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N. 3.322 - ore 17:00 - Giovedì 30 Dicembre 2021 - Tiratura: 31.116 enonauti, opinion leader e professionisti del vino |
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Combattere il cambiamento climatico in vigna, agendo sul terreno. È l’idea di Resonant Technology, azienda fondata da Marco Poggianella, che dopo sette anni di sviluppo e quattro di test, ha messo a punto una serie di prodotti ispirati alla tecnologia Sop Inside che, spiega l’azienda (che, in Italia, collabora con realtà come la cantina Tramin in Alto Adige) “non introduce nuovi elementi nel suolo, ma valorizza invece ciò che vi è già, in fatto di batteri o microrganismi che sono naturalmente presenti nel microbioma. Questa tecnologia rafforza la relazione fra suolo e piante, favorendo così un maggior passaggio di nutrienti dal suolo alle radici delle viti”. |
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L’attenzione nei confronti della sostenibilità, il boom dell’online, un nuovo territorio tra i protagonisti italiani del settore, il Trentino, la riscoperta delle bollicine rosse e i vini a basso contenuto di alcol: ecco i trend che caratterizzeranno il mercato del vino nel 2022 individuati dall’enoteca online Etilika. Il mondo del vino, infatti, è sempre più attento al tema della sostenibilità, sia dal punto di vista agronomico che dal punto di vista produttivo. Basti pensare alle aziende che hanno sviluppato un circuito chiuso in cui producono energia per il fabbisogno interno, o a quelle che utilizzano materie prime riciclate per le confezioni o le bottiglie e che sostengono progetti ecologici e sociali. Il trend dei vini biologici, biodinamici, vegani e naturali, inoltre, continuerà a crescere anche nel 2022, e dal punto di vista del consumatore si tradurrà in scelte più etiche e consapevoli al momento dell’acquisto. Se fino a qualche anno fa la tendenza era quella di preferire vini caratterizzati da un grado alcolico elevato, spesso inteso come sinonimo di qualità, oggi si assiste - secondo Etilika - a un’inversione di marcia. Ad alimentare il cambiamento sono l’attenzione crescente nei confronti della salute, la consapevolezza in termini di alimentazione e una curiosità crescente nei confronti del settore anche da parte dei non addetti, che trovano sul territorio italiano una vasta scelta di vini con gradazione intorno a 12,5%. Nel 2022, quindi, il trend sarà quello della riscoperta, del ritorno alla tradizione sia come tipologia - con vini come Marzemino, Teroldego, Pinot Nero, Pinot Bianco. Continua a crescere il trend dei vini frizzanti, ma se negli ultimi anni l’attenzione era riservata soprattutto ai bianchi, dal 2022 i riflettori illumineranno anche i rossi, come Bonarda e Barbera. Cambierà qualcosa anche nella geografia dei gusti enoici, perché se da sempre il mercato del vino italiano è guidato dalla Toscana, dal Piemonte, dall’Alto-Adige e dal Veneto, che anno dopo anno si confermano in cima alla classifica dei territori vitivinicoli italiani, nel 2022 il mercato potrebbe accogliere un nuovo protagonista: il Trentino. Infine, negli ultimi due anni tutti i settori hanno registrato una crescita degli acquisti online e il mercato del vino non fa eccezione. |
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Se i bilanci 2021 delle aziende sono ancora da scrivere, e si conosceranno nelle prossime settimane, dopo la chiusura di un anno almeno di parziale ripresa in ogni settore, il 2020 di piena pandemia ormai archiviato da tempo ha lasciato un quadro decisamente negativo per tutti o quasi. In comparti come ristoranti e alberghi, l’anno scorso, i fatturati sono dimezzati, con un -44,3% sul 2019, in altri i cali sono stati più contenuti, come il commercio (-8,5%) e agricoltura, pesca e acquacoltura (-2,1%), uno dei macrocomparti che ha tenuto meglio. Le uniche due voci a crescere, nel 2020, sono stati i servizi alla persona, a +39,8%, e l’information tecnology, a +5,7%. A dirlo l’“Osservatorio della Fondazione Nazionale dei Commercialisti sui bilanci 2020 delle società di capitali”. A soffrire di più sono state soprattutto le grandi aziende oltre i 250 dipendenti, con un -11,2% dei ricavi. |
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Che i prezzi dei fine wine continuino a crescere non è una sorpresa, così come la distanza, ad oggi incolmabile, che separa le etichette più costose del Belpaese dai big di Francia e della Mosella, come conferma la “Top 50 Most Expensive Wines” di Wine-Searcher”. Al vertice, infatti, si conferma Domaine Leroy Musigny Grand Cru, con un prezzo medio di ben 40.467 dollari, seguito da Leroy Domaine d’Auvenay Chevalier-Montrachet Grand Cru (31.256 dollari) e Domaine de la Romanée-Conti Grand Cru (24.127 dollari). Sono 17 le etichette sopra i 10.000 dollari, quasi 10 volte il prezzo medio del vino italiano più costoso: il Barolo Riserva Monfortino di Giacomo Conterno (1.165 euro). Sul podio, l’Amarone della Valpolicella di Giuseppe Quintarelli (1.117 euro) e dal Brunello di Montalcino Riserva Case Basse di Gianfranco Soldera (861 euro). Al quarto posto il Masseto (833 euro), seguito dal Barbaresco Crichet Paje di Roagna (830 euro). In sesta posizione il Barolo Piè Franco di Cappellano (789 euro), davanti ad un’altra etichetta di Roagna, il Barolo Riserva Pira (690 euro), al settimo posto. In ottava posizione il Refosco Colli Orientali del Friuli “Calvari” di Miani (666 euro), al nono posto il Barolo Monvigliero G.B. Burlotto (591 euro) e, in decima posizione, l’Amarone della Valpolicella di Giuseppe Quintarelli (586 euro). |
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Alleggerisce le maglie sul fronte della quarantena (che, di fatto, viene eliminata per chi è guarito dal Covid o ha completato il ciclo vaccinale con il booster), ma le stringe ulteriormente per l’accesso a bar, ristoranti, alberghi, ma anche a fiere e congressi (dal 10 gennaio solo con il “super green pass”, anche all’aperto), il nuovo decreto varato ieri dal Consiglio dei Ministri per gestire la quarta ondata del Covid-19 caratterizzata dalla variante “Omicron” (nell’approfondimento i dettagli nella nota dello Studio Giuri di Firenze, guidato dall’avvocato Marco Giuri). |
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Potenziamento delle filiere agricole, della pesca e dell’acquacoltura, la nascita del Fondo di mutualizzazione nazionale a copertura dei rischi catastrofali e di due Fondi a sostegno degli investimenti in beni strumentali e nella valorizzazione di Dop, Igp e Stg e delle eccellenze della ristorazione e della pasticceria italiana, implemento ulteriore delle risorse per le assicurazioni agevolate, oltre ad interventi ad hoc per favorire la transizione ecologica e digitale delle imprese, incentivare l’ingresso degli under 40 in agricoltura e dei giovani diplomati nei servizi enogastronomici e alberghieri: ecco le principali misure contenute nella Legge di Bilancio 2022, approvata in via definitiva nella tarda serata di ieri alla Camera. I fondi per il settore agricolo arrivano a 2 miliardi, una cifra che conferma la centralità dell’agricoltura e della filiera agroalimentare per il Governo. |
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La riflessione di Carlo Petrini, presidente e fondatore di Slow Food: “è il momento di cambiare paradigmi. Stop a modelli “iperproduttivistici”, dobbiamo sposare la qualità e un modello che porti ad una vita produttiva dei nostri contadini, agricoltori e allevatori, in armonia con la natura, e non secondo un consumismo compulsivo. Non si può pensare solo al profitto economico, dobbiamo tutelare i beni comuni e relazionali, oltre all’ambiente”. |
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