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N. 3.835 - ore 17:00 - Giovedì 16 Novembre 2023 - Tiratura: 31.211 enonauti, opinion leader e professionisti del vino | |
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| | | Un futuro che è già presente e che rappresenta una delle sfide più importanti per i produttori di vino: saper comunicare alla “Generazione Z”, cresciuta con le tecnologie digitali e che non ha mai conosciuto un mondo senza questi strumenti, pane quotidiano del loro modo di interagire con l’esterno. Ed un primo campanello d’allarme è già suonato se si considera che i più giovani stanno guardando altrove a livello di consumi e in tanti non si allineano al prodotto vino, al suo immaginario “classico”. Ne ha parlato, a “Wine2Wine”, William Predhomme, ceo di Predhomme Strategic Marketing, in Canada, e produttore di vino. | |
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| | Dai mercati dal mondo arrivano flebili segnali di recupero per l’export del vino italiano: secondo i dati sui primi 8 mesi 2023, aggiornati oggi dall’Istat, i valori restano in negativo sul 2022, ma solo del -0,7% (sul -1,2% nei 7 mesi), 5 miliardi di euro, mentre in volume si torna addirittura in positivo, seppur di un modesto +0,8%, rispetto al -1,2% del dato aggiornato a luglio, per 14 milioni di ettolitri. I risultati migliori che arrivano dai mercati della vicina Europa, mentre continuano a segnare “profondo rosso” tanto il Nord America, dove gli Usa, in particolare, stanno ancora smaltendo le notevoli scorte accumulate nel 2022, ma dove va male anche il Canada, più o meno per le stesse dinamiche, che l’Asia. Guardando ai singoli mercati, e partendo da quelli più prossimi, cresce bene la Germania, a +4,5%, per 763,5 milioni di euro, così come il Regno Unito, a +3,9%, per 522,1 milioni di euro. E se tiene il passo la Svizzera, a +2,1% per 266,3 milioni di euro, corre la Francia, che fa +20%, per 212,7 milioni di euro. Giù, invece, i Paesi Bassi, a -4,2%, per 147,4 milioni di euro, mentre cresce il vicino Belgio, a 151,5 milioni di euro, a +3,9%. Perde qualcosa, invece, l’Austria, che si ferma a 84,7 milioni di euro, con un -4,8%. Guardando a Scandinavia e dintorni, invece, cresce la Danimarca, a 103,8 milioni di euro, a +11%, così come la Norvegia, a 72,8 milioni di euro, a +8,9%, mentre perde qualcosa la Svezia, a 132,6 milioni di euro (-1,4%). Continua a stupire, invece, la Russia, che, nonostante la guerra in corso con l’Ucraina, fa addirittura +27,8%, a 90,6 milioni di euro. Le note più dolenti continuano arrivare dai Paesi fuori dall’Europa. Gli Usa, che restano comunque mercato n. 1 del vino italiano, mantengono il loro trend in calo intorno al -8,1%, per 1,1 miliardi di dollari, e fa ancora peggio Canada, che si ferma a 245,7 milioni di euro, a -17,9%. Continua a perdere la Cina, sempre più “piccolo mercato” in valore, a 63,8 milioni di euro, a -7,9%, crolla la Corea del Sud, a -35%, per 34,2 milioni di euro, e perde anche il Giappone, che con i suoi 126,2 milioni di euro si conferma riferimento del vino italiano in Asia, ma segna comunque un -8,1%. Lievemente in crescita, invece, Hong Kong, a +2,6%, ma per valori piccolissimi, pari a 17,6 milioni di euro. | |
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| | Trovare le risposte efficaci e saper parlare un linguaggio diverso ai nuovi wine lovers, sempre più attenti al tema della naturalità del prodotto e lontani dalle convinzioni che per anni, difficilmente, sono state messe in discussione dal settore. Il mondo del vino si trova ormai ad un bivio importante nello scrivere il proprio futuro, che dipenderà molto dall’approccio scelto nei confronti del mercato, e quindi del consumatore moderno, e in cui la comunicazione avrà un ruolo primario, sia per quanto riguarda la scelta dello storytelling, ma anche per la capacità di saper raccontare l’evoluzione della scienza come alleata nella produzione dei cosiddetti vini naturali, sempre più in voga. Se ne è parlato a “Wine2Wine", con il professor Attilio Scienza, tra i massimi esperti di viticoltura al mondo e docente dell’Università di Milano. | |
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| | | Il mercato del collezionismo, quando si parla di vino, non sembra conoscere crisi. Così è anche in Italia, come conferma l’ultima asta “La raffinatezza della complessità", battuta il 9 e 10 novembre, da Pandolfini a Firenze, che ha incassato oltre 1,3 milioni di euro con il 92% di lotti venduti. “Top Lot” dell’asta, una singola bottiglia di Romanée Conti Domaine de la Romanée Conti 1999, aggiudicata a 25.130 euro. Ma strappano quotazioni sopra le aspettative anche la bottiglia di Musigny Domaine G. Roumier del 2015, che ha raggiunto il valore complessivo di 19.220 euro, e una magnum di Pétrus Pomerol annata 2015, battuta a 13.640 euro. Ma anche l'Italia si è fatta valere, come già anticipato da WineNews, con la doppia magnum di Brunello di Montalcino Case Basse Riserva Gianfranco Soldera del 2004, che ha sfiorato i 25.000 euro (24.800 euro). La selezione di 31 lotti dei vini di Montevertine hanno visto un incremento delle stime di oltre il 290%, del 170%, invece, quelle di Barolo Monfortino di Giacomo Conterno. “Il mercato si è riassestato, non è ai massimi del 2020 e 2021, ma l’andamento globale della vendita mostra il raggiungimento di un nuovo equilibrio, più sostenibile per il mercato e i collezionisti in genere, che ci rende molto ottimisti per il 2024”, ha commentato Francesco Tanzi di Pandolfini. | |
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| | | É difficile conquistare e mantenere nel tempo il primo posto, ma quando si punta su qualcosa di diverso, autentico, è più probabile vincere: ecco, in sintesi, il messaggio di Laura Catena, alla guida della cantina di famiglia Catena Zapata, in Argentina, la “World’s Best Vineyards 2023”, dal “Wine2Wine Business Forum” n. 10, evento firmato Veronafiere. In un percorso di successo mondiale di questa cantina, dove i social media hanno il loro ruolo decisivo. Fondamentale partire sempre da un’idea, da sviluppare cercando di essere il più autentici possibile ... | |
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| | Dalla griffe della Valpolicella, Zymè, a Gianfranco Fino Viticoltore, tra i riferimenti del vino di Puglia, da Fenech, simbolo della Malvasia delle Lipari, in Sicilia, a Maculan, che nei Colli Vicentini ha segnato la storia del Torcolato, da Eugenio Collavini, tra i nomi più celebri del Collio, in Friuli Venezia Giulia, da Vigneti Villabella, cantina che tocca tutte le denominazioni più importanti del Veneto (dalla Valpolicella a Soave, da Custoza al Lugana, a Bardolino), da Bulichella, immersa nella campagna toscana a Suvereto, a UvaMatris, tra le colline del Monferrato, da Boasso, dalle Langhe, a Gigante, ancora dal Collio: sono alcune delle cantine che saranno protagoniste della “Fiera dei Vini”, edizione n. 1, appuntamento dedicato ai winelovers ed operatori horeca, di scena a Piacenza Expo dal 18 al 20 novembre 2023. | |
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| | | La domanda l’abbiamo girata a Bruce Sanderson, senior editor ed a capo delle degustazioni di Toscana e Piemonte. In 35 anni di classifica Italia al top con il Brunello di Montalcino 2018 Argiano nel 2023, il Sassicaia 2015 Tenuta San Guido nel 2018, il Brunello di Montalcino 2001 Tenuta Nuova Casanova di Neri nel 2006, il Solaia 1997 Antinori nel 2000, l’Ornellaia 1998 Tenuta dell’Ornellaia nel 2001. “Essere n. 1 è difficile, e la Toscana è un luogo magico ... Ma c’è sempre speranza, per tutti i territori”.
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