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N. 2.749 - ore 17:00 - Lunedì 7 Ottobre 2019 - Tiratura: 31.087 enonauti, opinion leader e professionisti del vino |
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Col via della Fiera Internazionale del Tartufo Bianco d’Alba, la numero 89, si è inaugurata ufficialmente la stagione dedicata alla famosa pepita, che apre questo 2019 con una quotazione che oscilla tra i 250 e i 350 euro all’etto, a seconda della pezzatura, in linea con i prezzi dello scorso anno, e che nel primo week end ha di fatto fotografato un mercato in buona salute, e un interesse dei consumatori sempre maggiore. Fino al 24 novembre la Fiera Internazionale porterà nel centro piemontese appassionati e foodies, alla scoperta, delle anime del tartufo e dei suoi abbinamenti, specie con le bollicine dell’Alta Langa. |
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Far crescere il valore del vino italiano: un mantra, ormai, una missione necessaria, difficile ma non impossibile, ma da portare a termine nel più breve tempo possibile, per far crescere i territori, per creare valore, per avere risorse da investire nella crescita delle aziende, della promozione, della qualità. Ma serve, oltre al tempo, il coraggio di investire in vitigni e territori nuovi per il mercato - e non solo su quelli già affermati e di successo - di cui l’Italia è particolarmente ricca, superare l’atavica incapacità di muoversi uniti, come sistema, ma anche recuperare l’orgoglio dell’essere italiani nel senso migliore, ovvero artigiani votati al buono e al bello. È il messaggio che arriva dall’apertura della “Milano Wine Week” (fino al 13 ottobre), dove, moderati dal caporedattore del “Corriere delle Sera” Luciano Ferraro, si sono confrontati produttori come Riccardo Pasqua, alla guida della cantina veneta di famiglia, Ettore Nicoletto, ad Santa Margherita Gruppo Vinicolo, Simonpietro Felice, alla guida della Cantine Leonardo Da Vinci, Alberto Serena, al vertice di Montelvini, fino a Cristina Ziliani, alla guida della griffe franciacortina Berlucchi, Matteo Lunelli, alla guida del gruppo Ferrari-Fratelli Lunelli, Roberta Corrà, direttore generale del Gruppo Italiano Vini, Vittorio Moretti, alla guida del Gruppo Terra Moretti, e i Consorzi più importanti del Belpaese, da quello del Franciacorta, guidato da Silvano Brescianini, a quello del Prosecco Doc, diretto da Luca Giavi, da quello del Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore Docg, presieduto da Innocente Nardi, a quello delle Doc del Friuli Venezia Giulia, guidato da Adriano Gigante, fino al presidente di Coldiretti, Ettore Prandini. Partendo dai dati (fonte Nomisma Wine Monitor, ndr), invero impietosi, guardando al mercato Usa, dove l’Italia, peraltro, è leader in volume ed in quantità: i vini rossi francesi vanno in Usa ad un prezzo medio di 6 euro al litro, gli italiani a 4,6. Sui Dop, la forbice si allarga ancora: 9,1 euro al litro per i francesi, 5,5 per l’Italia. Sulle bollicine poi, non c’è partita: 17 euro al litro per gli spumanti di Francia, meno di 4 per quelli italiani. Uno stato dell’arte che, vista anche la visione sostanzialmente concorde di buona parte della filiera enoica italiana, richiede quanto prima di passare dalle parole ai fatti. |
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Edi Keber, viticoltore simbolo del Collio, che “negli anni ha compiuto scelte coraggiose, praticando un’agricoltura rispettosa dell’ambiente e della biodiversità”, è il “Premio alla Carriera”; alla cantina di Montalcino Il Paradiso di Manfredi, dove “tutto è armonia e attenzione per l’ecosistema”, il “Premio alla viticoltura sostenibile”; al collettivo “Solo Roero”, formato da “tre giovani vignaioli (Enrico, Luca e Alberto) animati dal grande amore per il Roero”, il “Premio Giovane Vignaiolo”: ecco i tre premi speciali della Guida Slow Wine 2020, novità assoluta per la guida ai vini firmata Slow Food, curata da Giancarlo Gariglio e Fabio Giavedoni, in attesa di conoscere le “Chiocciole”, ovvero i “Vini Slow”, quelli che più interpretano i valori organolettici, territoriali e ambientali in sintonia con Slow Food. |
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Albiera Antinori (Guado al Tasso),
Priscilla Incisa della Rocchetta (Sassicaia) e Cinzia Merli (Le
Macchiole): ecco il triumvirato, tutto al femminile, pronto a guidare
il Consorzio per la Tutela dei Vini Bolgheri, Denominazione sulla
cresta dell’onda e capace, ormai, di rappresentare il Belpaese
enoico nel mondo al pari di mostri sacri come Brunello di Montalcino
e Barolo. Una notizia che fa bene all’intero settore, perché
dimostra ancora una volta, casomai ce ne fosse ancora bisogno, che la
realtà corre più veloce di norme e regole, e allora in barba alle
quote rosa Bolgheri avrà un “governo” sì al femminile, ma
soprattutto di altissima qualità: Albiera Antinori, neo presidente
del Consorzio per la Tutela dei Vini Bolgheri, è infatti l’erede
della più antica dinastia del vino italiano, mentre Priscilla Incisa della
Rocchetta, nipote di Mario, a cui si deve l’intuizione del
Sassicaia e, in un certo senso, la nascita stessa del mito di
Bolgheri, e Cinzia Merli, che su questo territorio ha puntato nel
lontano 1983, ed in poco più di trent’anni ha conquistato con le
etichette de Le Macchiole critica e wine lovers, saranno le
vice presidenti. Dietro, una storia fatta di pionierismo e libertà
enologica, davanti, un futuro da scrivere, tra qualità e mercati. |
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Dall’epoca Romana al periodo tardo-antico, fino al pieno Medioevo: se è vero che la prima bottiglia di Franciacorta, così come lo conosciamo oggi, è stata prodotta solo nel 1961, la Storia ci racconta una realtà ben diversa, in cui la vite, come nei grandi territori del vino d'Italia e d'Europa, è coltivata sin dall'antichità, come scrive lo storico Gabriele Archetti nel libro “Le origini del Franciacorta e del Rinascimento italiano”, presentato oggi dal presidente del Consorzio del Franciacorta Silvano Brescianini. |
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25 “Platinum” (i vini giudicati oltre 95/100), soprattutto da Toscana (8), Alto Adige e Piemonte (4 a testa), a cui si aggiungono i 10 assegnati alla “Old Vintage Collection” (per le annate precedenti al 2011): ecco i migliori assaggi di “The Wine Hunter” Helmuth Kocher, che sono stati presentati oggi, nel convegno su come dare “Più valore al vino italiano”, nell’apertura ufficiale della Milano Wine Week, nella città meneghina, dal 6 al 13 ottobre. Vini, quelli premiati da “The Wine Hunter”, che insieme a tante altre eccellenze dell’enologia italiana, ma anche dell’enogastronomia del Belpaese, saranno tra i protagonisti del Merano Wine Festival, di scena dall’8 al 12 novembre a Merano, nel tradizionale “salotto buono” del vino del Belpaese. |
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“Negli ultimi trent’anni l’Italia ha fatto un progresso superiore a quello dei tremila anni precedenti, periodo in cui sono stati valorizzati tanti vini da vitigni autoctoni. La dipendenza dai punteggi, però, secondo me ha impoverito la comunicazione del vino, bisogna tornare ad un giornalismo e ad un tipo di comunicazione attraverso cui raccontare vini, vitigni, cru. Sto lavorando ad un libro che raccoglierà tutta la mia esperienza nel mondo del vino, amo scrivere di vino italiano”. |
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