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N. 3.824 - ore 17:00 - Martedì 31 Ottobre 2023 - Tiratura: 31.192 enonauti, opinion leader e professionisti del vino | |
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| | | Tra le raccolte di olive dalle quali, in questi primi giorni d’autunno, si produce in Italia l’“olio novo”, ce n’è una dal “sapore” molto antico: è quella degli ulivi tra gli scavi del Parco Archeologico di Pompei, dove sono presenti, in continuità con l’antichità, le cultivar Minucciola, Ogliarola, Olivella, Pisciottana, Ravece, Rotondello e Nostrale, e le tecniche di raccolta sono quelle descritte da Plinio il Vecchio. Nell’Orto dei Fuggiaschi, ieri, i visitatori hanno assistito alla frangitura e degustato l’olio extravergine “Pùmpaiia”, dall’antico nome della città romana, e che ora è anche Igp Campania, in una sintesi perfetta del legame tra enogastronomia e cultura. | |
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| | Il Brunello di Montalcino Poggio di Sotto 2018 è il n. 1 della “Top 100 Cellar Selections” 2023 by “Wine Enthusiast”. Così la classifica del celebre magazine americano, dedicata a quei vini che escono sul mercato ora, ma da tenere in cantina, da far evolvere per esprimere al meglio il loro potenziale. E così, il Brunello della cantina che fa parte del Gruppo Collemassari di Claudio Tipa, è al vertice davanti ad un mostro sacro come l’Unico 2012 di Vega Sicilia, dalla Spagna, ed in particolare dalla Ribera del Duero, e al Cote-Rotie Les Grand Places 2020 di Domaine Jean-Michel Gerin, dalla Francia. Ma tante sono le etichette italiane selezionate, come spesso accade, e che confermano la grandezza del trittico Toscana-Piemonte-Veneto, quando si parla di vini da lungo invecchiamento in Italia. In top 10, proprio al n. 10, infatti, l’Amarone della Valpolicella Campolongo di Torbe 2013 diMasi, uno dei nomi più importanti del territorio, così come lo è Allegrini, che si piazza al n. 23 con il suo Amarone della Valpolicella Classico Fieramonte 2016. Poi, guardando alla selezione italiana, un tris di grandi piemontesi, ovvero il Barolo Mosconi 2019 della griffe Pio Cesare, al n. 24, il Gaia & Rey 2020, il grande bianco di casa Gaja, cantina simbolo delle Langhe, al n. 25, e poi, al n. 35, un altro grande classico come il Barolo Vigna Elena Riserva 2017 di Elvio Cogno. Ancora, segue un poker tutto toscano, ed in buona parte bolgherese: al n. 41, infatti, c’è il Paleo 2020 de Le Macchiole, uno dei grandi alfieri del territorio prodotto dalla cantina guidata da Cinzia Merli, così come è un simbolo il Bolgheri Superiore Guado al Tasso 2020 della Marchesi Antinori, al n. 48 (presente in classifica anche con il The Investor Red Blend 2020 di Stag’s Leap Winery, dalla Napa Valley, cantina che di recente è passata interamente sotto l’egida Antinori). Ancora, posizione n. 52 per uno dei grandi Merlot di Toscana, il Redigaffi 2020 di Tua Rita, mentre al n. 70 c’è un’altra etichetta ormai stabilmente nel novero delle più celebrate, come il Saffredi 2019 di Fattoria Le Pupille. A chiudere la selezione italiana, un altro grande classico del Veneto bianchista, ovvero il Soave, con il Soave Classico La Rocca 2021 di Pieropan. | |
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| | Se è vero come è vero che il vino, in Italia, è parte integrante della cultura nazionale e dello stile di vita, l’abbinamento con Brescia, Capitale della Cultura 2023 insieme a Bergamo, è teatro perfetto per il Congresso n. 76 di Assoenologi, il cui claim è “Diamo vero valore al vino ed ai suoi territori”, che sarà di scena nella città lombarda il 24 e 25 novembre. Al centro il mercato del vino, che, in questo 2023, sta vivendo uno dei suoi anni più complicati di sempre, con un focus sugli Usa, primo approdo straniero per il vino italiano. Ma anche i territori, da quelli vicini e radicati nella Lombardia, dalla Franciacorta all’Oltrepò Pavese, dalla Valtellina al Lugana, ma anche quelli più importanti del mondo, dalla Borgogna alla California, dalla Valle del Reno al Washington State (il programma in approfondimento). | |
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| | | Neanche il tempo di gioire per l’accordo trovato in Unione Europea sul nuovo regolamento su Dop e Igp che eviterà nuovi casi “Prosek”, che dall’Australia arriva una brutta notizia, per il mondo Prosecco. Nel quadro molto più ampio che ha visto arrivare un brusco stop sull’accordo di libero scambio tra Ue ed Australia, nei giorni scorsi, in Giappone, che riguardava anche carne, formaggi e non solo, è saltata, almeno per ora, la tutela del nome Prosecco in Australia. Per gli australiani, infatti, Prosecco è “solo” il nome di un vitigno, e, quindi, un varietale da poter mettere in etichetta, come tutti gli altri. Una battaglia annosa, quella sul Prosecco, che, in Australia, dove la produzione di Prosecco vale 205 milioni di dollari, si è concretizzata anche in una campagna dal nome #SaveAussieProsecco. E per ora, dunque, gli australiani continueranno a produrre il loro Prosecco, e, a commercializzarlo. “Per quello che ci riguarda - commenta a caldo il presidente del Consorzio del Prosecco Doc, Stefano Zanette - ritengo incomprensibile l’atteggiamento dei produttori australiani che si ostinano ad opporre il riconoscimento della nostra Ig, nonostante gran parte dei Paesi importatori abbiano già protetto la nostra denominazione, non ultimi Nuova Zelanda e Cina, mercati top per il vino australiano”. | |
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| | | In Francia è ancora emergenza eccedenze di vino. E così, pochi giorni fa, il consiglio “Vin et Cidre” di FranceAgriMer, agenzia del Ministero dell'Agricoltura francese, ha espresso parere favorevole unanime ad una ulteriore dotazione, di 40 milioni di euro di crediti europei dalla riserva di crisi, da destinare ad una seconda fase della distillazione di crisi, dispositivo che consentirà allo Stato di sostenere l’industria vinicola francese nell’attuazione delle misure di gestione della crisi, attraverso l’Ocm Vino. | |
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| | Dopo aver dato i natali al Franciacorta, grazie al genio di Franco Ziliani, la famiglia che ha fatto della Guido Berlucchi uno dei pilastri del territorio delle bollicine lombarde, continua ad investire in un altro territorio top del Belpaese. Ovvero Bolgheri, dove nel 2003, seguendo il sogno di Franco Ziliani, la famiglia ha acquisito la Tenuta Caccia al Piano, che oggi conta 24,5 ettari di vigna e 140.000 bottiglie prodotte ogni anno, dando vita al primo spumante metodo classico realizzato nel territorio di Castagneto Carducci. E che continua a crescere, con nuovi investimenti. Come i 5 ettari appena acquisiti, nella zona de “Le Bozze”, “contigui ai vigneti già di nostra proprietà”, spiega Paolo Ziliani. Un investimento importante, in una terra, Bolgheri, ormai tra le più preziose in assoluto, e dove un ettaro a vigneto tra i migliori vale tra i 750.000 ed 1 milione di euro, secondo stime WineNews. | |
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| | | Il ruolo dell’agricoltura e dei piccoli Comuni nel futuro del nostro Paese per Ermete Realacci, presidente Fondazione Symbola, di cui fa parte anche WineNews, e che, tra tante iniziative, racconta l’Italia che fa l’Italia nel dossier “L’Italia in 10 Selfie” e nei Rapporti “Coesione è Competizione”, con Unioncamere e Banca Intesa Sanpaolo, e “GreenItaly 2023”, presentato oggi a Roma, sempre con Unioncamere. Presidente onorario di Legambiente, è promotore del “Manifesto di Assisi” per un’economia a misura d’uomo e della Legge Realacci per riqualificare i piccoli Comuni. | |
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