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N. 2.678 - ore 17:00 - Giovedì 13 Giugno 2019 - Tiratura: 31.087 enonauti, opinion leader e professionisti del vino |
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Se i primi “rilasci” en primeur dei vini di Bordeaux 2018 avevano fatto sperare wine merchant e collezionisti del mondo in prezzi più abbordabili, gli annunci delle ultime ore hanno consolidato la tendenza rialzista delle ultime settimane. A pronunciarsi, ieri, sono stati 3 dei “Premiers Crus”, Chateau Margaux, Mouton Rothschild e Haut Brion, che hanno fissato tutti il prezzo a 408 euro a bottiglia, in crescita, per tutti e tre, del 17,2% sul prezzo iniziale dell’annata 2017, riporta il Liv-Ex. Ma, per ora, a fissare l’asticella più alto di tutti è stato Ausone, che ha dichiarato oggi un prezzo ex-negociant di 565 euro a bottiglia, +17,7% sull’annata 2017. |
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Il primo trimestre del 2019, visto dai numeri dell’Osservatorio del Vino della Uiv, pubblicati da “Wine by Numbers” del Corriere Vinicolo, disegna una mappa del commercio enoico mondiale piuttosto complessa, che mostra un rallentamento generale ma non generalizzato, con la Germania a due velocità, la Gran Bretagna e la Russia in forte recupero sia tra gli imbottigliati che tra gli spakling, gli Usa ancora in frenata, con l’eccezione delle bollicine, e la Cina letteralmente, come abbiamo scritto più volte, in caduta libera. Entrando nell’analisi dei dati, in Germania l’imbottigliato tocca i 358 milioni di euro (+8,5%) e gli sparkling i 68 milioni di euro (-6,4%), con l’Italia a 150 milioni di euro di imbottigliato (+9,9%) e 16,7 milioni di euro di sparkling (-7,2%). In Gran Bretagna l’imbottigliato vale 466 milioni di sterline (+19,6%) e gli sparkling 148 milioni di sterline (+20,8%), con l’Italia che ha spedito 75 milioni di sterline di imbottigliato (+22,4%) e 54 milioni di sterline di bollicine (-8,4%). In Russia il valore dell’import dell’imbottigliato raggiunge i 172 milioni di dollari (+11,7%) e gli sparkling 188 milioni di dollari (+17,4%), con l’Italia leader in entrambe le categorie, a 39 milioni di dollari (+5,7%) e 16,4 milioni di dollari. Le importazioni Usa segnano un calo dell’imbottigliato a 1,085 miliardi di dollari (-4,5%) ed una discreta crescita degli sparkling, a 248 milioni di dollari (+7,7%), con il vino italiano in calo nell’imbottigliato, a 352 milioni di dollari (-4,5%), e le bollicine a 105 milioni di dollari (+9,8%). In Canada l’imbottigliato scende a 481 milioni di dollari canadesi (-1,1%) e gli sparkling a 37,4 milioni di dollari canadesi (-4,3%), con l’Italia al primo posto con 105 milioni di dollari canadesi di imbottigliato (-2,3%) e 13 milioni di dollari canadesi (+13,9%) di sparkling. Il dato peggiore arriva dalla Cina, dove le importazioni dell’imbottigliato crollano a 547 milioni di dollari (-23,1%), mentre crescono gli sparkling, ancora poco più di una nicchia, a 20 milioni di dollari (+7,4%). Si ferma così, bruscamente, la corsa del Belpaese: l’imbottigliato scende a 35 milioni di dollari (-26,5%) e le bollicine a 5 milioni di dollari (-20,8%). |
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Le previsioni dei produttori del Belpaese sembrano trovare conforto nei numeri. Nei primi tre mesi dell’anno, nonostante l’instabilità economica e politica, che parte dalla Brexit e finisce nelle “minacce” del Presidente americano Donald Trump ai vini di Francia e Italia, le spedizioni continuano il loro lungo trend positivo, arrivando, come raccontano i dati Istat, a 1,44 miliardi di euro, con una crescita del 3,8% sullo stesso periodo dell’anno precedente. Un dato “spinto”, più o meno esplicitamente, dal Prosecco, visto che il 35,8% delle quote export del vino italiano partono dal Veneto, con il Piemonte a seguire (16,5%) e la Toscana (15,8%) a chiudere il podio. Al quarto posto il Trentino Alto Adige (8,6%), seguito da Emilia Romagna (5,2%), Lombardia (4,4%), Abruzzo (2,9%), Puglia (2,6%) e Sicilia (2,2%). |
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“Il territorio è in ottima salute, il mondo ci guarda, i nostri prodotti devono essere sempre al top. Sicuramente bisogna produrre di meno, ma bisogna produrre sempre e comunque vini di alta qualità, tutti devono capirlo. La qualità è fondamentale”. Parola di Fabrizio Bindocci, già dg del Poggione, una delle cantine storiche del territorio, rieletto alla guida del Consorzio del Brunello di Montalcino, che tutela una delle denominazioni più importanti d’Italia, che condurrà il cda in carica fino al 2021, con i tre vicepresidenti, Giacomo Bartolommei (Caprili), Stefano Cinelli Colombini (Fattoria dei Barbi) e Riccardo Talenti (Talenti). Cda fatto da grandi cantine come Banfi, Castelgiocondo, Marchesi Antinori, Fattoria dei Barbi, e piccoli produttori, come Caprili, Talenti, Cortonesi, tra gli altri, “perché una delle grandi forze di Montalcino è sempre stata la sinergia tra realtà, così diverse ma complementari”. 160 milioni di euro il giro d’affari, il 70% all’export, con 8 milioni di bottiglie di Brunello e 4,5 di Rosso prodotte ogni anno. “La produzione è quella, nessuno vuole ampliare il vigneto: 8-9 milioni di bottiglie di Brunello sono il massimo che la denominazione può produrre. Invece, potrebbe crescere il Rosso di Montalcino, che non è il fratello povero del Brunello, ma un bel vino, che aiuta ad aprire nuovi mercati”. |
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I numeri del National Observatory of Organic Agriculture at Agence Bio francese confermano la tendenza già registrata in Italia della “rivoluzione green” nel calice: nel 2018 il territorio dedicato alla viticoltura biologica ha raggiunto i 94.020 ettari, il 20% in più dell’anno precedente, portando così la coltivazione enoica biologica a rappresentare il 12% del totale nazionale. Nel Belpaese, per i dati di Infoscan Censu, i vigneti coltivati a biologico e in conversione sono a quota 105.384 ettari. |
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Il vino raccontato attraverso il cinema è al centro di Oenovideo 2019, dal 13 al 16 giugno a Marsiglia, edizione n. 26 del “Festival International de films sur la vigne et le vin”. E, tra i 37 film in gara, tra corti e lungometraggi (scelti tra 144 candidature da 17 Paesi), non mancano produzioni italiane. Tra cui, con la prima proiezione mondiale, “Vinum Insulae”, documentario che racconta un esperimento enologico unico realizzato dall’Azienda Agricola Arrighi dell’Isola d’Elba, con il professor Attilio Scienza (Università di Milano), che ha ripercorso le tappe delle produzione del mitico vino dell’Isola di Chio, compresa quella dell’immersione delle uve, in acqua di mare, diretto da Stefano Muti. E, ancora, “Bastianich, keep rocking”, con la regia di Carlo Guttadauro, con Joe Bastianich, e “Un vino per ricordare”, di Matteo Zanin, girato tra i vigneti e le cantine di Villa Franciacorta. |
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L’Alta Langa conferma alla presidenza Giulio Bava, e punta ad una crescita lenta ma costante, legata al vigneto più che al mercato, incardinata sulla qualità e sulla conquista, prima di tutto, del mercato interno, forte di una produzione piccola ma a suo modo unica, bollicina di Langa e gastronomica, come racconta a WineNews il riconfermato presidente dell’Alta Langa |
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