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N. 2.864 - ore 17:00 - Lunedì 23 Marzo 2020 - Tiratura: 31.087 enonauti, opinion leader e professionisti del vino |
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Alla fine, è arrivata la notizia inevitabile: Vinitaly dà appuntamento al 2021, dal 18 al 21 aprile, come da calendario, mentre arriveranno investimenti straordinari sugli eventi del vino all’estero nell’ultima parte del 2020. A comunicarlo ufficialmente una nota del Cda straordinario di VeronaFiere, nel lanciare una sorta di “new deal” per affrontare il post Coronavirus, fatto anche di investimenti potenziati negli eventi di settore all’estero, come hanno spiegato il presidente ed il dg di VeronaFiere, Maurizio Danese e Giovanni Mantovani. Nell'annunciare una decisione condivisa con tutte le rappresentanze della filiera del vino. |
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Nei periodi di crisi, l’agroalimentare, è stato spesso sottolineato da tanti, è un settore anticiclico. Aspetto che, a suo modo, si conferma anche in questa crisi epocale e planetaria portata dal Coronavirus, che sta cambiando la vita di tutti. Le aziende agricole e alimentari, così come la distribuzione, si confermano baluardo imprescindibile, tanto da essere comprese nelle attività imprescindibili che devono continuare a lavorare come previsto anche dall’ultimo decreto del Governo per arginare i contagi. Aspetto ovvio, chiaramente, ma che spesso, in tempi normali, non si considera, con l’attività agricola e della produzione di cibo che è fondamentale come quella di ospedali e farmacie. Anche per questo, è lecito aspettarsi che, una volta superata questa situazione, con il tempo che ci vorrà, arrivino misure imponenti per il settore agroalimentare, ben più forti, per esempio, dei 100 milioni di euro per sostenere la liquidità delle aziende inserito nel “Cura Italia”. Come è necessario, ora più che mai, continuare a sostenere le spedizioni di prodotti agroalimentari nel mondo, che chiaramente subiranno una frenata. Anche perché, vale la pena sottolinearlo ancora, con cibo e vino il virus non viaggia e non si trasmette. Lo ha ripetuto a più riprese il mondo scientifico, in un messaggio che, a WineNews, ha sintetizzato, per il vino, anche il professor Luigi Moio, accademico, produttore e vicepresidente Oiv: “per gli alimenti non c’è alcun motivo di allarme, a patto che vengano rispettate le comuni norme igieniche. Per il vino, non esiste alcun rischio: l’ha detto Pasteur 175 anni fa, quando si beveva il vino perché, a livello igienico, era più sicuro dell’acqua”. Intanto, in Italia, secondo i dati Nielsen, nei giorni di quarantena crescono tra gli italiani gli acquisti di prodotti di base, con picchi del +185% per la farina, del +82% per la passata di pomodoro o del +65% per la pasta, per fare degli esempi. I ristoranti sempre chiusi, possono continuare a lavorare con l’asporto, ricorda la Fipe. Il dopo? Fondamentale l’intervento dell’Ue, ma anche un approccio diverso alle tematiche della produzione del cibo e del vino da parte di produttori e consumatori, ha ricordato nei giorni scorsi a WineNews il giornalista Carlo Cambi, invitando tutti a viaggiare nei territori rurali e a comprare made in Italy per far ripartire le cose. |
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“Se dovessi scrivere un editoriale sul vino italiano oggi, scriverei di una crescita generalizzata, e di un buon periodo, perché c’è molta più qualità in bottiglia”. E perché, parafrasando Paolo Conte che canta Bartali, “i suoi territori ne hanno fatta di strada”, e se ci sono vini “campioni” ci sono anche “gregari, che possono vincere qualche corsa se il capitano gli dà giornata libera”. Una scommessa che ancora deve fare goal? “Impedire che si copino i nostri prodotti, per l’Italia e l’Europa”. Così, nella sua ultima intervista a WineNews, Gianni Mura, maestro del giornalismo italiano, che ci ha lasciato troppo presto, storica firma de La Repubblica. Con le sue bellissime parole, ha raccontato la nostra vita, “corrispondente” delle nostre passioni più autentiche, lo sport e la buona tavola, che non può dirsi tale senza un grande vino. |
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Anche quella del vino, come tante filiere, soffre la crisi legata al Coronavirus. La ristorazione è ferma, e sebbene in volume muova poco più del 30% del vino consumato in Italia, è il canale che genera maggior valore aggiunto. Il settore enoico, almeno in parte, si può consolare con la Gdo, e con il vino che, come gran parte degli altri generi alimentari, in questa fase di quarantena forzata a casa per milioni di italiani, cresce in maniera importante nel carrello degli italiani. Che, aspetto da non sottovalutare, sono stati costretti a tornare in massa a consumare sia il pranzo che la cena a casa, rispetto ai periodi di normale vita quotidiana, quando in moltissimi, per esempio, consumano il pranzo fuori per motivi di lavoro. Un trend già delineato ad inizio crisi da molti degli imprenditori del vino, sentiti da WineNews, nei giorni scorsi, e che trova conferma nei numeri di oggi: secondo i dati forniti da Adm-Associazione della Distribuzione Moderna e Iri Infoscan, con il monitoraggio di 27.000 punti vendita della gdo, le vendite di vino, nella sola settimana che, dal 2 all’8 marzo, ha registrato un balzo del 6,8%. Grazie soprattutto ai vini Dop (+11,9%, stesso andamento per gli spumanti), più che ai vini senza denominazione o indicazione geografica (+3,9%). Tra le curiosità, il +300% dell’e-commerce, ed il -53% dello Champagne |
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Sviluppare nuove tecnologie per riuscire a prevedere la “shelf life” di un vino: è l’obiettivo di “Simposio”, progetto del Consorzio del Soave, dell’Università di Verona e di Edalab, finanziato dalla Regione Veneto, che mira a creare un sistema di classificazione della shelf life dei vini Soave, basato su analisi elettrochimiche e colorimetriche facilmente implementabili in cantina, abbinando a tali approcci soluzioni IoT e tecniche di intelligenza artificiale per lo sviluppo di un modello predittivo a disposizione di enologi e cantine. |
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Cade anche il Regno Unito: rimandata ufficialmente la “London Wine Fair”, in calendario dal 18 al 20 maggio, che, per settimane, ha ribadito forte la propria volontà di non spostare le date, nella convinzione di superare indenne l’emergenza Covid-19, un po’ come sperato, con una buona dose di cinismo, dal Primo Ministro Boris Johnson, l’ultimo ad arrendersi all’evidenza, in un’Europa in ginocchio, in cui l’esempio italiano, dileggiato da tanti nei primi giorni, è presto diventato l’unico possibile da seguire. Non c’è, per il momento, una data alternativa, ma la marcia indietro, nelle parole di Hannah Tovey, a capo della London Wine Fair, è dettata dagli stessi identici ostacoli incontrati da tutte le altre fiere - posticipate o annullate - del wine & food: l’incertezza per quello che sarà e la sicurezza di espositori e visitatori. |
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A WineNews il professor Attilio Scienza dell’Università di Milano: “alcune filiere agricole soffriranno molto, alcune subito e altre dopo, come quella del vino, dove la situazione reale si capirà a ridosso della prossima vendemmia, sul fronte dei prezzi e delle giacenze in cantina. Dovremo imparare a rispettare di più la produzione di cibo e vino e la natura. E sui consumi, sarà come dopo ogni crisi o guerra: ci sarà un andamento a “V”, e dopo il rallentamento, ci sarà una nuova accelerazione”. |
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