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N. 3.131 - ore 17:00 - Giovedì 8 Aprile 2021 - Tiratura: 31.108 enonauti, opinion leader e professionisti del vino |
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La morsa del gelo, dopo i primi caldi primaverili, è tornata a mordere l’Europa. Mettendo a repentaglio la vite, che in molti territori è all’inizio della fase vegetativa, con le prime gemme, simbolo di rinascita dopo il riposo invernale, a fare capolino. Un momento particolarmente fragile per la pianta, che ha bisogno di essere protetta. Lo sanno bene in Borgogna dove i vigneron sono tornati ad accendere migliaia di piccoli fuochi tra i vigneti. Come a Domaine Belleville, griffe di Gevrey-Chambertin. Un esempio seguito da molti anche in Italia, mentre a Montalcino a riparare i filari del Brunello ci ha pensato il fumo del fieno bruciato dai vignaioli durante la notte. |
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Nonostante le tante difficoltà che permangono, soprattutto in Europa, qualche segnale positivo, almeno per alcuni dei più importanti territori del vino, sembra arrivare. Almeno a guardare i dati relativi ad imbottigliamenti e fascette di Stato, raccolti da WineNews, attraverso i Consorzi. Dati che se non sono proprio una cartina tornasole fedelissima e precisa del mercato, fotografano comunque un trend di crescita nel primo trimestre 2021, almeno nei volumi peraltro su un primo trimestre 2020 ancora quasi del tutto “immune” dalla pandemia, ed in grande spolvero per alcuni territori. Anche se la lunga chiusura che è ancora imposta a gran parte della ristorazione nel mondo, penalizza chi è più spostato sull’horeca, la cui ripartenza (già realtà in Asia, in lenta ripresa in Usa, ed ancora al palo in Europa, ndr) resta comunque fondamentale. In ogni caso, il quadro che emerge regala qualche segnale di speranza, in vista di una ripartenza robusta nei prossimi mesi. La “locomotiva” Prosecco Doc, per esempio, continua a correre: nei primi 3 mesi 2021 imbottigliamenti a +7,4% sul 2020, mentre soffre un po’ il Conegliano Valdobbiadene Docg, più spostato sull’horeca (-6%). Crescono, a doppia cifra, gli imbottigliamenti in Valpolicella: +10% per il Valpolicella, +12% per il Ripasso, +26% per Amarone e Recioto, ma anche nella Doc delle Venezie, a +11,2%. In Piemonte, invece, nelle Langhe, crescono del 13% le fascette per le bottiglie di Barolo e del +1% per Barbaresco, mentre è più variegata, ma positiva, la situazione nel Monferrato: se scendono del -6% gli imbottigliamenti della Barbera d’Asti, per esempio, crescono del 13% quelli del Piemonte Barbera, e balza agli occhi (se pur con valori assoluti molto piccoli) il +151% degli imbottigliamenti del Nizza. In Toscana, imbottigliamenti a +4% sul primo trimestre 2020 per il Chianti, mentre crescono in doppia cifra il Chianti Classico, che parla di +22% nelle bottiglie vendute, ed il Brunello di Montalcino, a +37% nelle fascette di Stato consegnate alle cantine. Bene anche l’Igt Toscana, con imbottigliamenti a +13%. In crescita, nelle Marche, gli imbottigliamenti (soprattutto a Marzo) del Verdicchio Doc, sia dei Castelli di Jesi che di Matelica (con fascetta di stato obbligatoria dal 1 settembre 2020), e tiene la Doc Sicilia, con imbottigliamenti a +1%. |
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La crescita costante a volume e a valore dei consumi a tutto il 2019; la crescita del numero dei wine lovers tra Mosca e San Pietroburgo; crescita del canale off trade guidata dal calo della valuta e dall’aumento delle tasse; posizione di forza del vino italiano; crescita dei Millennials nelle quote di vino acquistato, specie a Mosca e San Pietroburgo, con un coinvolgimento sempre più grande; con l’aumentare dei prezzi i consumatori cercano sempre più sconti e premiano il rapporto qualità/prezzo; infine, con la pandemia calano i consumi (anche se le evidenze maggiori arriveranno alla fine del primo semestre). Ecco i sette trend del mercato del vino in Russia, uno dei Paesi più complicati, emersi dal “Russia Wine Landscape 2021” di Wine Intelligence. |
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Il mercato dei fine wine continua a marciare a passo spedito, in un avvio di 2021 che vede diverse aree strategiche per i grandi vini del mondo avvicinarsi al superamento della Pandemia. A testimoniarlo il Liv-Ex, il benchmark del mercato secondario dei grandi vini del mondo. Da inizio anno con chiusura a Marzo 2021, è cresciuto del +2,8% il Liv-Ex Fine Wine 100, l’indice di riferimento della piattaforma (che, per l’Italia, conta oggi le annate 2014, 2015 e 2016 del Sassicaia della Tenuta San Guido, la 2015 e 2016 del Tignanello e la 2015 del Solaia di Antinori, la 2013 e la 2015 di Ornellaia e la 2014 e 2015 di Masseto della famiglia Frescobaldi, il Barolo Monfortino Riserva 2010 di Giacomo Conterno, lo Sperss 2013 di Gaja, il Barolo Villero 2013 di Brovia ed il Barolo 2014 di Bartolo Mascarello). Cresce anche il Liv-Ex 1000, il più esteso di tutti, che fa +2,4%, e di cui fa parte l’Italy 100, la “superstar” del 2020 (+6,6% sul 2019), saldamente in territorio positivo. Cresce del +1,1%, infatti, l’indice dedicato alle etichette del Belpaese, formato da diverse annate (nell’approfondimento) di tre vini di Gaja, il Barbaresco, il Sorì San Lorenzo e lo Sperss, del Barolo Monfortino Riserva di Giacomo Conterno, di Masseto, Ornellaia, Sassicaia,e Tignanello, e dalla new entry Igt Toscana Sangiovese di Case Basse di Gianfranco Soldera, griffe di Montalcino. |
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Le importazioni enoiche nel Regno Unito, a gennaio 2021, toccano il punto più basso dal febbraio del 2006: 73,8 milioni di litri in totale, come comunica l’Oemv - Observatorio Español del Mercado del Vino. Un dato, per quanto parziale ed iniziale, che racconta due cose interessanti: il boom della seconda metà del 2020 era dettato dal bisogno di fare scorta; nel corso degli ultimi mesi il vino dell’Unione Europea è stato clamorosamente superato, sul mercato britannico, da quello importato dal resto del mondo. |
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Il lavoro, a cui è dedicato l’articolo uno della Costituzione Italiana (“L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro”), inteso principalmente come uscita dall’emergenza, sarà il tema dominante di “Identità Golose 2021”, che torna a Milano dal 25 al 27 settembre, negli spazi del Mi.Co., in un periodo insolito quanto obbligato dalla necessità di pianificare l’evento in sicurezza, senza rinunciare agli elementi che l’hanno sempre caratterizzato. Obiettivo sarà dare voce al mondo della ristorazione quando la pandemia che ha invaso le nostre vite avrà smesso - si spera e si prevede - di mordere “per riscoprire nei ristoranti non solo luoghi in cui le relazioni possono avvenire in sicurezza, ma in cui talenti, professionalità ed eccellenze del territorio devono continuare ad essere coltivati e valorizzati”, dice Paolo Marchi, ideatore e curatore di Identità Golose. |
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Il professore di Pianificazione del Paesaggio Rurale alla Scuola di Agraria dell’Università di Firenze: “non c’è identità che non si costruisca nel tempo, ma non c’è un genius loci senza che la storia abbia validato anche i processi di trasformazione: si possono accettare delle trasformazioni, ma ci vuole del tempo per riconoscerle come tratto culturale. Non c’è un bel vigneto in un bel paesaggio, ma un bel prodotto che ha una qualità data dal rapporto tra le diverse qualità che creano quel paesaggio, che quindi diventa un aspetto qualitativo intrinseco anche dello stesso vitigno”. |
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