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N. 3.493 - ore 17:00 - Lunedì 29 Agosto 2022 - Tiratura: 31.127 enonauti, opinion leader e professionisti del vino |
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Continuano senza sosta i progetti di aggregazione nel vino italiano. Come racconta la nascita di Veraison Group Spa, nata dall’unione di FreedL Group di Edoardo Freddi (foto), la cantina Salvaterra, nel cuore della Valpolicella a San Pietro in Cariano, e ancora Progetti Agricoli e “4Ru”, realtà nata nel 2006 a Ravenna (i profili in approfondimento). L’obiettivo dichiarato è vendere 20 milioni di bottiglie in 2 anni, e “diventare uno dei principali player italiani ed europei del settore beverage, e in particolare del segmento vinicolo, per vincere le sfide globali che richiedono investimenti significativi e una presenza continuativa in tutti i mercati”. |
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Tra i produttori del Belpaese, l’energia, almeno fino ad oggi, non è mai stata una voce di costo cui prestare troppa attenzione. Sostanzialmente stabile nei prezzi negli ultimi anni, elettricità (soprattutto) e gas (in misura decisamente marginale) rappresentano tra il 5% ed il 10% dei costi complessivi affrontati dalle cantine, molte delle quali, specie se di dimensioni importanti, hanno puntato da tempo sul fotovoltaico, producendo almeno una parte (ma in alcuni casi persino il 100%) del proprio fabbisogno energetico, abbattendo ulteriormente questa percentuale (che per la sola parte agricola, in molti casi, si aggira, mediamente, intorno al 2-3% dei costi aziendali). L’emergenza energetica, così, nel settore vino, almeno in maniera diretta, si fa sentire meno che in altri comparti produttivi, decisamente più energivori, anche se il raddoppio, se non la triplicazione, delle bollette inizia a creare preoccupazione anche tra gli imprenditori del vino, che si aspettano un ultimo sforzo da parte del Governo, magari sganciando il prezzo del gas da quello delle rinnovabili, e prevedendo un tetto al prezzo dell’energia come annunciato già in altri Paesi europei. I problemi veri, guardando al lungo periodo, riguarderanno l’erosione del potere d’acquisto dei consumatori: se la ripresa del turismo, nazionale ed internazionale, ha sostenuto fino ad oggi i consumi, la fine dell’estate sarà il vero banco di prova. Ristoranti, bar e alberghi stanno già affrontando un aumento dei costi di gestione senza precedenti, con l’aumento dei prezzi in menu di fatto inevitabile. Parallelamente, tra bollette ed inflazione le famiglie italiane vanno incontro a mesi di rinunce, con tagli attesi sia nel carrello della spesa che nel fuori casa. I cui effetti, evidentemente, ricadranno anche sulla filiera del vino che, fino ad oggi, è riuscita a contenere i rincari delle materie prime e della stessa energia con aumenti dei prezzi decisamente inferiori al livello dell’inflazione. Così, a WineNews, l’analisi di alcuni degli imprenditori più importanti del vino italiano, alla guida di realtà come Marchesi di Barolo, Planeta, Umani Ronchi, Feudi di San Gregorio, Caprai, Mezzacorona, Caviro, Frescobaldi, Tommasi Family Estates, Villa Sandi e Antinori (le loro riflessioni in approfondimento). |
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I vigneti più cari d’Italia sono quelli del Nebbiolo di Langa destinati alla produzione del Barolo, quotati, secondo i dati del Crea aggiornati al 2020, tra 200.000 euro e 1,5 milioni di euro ad ettaro (con picchi di 3 milioni di euro nei cru più prestigiosi), a fronte di una media, in Piemonte di 73.000 euro ad ettaro, come racconta l’analisi di Tecnocasa per Il sole 24 Ore, prendendo in considerazione anche le quotazioni di WineNews. Il costo medio di un vigneto in Veneto è decisamente più alto: 139.000 euro ad ettaro, ma nel Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore si va dai 350.000 ai 500.000 euro. In Toscana, un ettaro a Brunello di Montalcino costa tra i 250.000 ed i 700.000 euro, con punte di 2 milioni di euro. Quotazioni importanti anche a Bolgheri (200-400.000 euro ad ettaro) e nel Chianti Classico (90-160.000 euro ad ettaro). |
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Se molti imprenditori e manager illuminati del vino italiano, nelle loro aziende, hanno già messo in atto, da tempo, investimenti nella produzione di energie da fonti rinnovabili e pratiche per ridurre il più possibile gli sprechi, oggi che l’emergenza legata al caro energia riporta il tema sotto i riflettori, e mette a repentaglio i consumi e la redditività, come si legge nelle parole di Ernesto Abbona (Marchesi di Barolo), Alessio Planeta (Planeta), Michele Bernetti (Umani Ronchi), Antonio Capaldo (Feudi di San Gregorio), Marco Caprai (Caprai), Francesco Giovanni (Mezzacorona), Benedetto Marescotti (Caviro), Lamberto Frescobaldi (Frescobaldi), Pierangelo Tommasi (Tommasi Family Estates) e Giancarlo Moretti Polegato (Villa Sandi), a dare una lettura della situazione in linea, ma con uno spunto ulteriore, è Renzo Cotarella, ad della Marchesi Antinori, azienda privata n. 1 del vino italiano: “le aziende, a livello di azioni ed investimenti, qualcosa possono fare. Ma questa situazione può servire a focalizzarci ancora di più su un aspetto non solo economico, ma etico. Che vuol dire che, a prescindere, si deve lavorare senza consumare l’energia e le risorse che non sono necessarie. Anche se non si hanno problemi economici, e ci si può permettere di spendere”. |
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Per i grandi brand del vino italiano, legarsi ai grandi eventi internazionali è una strategia comunicativa sempre più frequente. Ma c’è chi lo fa da tempo, come, per esempio, Bellussi, la cantina di Valdobbiadene di proprietà della famiglia Martellozzo, che si riconferma anche per il 2022 (quattordicesimo anno consecutivo) fornitore ufficiale della “Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica” n. 79, uno degli eventi cinematografica più importanti al mondo, al Lido di Venezia dal 31 agosto al 10 settembre. |
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in cantina da giorni praticamente, in attesa che la vendemmia entri nel vivo nei territori più importanti, anche il Crea, analizza i primi dati e fa le sue previsioni sulla raccolta appena iniziata. Partendo dall’andamento meteo, con l’Italia accomunata eccezionalmente da un andamento omogeneo da Nord a Sud. Dal punto di vista fitosanitario l’annata si presenta buona, e in termini produttivi il 2022 non sarà ricordato come un’annata abbondante. Per la qualità invece, le uve hanno un contenuto di zuccheri e sostanze coloranti superiori alla norma, e se la carenza di escursione termica giorno-notte ha influenzato finora la qualità in alcune zone, queste ultime settimane potrebbero compensare. L’anticipo rispetto al 2021 è importante, e varia da 7 a 20 giorni, a seconda delle diverse aree viticole. |
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Territorio del vino sulla cresta dell’onda, l’Etna è un “unicum” della Sicilia, d’Italia e del mondo perché sul vulcano attivo più alto d’Europa, Patrimonio Unesco, tutto è diverso in termini di biodiversità. Ma perché? WineNews lo ha chiesto ad uno dei massimi esperti di viticoltura al mondo, Attilio Scienza, professore di Viticoltura all’Università di Milano, le cui teorie trovano conferma in vini che esprimono la personalità di ogni singolo vigneto come in nessun altro territorio. Aspettando gli “Etna Days”, in settembre, con la regia del Consorzio Etna Doc. |
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