notizie di frodi, di scoperte di false bottiglie, di grandi vini e non solo, sono all’ordine del giorno, in ogni angolo del mondo, tanto nei mercati emergenti come quelli maturi. E a calcolare “il conto”, salatissimo, per il settore del wine & spirit, a livello europeo, è l’Euipo, l’ufficio Ue per la tutela della proprietà intellettuale, che nel suo ultimo report 2019, stima che il settore, e di conseguenza i produttori onesti, abbiano perso mediamente, ogni anno, tra il 2012 ed il 2016, qualcosa come 2,4 miliardi di euro di vendite dirette (il 6% del totale) a causa dei falsi. Cifra importante, e che arriva addirittura a 6,1 miliardi di euro se si guarda al giro d’affari complessivo, con un costo importante anche in termini di lavoro, con 38.885 posti persi a causa dell’industria dei falsi, e 2,1 miliardi di euro di tasse non versate. Una fetta importante, dunque, quella della contraffazione di vino e liquori, su un totale europeo, tra i vari settori, che stima perdite di ben 92,3 miliardi di euro ogni anno. |
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Tecnologia è sinonimo di progresso, anche nel vino: arriva l’ultima innovazione tecnologica in enologia, la piattaforma Winerytale, sviluppata dalla start up Third Aurora, la cui tecnologia sarà disponibile solo nel 2020. Si tratta, semplificando, di un sistema per tradurre istantaneamente l’etichetta del vino: il testo in inglese è tradotto in cinese all’istante, o in un altro centinaio di lingue, grazie al nuovo contenuto intessuto nell’etichetta originale, rendendolo, grazie alla realtà aumentata, indistinguibile dall’originale. |
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Volano le esportazioni dell’alimentare nazionale che fanno registrare il record storico con un balzo del 9,3% nei paesi extra Ue. A dirlo la Coldiretti sulla base dei dati Istat sul commercio estero relativi al primo quadrimestre del 2019. Quattro mesi positivi, per il made in Italy agroalimentare, il cui export cresce molto più velocemente di quello dell’Ue nel complesso, con le esportazioni agroalimentari dell’Unione Europea che sono cresciute solo del 2,9% tra aprile 2018 e aprile 2019, toccando quota 141,1 miliardi di euro, mentre le importazioni hanno raggiunto i 118,1 miliardi (+1,9%). Liquori, vino, pasta e paste alimentari sono i prodotti Ue che trainano di più l’export. |
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“Prima di Veronelli i vini si dividevano in rossi e bianchi, poi è arrivato lui, che ha avuto un ruolo fondamentale nel ridurre le distanze con la Francia. Gino mi ha insegnato la poesia del vino, è il più grande testimonial della terra. Oggi, il vino è comunicato benissimo, paragonabile a quella dell'arte o della cultura. Ed è bello che la massa si avvicini al vino, senza snobismo: la moda crea business e migliorie per tutto il vino, e l'Italia ha ormai colmato il gap che aveva rispetto alla Francia”. |
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