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N. 3.069 - ore 17:00 - Lunedì 11 Gennaio 2021 - Tiratura: 31.087 enonauti, opinion leader e professionisti del vino |
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Da domani sui vini di Germania e Francia diretti in Usa graveranno nuove tariffe aggiuntive, decise dall’Ustr nell’ambito della disputa tra Stati Uniti ed Unione Europea sui sussidi all’aviazione civile. Una vicenda su cui ha preso posizione anche il Wine Institute americano, che torna a schierarsi al fianco del vino europeo. Ribadendo la convinzione che l’industria del vino debba muoversi in maniera univoca, per chiedere la rimozione di tutte le tariffe, secondo il principio “zero for zero”, nessun dazio per il vino europeo in Usa, né per il vino americano in Europa: “chiediamo agli Stati Uniti e alla UE di raddoppiare gli sforzi per raggiungere un accordo”. |
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I ristori per il variegato mondo della ristorazione? In molti casi, denunciano imprese e associazioni di categoria, sono ancora in ritardo (i 628 milioni di euro del “Decreto Natale” dovrebbero arrivare nelle casse nelle prossime ore, ha annunciato l’Agenzia delle Entrate, che, nel complesso, per tutte le attività economiche, da inizio emergenza ha erogato nel complesso 10 miliardi di euro tra ristori e rimborsi a 3,3 milioni di beneficiari, ndr). E, comunque, si parla di briciole. I ristori secchi dello Stato ai ristorante e bar, previsti dai vari Decreti Legge varati in questi mesi, in termini di rimborso sul fatturato perduto per via delle chiusure imposte per arginare i contagi da Covid-19, per tante imprese non coprono neanche l’1% del giro d’affari reale. Hanno aiutato di più, almeno per ora, la sospensione del pagamento dei mutui e quella delle utenze, per esempio, ma che comunque andranno pagati salvo nuove sospensioni di cui ad oggi non si parla (mentre stanno riprendendo le scadenze fiscali, invece). Ha funzionato un po’ meglio la cassa integrazione, dove, comunque, non mancano ritardi, e che, però, in tanti casi, quando gli imprenditori hanno potuto, è stata anticipata dall’azienda, e sarà recuperata sotto forma di crediti di imposta o di rimborsi, ma in tempi lunghissimi. Ma la realtà evidente è che il calo delle uscite, che pur c’è stato, nel complesso, è enormemente inferiore al calo delle entrate. E la sintesi è che un settore come quello della ristorazione che ha perso, in media, il 40% del giro d’affari (86 miliardi di euro nel 2019, dati Fipe/Confcommercio), ma con tante realtà, soprattutto quelle legate ai centri delle grandi città d’arte, che accusa perdite anche maggiori, dopo aver vissuto un anno durissimo come il 2020, guarda con grande preoccupazione ad un 2021 che inizia all’insegna dell’incertezza, e per di più senza alle spalle quelle risorse di scorta sulle quali hanno potuto appoggiarsi almeno quelle realtà più solide e sul mercato da più tempo, ma che inevitabilmente, oggi, non ci sono più. È il quadro, preoccupante, che emerge dalle testimonianze di oltre 25 imprese tra ristoranti (stellati e non, osterie e trattorie) e bar di tutta Italia, di grandi città o piccoli borghi, raccolte in maniera “riservata” da WineNews (l’analisi completa nell’approfondimento). |
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Non una disfatta, ma di certo, l’anno della pandemia, è stato durissimo per le cantine italiane: per la maggior parte, i bilanci di fine anno che si stanno definendo in queste ore, ad un primo sguardo hanno registrano un calo compreso nella forbice tra il -10% ed il -20%, con pochissime eccezioni sia in meglio (tra chi è molto sbilanciato sull’export e con una presenza storica su più canali) che in peggio (specialmente tra chi è focalizzato sull’horeca). È la fotografia che arriva da oltre 35 cantine italiane tra le più importanti per forza del brand, dimensione, fatturati, storia e presenza nel mondo, che mettono insieme un fatturato complessivo superiore ai 2,5 miliardi di euro (dato 2019), sentite da WineNews. Un’indagine che ha riscosso grande interesse da parte dei nostri lettori, e ripresa ampiamente anche da tante testate finanziarie nazionali. |
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Un 2020 difficilissimo per tutti i settori economici, vino incluso, ha incoronato l’Italia dei fine wine regina assoluta, in termini di crescita. A certificarlo il benchmark di questo segmento di mercato peculiare, di nicchia ma importante per l’immagine del settore, ovvero il Liv-Ex. Nei 12 mesi appena conclusi, l’Italy 100, l’indice dedicato ai grandi vini del Belpaese - formato da più annate dei grandi Supertuscan, ovvero Sassicaia, Masseto, Ornellaia ed il grande “trittico” della famiglia Antinori, formato da Solaia, Tignanello e Guado al Tasso, e ancora dal Sorì San Lorenzo, dal Barbaresco e dallo Sperss di Gaja, e dal Barolo Monfortino Riserva di Giacomo Conterno - è cresciuto del 6,65%, tallonato solo dallo “Champagne” 50, a +6,24%. Con l’indice delle etichette italiane che ha fatto meglio anche del macro indice Liv-Ex 1000 (di cui lo stesso Italy 100 è parte), cresciuto del +2,02%, e dell’indice di riferimento della piattaforma, il Liv-Ex 100, cresciuto del +5,4% (in cui l’Italia è presente con il Sassica 2014, 2015 e 2016, con il Tignanello 2015 e 2016 ed il Solaia 2015 di Antinori, con il Masseto 2014 e 2015, con l’Ornellaia 2013 e 2015, e ancora con i Barolo Monfortino Riserva 2010 di Giacomo Conterno, il Barolo Sperss 2013 di Gaja, il Barolo 2014 di Bartolo Mascarello ed il Barolo Villero 2013 di Brovia). |
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Calano gli infortuni sul lavoro e il risultato rende merito anche alle innovazioni che hanno fornito una maggiore sicurezza per il personale delle aziende. A dirlo sono i numeri di Inail, sottolineati da Confagricoltura: nei primi 11 mesi 2020 c’è stata una significativa diminuzione del numero delle denunce di infortuni. In particolare, nel settore agricolo, sul 2019, il calo degli incidenti è stato del 19,4%, mentre quelli mortali registrano 32 casi in meno (da 135 a 103). Il 28 gennaio 2021, inoltre, è data del click day del Bando Isi-Agricoltura per le agevolazioni in materia.
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Nonostante la crisi economica legata al Covid, le aziende non riescono ad accedere con facilità a fondi e prestiti per accelerare la ripresa, e “senza soldi, senza liquidità, le imprese non vanno da nessuna parte, galleggiano fino a quando poi muoiono”, dice Giovanni Busi, presidente del Consorzio Chianti. “In questa situazione le banche non stanno assolvendo al loro compito di dare fiato all’economia, e il Governo deve fare in modo che alle imprese arrivi liquidità”. Il sistema dei prestiti non è stato semplificato, come dichiarato a più riprese dal Governo, con tanti aspetti che complicano ancora l’accesso ai fondi. Con l’emergenza, secondo Busi, è necessario interrompere gli accordi di Basilea, che regolano i requisiti patrimoniali delle banche e hanno ripercussioni sull’erogazione del credito. |
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Nel 2020 dei lockdown e delle chiusure, c’è un Paese, la Svezia, che ha deciso di fare diversamente. Affidandosi, essenzialmente, al buon senso dei propri cittadini piuttosto che all’imposizione di rigidi divieti. Una scelta peculiare, che ha portato ad una seconda ondata pandemica molto dura, ma che ha premiato la tenuta economica. Bar e ristoranti aperti, e la solidità del monopolio svedese, hanno permesso al vino italiano di continuare a crescere, a Stoccolma e nelle altre città, come raccontano i protagonisti della tappa svedese del Simply Italian Great Wines di Iem . |
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