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N. 3.305 - ore 17:00 - Lunedì 6 Dicembre 2021 - Tiratura: 31.116 enonauti, opinion leader e professionisti del vino |
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Dovevamo uscirne migliori, e invece, dalla pandemia, non siamo neanche usciti. Di certo, ne usciremo diversi, come persone e come consumatori. I mesi di lockdown e chiusure, infatti, hanno rivoluzionato il rapporto tra le persone e lo spazio, diventato più stretto, così che in molti si sono riavvicinati alle proprie comunità e, di conseguenza, alle produzioni nazionali e locali. E questo, racconta “Wine Intelligence”, vale anche per i wine lover di quattro mercati chiave come Canada, Australia, Germania e Stati Uniti, dove la tendenza è quella di acquistare più vino nazionale e meno vino importato, nonostante i dati premino le spedizioni di Paesi come Italia e Francia. |
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Non solo quello dei costi di energia, trasporti, materie prime, bottiglie ed etichette: il vino italiano, per tanti motivi, sta affrontando anche una crescita importante dei prezzi dei vini all’origine. Ovvero degli sfusi. Tra vendemmie scarse, in qualche caso, come la 2017, tra le più avare di sempre in quantità, che è l’annata che sta arrivando sul mercato per grandi denominazioni come Barolo o Brunello di Montalcino, per esempio. Ma anche grazie ad un mercato ripreso, fin qui, in pompa magna, soprattutto per i vini di alta qualità, tornati protagonisti sulle tavole della ristorazione mondiale. Da un lato, un segnale di salute, e, dall’altro, un problema tutt’altro che semplice da gestire, soprattutto per i vini di prezzo più basso, che girano soprattutto in gdo (dove il grosso del venduto è nella fascia tra i 4 ed i 5 euro a bottiglia). Perchè questi aumenti di prezzo, inevitabilmente, qualcuno li deve sostenere lungo la filiera dal produttore al consumatore. Un quadro non nuovo (di cui i leader della Gdo italiana hanno discusso di recente anche alla “Vinitaly Special Edition”), che preannuncia un 2022 di forti tensioni sui prezzi. Che, anche guardando ai soli sfusi, sono in netta crescita, come racconta l’analisi WineNews, tra i listini di Ismea e quelli delle Camere di Commercio d’Italia. Secondo Ismea, per esempio, ad ottobre i bianchi comuni viaggiavano su valori di 4,27 euro ad ettogrado, il 19,4% sullo stesso periodo 2020, i vini rossi a 4,36 euro ad ettogrado (+10%). Ma che le quotazioni dei vini Dop volano. Come il Brunello di Montalcino: la celebratissima annata 2016 (ormai pressochè introvabile, mentre la altrettanto splendida annata 2015 è uscita dal listino) spunta prezzi tra i 950 ed i 1.150 euro ad ettolitro, con quotazioni identiche per la 2017 appena presentata ed in uscita sul mercato a gennaio 2022. È in decisa crescita il Barolo, con l’annata 2016 che oscilla tra 740 e 850 euro ad ettolitro, e la 2017 che va da 722,6 a 835,4, euro. Stesso trend per le quotazioni di Amarone e Recioto, con la produzione 2018 che viaggia tra 880 e 900 euro ad ettolitro, che arrivano a 920 per il prodotto “classico”. Ma sono a rialzo anche i prezzi di Chianti e Chianti Classico, così come quelle di tutta la galassia Prosecco (Doc, Docg e Asolo), ma non solo (nell’approfondimento). |
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Dalla “Madonna del latte” di Bartolomé Esteban Murillo, al “San Girolamo penitente” di Girolamo Romani detto il Romanino; dalla raffinata “Madonna delle Grazie” del Perugino, alla “Deposizione di Cristo nel sepolcro” attribuita alla Scuola Senese del XVII secolo, passando per la “Madonna col Bambino” di Gentile da Fabriano. Sono solo alcuni dei capolavori riportati all’originario splendore, negli ultimi 20 anni, grazie ai proventi della vendita dei “Vini Civitas” nella partnership, iniziata nel 2003, tra la Tenuta Caparzo, prestigiosa realtà vitivinicola di Montalcino di proprietà della famiglia Gnudi Angelini, e l’Associazione Civita, che, ogni anno, individua un’importante opera d’arte da restaurare in Italia. La prossima sarà il seicentesco dipinto del “Sant’Onofrio” di Battistello Caracciolo conservato a Palazzo Barberini a Roma. |
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Incuriosiscono e crescono, in vigna e nel dibattito vinicolo, i vini Piwi, che nascono dai cosidetti “vitigni resistenti”. Frutto di ricerca e incroci e che, al netto di risultati qualitativi sempre più incoraggianti, saranno sempre più importanti. Perchè “il futuro del vino nell’era della sostenibilità”, intervento del professor Luigi Moio, produttore, docente dell’Università Federico II di Napoli e presidente dell’Oiv-Organisation Internationale de la Vigne et du Vin, passa anche da vini che sono “uguali, diversamente”, come ha sottolineato Fulvio Mattivi, docente dell’Università degli Studi di Trento. In questo senso, il “meticcio ci salverà o meglio salverà la viticoltura”, ha ribadito il professor Attilio Scienza, docente di viticoltura all’Università di Milano, e tra i decani della ricerca enoica a livello mondiale. Le cui relazioni (nell’approfondimento) sono state al centro della premiazione della “Rassegna nazionale dei vini Piwi” n. 1, andata in scena alla Fondazione Edmund Mach di San Michele all’Adige, centro di eccellenza mondiale nella ricerca scientifica in vigna ed in cantina. Dove sono stati eletti i migliori per tipologia, firmati da cantine come Terre di Ger, Weingut Plonerhof, Le Carline, Azienda Agricola Dellafiore Achille e Lieselehof. Il migliore in assoluto? Il Solaris 2020 di Weingut Plonerhof. |
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Il mondo del vino saluta uno dei suoi personaggi più anticonformisti, produttore di assoluta eccellenza tra la Val d’Orcia, con la Tenuta di Trinoro, e l’Etna, con Passopisciaro, “filosofo del vino” e conoscitore dei territori enoici di tutto il mondo, capace di capire, di amare e di produrre tanto con i grandi vitigni internazionali che con i vitigni di antica coltivazione in Italia: si è spento a 72 anni, per un male incurabile, Andrea Franchetti, questa notte nella sua casa di Palazzo Colonna a Roma. |
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Due grandi verticali, delle due griffe più rilevanti di Bolgheri - una di 28 annate, dalla 1979 alla 2006, di Sassicaia di Tenuta San Guido (base d’asta 6.000 euro), ed una di tutte le annate prodotte sin qui da Ornellaia, dalla 1984 alla 2018 (base d’asta 4.500 euro) - sono i top lot dell’asta di Finarte, di scena il 9 dicembre, a Milano, al termine della quale ci sarà una degustazione di vini organizzata da Vinodalproduttore.it, con 20 produttori e 60 etichette, selezionate fra le eccellenze dell’intero territorio italiano. Tornando alla vendita all’incanto, in tutto saranno 280 lotti sotto il martello, con il meglio di Toscana e Piemonte, ma anche di Champagne e Borgogna. Spiccano una 5 litri di Tignanello 1979 (base d’asta 950 euro), ma anche le tre bottiglie di Masseto 2015 (da 1.500 euro) e le tre bottiglie di Brunello di Montalcino Biondi Santi Riserva 1997 (da 900 euro). |
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A WineNews le riflessioni di alcuni dei tanti produttori della Federazione Italiana Vignaioli Indipendenti dal Mercato di Piacenza. Dal Trentino alla Sicilia, le voci di Barbaglia Vini, Fenech, Fratelli Aimasso, Mattia Filippi, Colacicchi, Punto Zero, Roccafiore, Pieropan, Bele Casel, Armin Kobler, Tempa di Zoè, Tenuta di Valgiano, Luigi Maffini, Giovanna Tantini, Cataldo Calabretta, Ghio Vini, Zymè, Moser, I Dirupi e Le Fraghe. |
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