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N. 3.394 - ore 17:00 - Venerdì 8 Aprile 2022 - Tiratura: 31.116 enonauti, opinion leader e professionisti del vino |
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In Sicilia ci sono il 15% degli ettari vitati e l’8% della produzione di vino di tutta Italia: è il dato più impattante che emerge dallo studio “Competitività e scenari evolutivi per il vino italiano e siciliano secondo l’Agri4Index Nomisma-UniCredit”, presentato ieri nel lancio di “Sicilia en Primeur 2022”, l’anteprima dei vini siciliani firmata Assovini Sicilia, di scena ad Erice dal 27 aprile al 1° maggio. La Sicilia, inoltre, è al primo posto per superficie vitata biologica, con un’estensione di 26.241 ettari, pari al 27% della superficie vitata bio di tutto il Belpaese, che ammonta a 117.378 ettari (in approfondimento tutti gli altri dati sulla viticoltura siciliana). |
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Tutti al Vinitaly della ripartenza, per ricercare un po’ di quella serenità che un 2021 di forte recupero, con il record delle esportazioni a 7,1 miliardi di euro (su 15 miliardi di valore alla produzione), aveva portato nelle cantine del Belpaese. E che poi il caro prezzi delle materie prime, vetro e carta in primis, l’aumento fortissimo dei costi energetici e dei trasporti, e gli effetti nefasti della guerra tra Russia ed Ucraina hanno decisamente offuscato. Eppure, con 4.400 espositori, 700 top buyer da tutto il mondo, Usa e Canada in testa, ma anche da Europa, Asia e Africa, e con tutto il trade d’Italia, quello di scena dal 10 al 13 aprile a Verona (con l’anteprima di “Opera Wine” by “Wine Spectator” il 9 aprile, con 130 grandi cantine italiane selezionate dalla popolare rivista americana), sarà un Vinitaly che, tra grandi degustazioni, focus e approfondimenti sui tanti aspetti dell’attualità, marcherà la ripartenza del settore. Del vino italiano e delle grandi fiere in presenza, “che sono fondamentali soprattutto per le tante piccole e medie imprese, perchè se nel complesso le esportazioni sono cresciute, a guardare i dati questo è vero solo per le realtà più grandi e strutturate”, ha detto il presidente Veronafiere e Aefi (che rappresenta tutte le fiere italiane) Maurizio Danese, sottolineato come, da uno studio della stessa Aefi, è emerso che 1 euro investito in fiera ne genera 60 di business e 23 di indotto. Ma sarà anche un Vinitaly che sarà il primo passo verso il nuovo futuro della più importante fiera del vino italiano, basato su crescita internazionale e perfezionamento qualitativo dei buyer, maggior diffusione degli strumenti online in favore del business to business, miglior adeguamento dei servizi logistici della città che resta - a detta degli espositori - valore aggiunto imprescindibile per la manifestazione”, ha aggiunto il dg Giovanni Mantovani. E se in fiera ci saranno sempre di più soprattutto, o quasi soltanto, il business ed il trade professionale, sarà Verona, la città dell’Arena e dell’amore di Giulietta e Romeo, con la sua bellezza, le sue vie e piazze ed i suoi palazzi storici, ad essere contenitore diffuso di tante occasioni per gli appassionati ed i wine lovers, con il vino che si mescola alla musica, al cinema, alla poesia, alla cucina, all’arte, alla cultura e non solo. |
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La viticoltura sostenibile dei piccoli e grandi vignaioli naturali, custodi dell’ambiente e della biodiversità di territori che “racchiudono” in vini frutto di produzioni artigianali, profondamente identitari ed espressione autentica della ricchezza dei terroir del Belpaese e non solo. Ecco i protagonisti de “L’Altro Vinitaly”, per riassumere il calendario di eventi che tornano in presenza a pochi passi da Verona nei giorni di “Vinitaly”, e che vanno da “Summa”, con l’eccellenza biologico-dinamica del mondo alla Tenuta Alois Lageder, a “ViniVeri” a Cerea con il Consorzio ViniVeri, da “Natural Born Wines” a Isola della Scala, a “Van Italy-Fiera dei Vignaioli Artigiani Naturali” a San Bonifacio, da “VinNatur Tasting” con l’Associazione VinNatur a Gambellara, a “Italian Taste Summit” alle cantine Masi Tenuta Canova e Possessioni Serego Alighieri. |
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Conquistare nuovi consumatori, soprattutto cercandoli tra nel “nicchie”. Obiettivo che si può centrare, in parte, anche attraverso l’“influencer marketing”, trend tra i più popolari nel mondo della comunicazione e del business, arrivato anche nel settore enologico. E al centro di un webinar di Veronafiere, in collaborazione con l’agenzia Colangelo & Partners di New York, tra le più importanti ed autorevoli realtà di pr per il vino in Usa. Secondo Kristen Reitzell di Jackson Family Wine (gruppo con tante cantine in Usa e nel mondo, inclusa l’Italia, con Tenuta di Arceno, nel Chianti Classico), “gli influencer possono aiutare a raggiungere un pubblico nuovo e più di nicchia. L’influencer marketing richiede molto tempo, ma i contenuti che vengono creati in modo ponderato e con coerenza ripagheranno a lungo termine”. “Quando si tratta di influencer marketing - spiega Will Blackmon, fondatore dell’azienda “The Wine MPV” - la cosa più importante è individuare il messaggio che rappresenta al meglio il tuo marchio”. Come sempre, in ogni caso, la strategia corretta si definisce sulla base di tanti fattori. “Il lavoro con un influencer” - spiega, Juliana Colangelo, vicedirettore Colangelo & Partners - permette ad un’azienda di selezionare il pubblico che si vuole raggiungere, in base all’età, genere, professione o interesse”. |
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I fine wines, da tempo, sono uno degli investimenti in assoluto più redditizi. A dire quanto, ora, sono “i conti” di Oeno Group, società inglese specializzata nell'aprire questo mercato al più ampio pubblico possibile. E secondo la quale, 50.000 dollari investiti, in 5 anni, diventano più del doppio, ovvero 118.817 dollari. E se il capitale investito iniziale è di 100.000 dollari, avendo la pazienza di aspettare 15 anni, si arriverebbe fino a 1,3 milioni di dollari. Numeri raccontanti a Milano, nella presentazione del gruppo. |
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“Maga Lino. Un contadino. Una terra. Il coraggio”: è il docufilm - prodotto da Il Quattro - Studio di Idee e diretto da Ermanno Bido - dedicato a Lino Maga, il vignaiolo del Barbacarlo scomparso a inizio anno a Broni (Pavia), all’età di 90 anni, dopo 84 vendemmie e una vita spesa a scrivere una pagina importante della storia della viticoltura italiana e dell’Oltrepò Pavese in particolare. Grazie alla convinzione di fare qualità, Lino Maga è diventato negli anni un simbolo, tanto che il suo Barbacarlo è oggi assurto a mito dell’enologia italiana: mai uguale a sé stesso, coerente con l’annata e in continua evoluzione in bottiglia, un rosso controcorrente e libero. Proprio come Maga Lino, la cui storia verrà raccontata, in anteprima, il 13 aprile a Vinitaly, nello spazio del Ministero delle Politiche Agricole. |
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Storia e futuro di un territorio che è “il dipinto” del vino, tra la Firenze “culla” del Rinascimento, e Siena, città medievale per eccellenza. Territorio celebrato da artisti come Leonardo e Vasari, Michelangelo e Donatello, Botticelli ed il Ghirlandaio, per dirne alcuni, capace di stupire premi Nobel come Albert Camus, tra i più grandi intellettuali francesi, raccontato da WineNews, con le parole di Giovanni Manetti, presidente del Consorzio del Chianti Classico, e Piero Antinori, padre nobile del vino italiano. |
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