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N. 3.307 - ore 17:00 - Giovedì 9 Dicembre 2021 - Tiratura: 31.116 enonauti, opinion leader e professionisti del vino |
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Il ritorno in presenza della lirica nel suo palcoscenico più prestigioso, il lunghissimo applauso al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, 2 milioni di spettatori in diretta su Rai1: la “Prima” del Teatro alla Scala di Milano, come da tradizione il 7 dicembre, è stata un successo. E, come accade dal 2004, è stato bagnato con la bollicina ufficiale dello storico teatro milanese, ovvero il Franciacorta Brut Teatro alla Scala 2016 di Bellavista, del gruppo Terra Moretti. Con il quale hanno brindato i tanti vip: da Bruno Vespa a Milly Carlucci, da Alessandro Cattelan a Luca Argentero, da Enzo Miccio a Roberto d’Agostino, per nominarli alcuni ... |
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“Non esiste un livello sicuro di consumo di alcol”. Poche parole, ma pesantissime, potenzialmente, quelle contenute nella relazione sul Beating Cancer Plan approvata dal Parlamento Europeo, e che ora passerà al vaglio dell’Assemblea, nelle prossime settimane. Parole che mettono in discussione il consumo, e non solo l’abuso, di bevande alcoliche, e che, potenzialmente, aprono a limitazioni e norme più stringenti sulla comunicazione e promozione anche del vino, riproponendo nuove tasse e avvisi nelle etichette come sulle sigarette per scoraggiare i consumi, e che fanno insorgere il settore. Già prima del voto di oggi aveva comunicato più di una preoccupazione ed un dubbio sulla validità di questa tesi la Uiv (Unione Italiana Vini), secondo cui “l’Europa ha il dovere di proporre politiche volte a minimizzare i rischi correlati alla malattia ma a nostro avviso non è censurando il consumo, in ogni genere e grado, che si risolve il problema. Occorre tenere conto delle specificità del vino, che in Italia, e non solo - ha detto il segretario generale Paolo Castelletti - è sinonimo di moderazione. Non possiamo perciò accettare che, nel report, non vi sia il minimo cenno alla parola vino ed a una cultura di un consumo responsabile che è l’antitesi del binge-drinking”. Visione ribadita anche da Sandro Sartor, guida di “Wine in Moderation” e vicepresidente Unione Italiana Vini (Uiv), che ha sottolineato come il settore del vino, a livello europeo “è già da tempo fortemente impegnato nella promozione di un consumo moderato nei pasti in uno stile di vita sano”. Mentre la Ceev - Comité Européen des Entreprises Vins, così come Federvini (che chiede l’intervento del Governo), sottolineano come la tesi secondo cui “non esiste un livello sicuro di consumo di alcol si basa su un singolo studio, lo studio Global Burden of Diseases (Gbd), pubblicato da “The Lancet” nel 2018, che è stato duramente criticato dalla comunità scientifica per i suoi difetti di analisi”. “È un approccio semplicistico e fuorviante, e si tradurrebbe in un ingente danno. In Italia il vino non è una bevanda, è molto di più: è cultura, è racconto dei territori, è parte di una tradizione secolare oltre che una componente della Dieta Mediterranea”, ha commentato il sottosegretario alle Politiche Agricole con delega al vino, Gian Marco Centinaio. |
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Le eccellenze dell’enoturismo italiano? A metterle è “Cantine d’Italia” 2022, ultima edizione della “Guida per l’enoturista”, a cura di Go Wine, unica nel suo genere, che, con le sue “Impronte”, segnala l’eccellenza, che è sempre più diffusa in tutto il Paese, come raccontano in numeri, con 820 cantine selezionate e 245 “Impronte d’Eccellenza”. 16, in tutto, le realtà che raggiungono il vertice delle “Tre Impronte Go Wine”, con la cantina San Felice del gruppo Allianz, in Chianti Classico, che si aggiunge, ancora dalla Toscana, a Badia a Coltibuono, Capezzana e Castello Vicchiomaggio, alle lombarde e franciacortine Bellavista e Ca’ del Bosco, alle piemontesi Ceretto, Fontanafredda e Malvirà, alle siciliane Donnafugata, Planeta e Florio, e ancora a Feudi di San Gregorio in Campania, Ferrari in Trentino, Lungarotti in Umbria e Masciarelli in Abruzzo. |
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La grandezza dell’arte italiana, che è incomparabile e incommensurabile, si avvicina molto a quella della nostra produzione vinicola. Tanto che, insieme, vino e arte, “sintesi perfetta” di storie, idee e tradizioni auliche ma anche popolari, non sono solo l’immagine della bellezza italiana, ma hanno fatto sì che tra i siti Patrimonio Unesco, di cui l’Italia ha il primato mondiale, vi fossero anche pratiche e territori legati alla viticoltura. Motivo per cui, il nostro compito, è proteggerli e conservarli come facciamo con le opere d’arte più preziose. Perché lo sviluppo del nostro Paese passa necessariamente dalla cultura e dall’ambiente: questa è, da sempre, la “sostenibilità italiana”. È la riflessione che emerge dai dialoghi di WineNews con Vittorio Sgarbi e Cristiana Perrella, tra i più importanti critici d’arte italiani. Vino e arte che, secondo Sgarbi, sono “il simbolo di territori fertili sia sul piano della creazione artistica che di prodotti materiali, l’una e gli altri fondamentali per la nostra vita. Nei quali dobbiamo continuare a fare quello che la tradizione indica recuperando il nostro patrimonio, non deturparlo”. E con il vino che, sostiene Perrella, “grazie alla sua capacità di penetrazione nei mercati ed alla sua eccellenza universalmente riconosciuta, potrebbe diventare l’ambasciatore dell’arte italiana nel mondo”. |
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È all’insegna dell’oro l’etichetta d’artista del Chianti Classico “Vigna Doghessa” 2019 di Casanuova di Nittardi, tenuta che fu di Michelangelo Buonarroti e progetto vinicolo e artistico della famiglia Canali-Femfert, all’edizione n. 39. “L’oro di Venezia” il titolo dell’opera dell’etichetta, “The Golden Age” quello della carta seta che la avvolge, firmate da Fabrizio Plessi, artista contemporaneo di livello internazionale. Che si aggiunge ai grandi coinvolti negli anni, personalità come Emilio Tadini, Valerio Adami, Mimmo Paladino, Yoko Ono, e Dario Fo, tra gli altri ... |
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Sempre più trasparenza e informazione al consumatore in etichetta. Lo chiedono i consumatori stessi, lo impongono le regole, e tutti, anche nel mondo del vino, più o meno rapidamente, si adattano. E lo fanno anche i vini di Alsazia, una delle regioni vinicole più popolari di Francia. Un territorio che, nel suo percorso di crescita, ha deciso che da “quest’anno, una menzione del grado zuccherino dovrà figurare su tutti i vini Aoc “Alsace” o “Vin d’Alsace”. Concretamente, d’ora in poi, tutti i vini d’Alsazia dovranno obbligatoriamente menzionare il grado zuccherino sulla retro-etichetta, così come definito dal regolamento europeo. Due le opzioni: l’utilizzo di quattro parole (“sec”, “demi-sec”, “moelleux” e “doux”), oppure di una scala grafica che indica il grado zuccherino tramite una freccia dell’esatta grammatura.
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La Gran Bretagna, terzo mercato per il vino italiano, meta ambita quanto difficile da raggiungere. In nessun altro Paese la concorrenza è tanto agguerrita, e se davanti all’Italia c’è la Francia, dietro Spagna e produttori del Nuovo Mondo sgomitano per erodere quote di mercato, tirando su un prezzo medio del vino importato che, da prima della pandemia, aveva iniziato a calare pericolosamente, arrivando fino al record negativo di 2,60 euro al litro. Da qui nascono le riflessioni di produttori e comunicatori, sul momento del vino italiano in Uk, tra promozione e mercato. |
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