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N. 2.860 - ore 17:00 - Martedì 17 Marzo 2020 - Tiratura: 31.183 enonauti, opinion leader e professionisti del vino |
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I vini rossi italiani sono i più presenti nelle wine list dei ristoranti di Singapore, sia nella classifica dedicata ai territori che quella dedicata alle griffe, almeno in tempi di “pace”, prima dell’emergenza Coronavirus. Come riportato da Mibd, al primo posto tra i rossi c’è il Chianti Classico, seguito da Igt Toscana al secondo posto e Barolo al terzo, quindi Brunello di Montalcino, al quinto posto, e Barbaresco, al quattordicesimo. Tra le le griffe più presenti nelle carte dei vini al top Tenuta San Guido (Sassicaia), Tignanello (Marchesi Antinori) al quinto, Gaja al settimo, Antinori al decimo, e Solaia (Marchesi Antinori) al tredicesimo.
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Al centro del decreto “Cura Italia”, approvato ieri dal Consiglio dei Ministri, misure straordinarie per sanità e famiglie: 25 miliardi di euro di risorse per sostenere il tessuto economico e sociale del Belpaese, attaccato in profondità dell’epidemia di Coronavirus. Ma anche importanti stanziamenti per il settore primario. Innanzitutto, un fondo da 100 milioni a sostegno delle imprese agricole, 100 milioni di euro per favorire l’accesso al credito delle imprese agricole e della pesca, l’aumento dal 50% al 70% degli anticipi dei contributi Pac a favore degli agricoltori, per un valore complessivo che supera il miliardo di euro, la cassa integrazione in deroga per tutti i lavoratori agricoli e della pesca e tutele per i lavoratori stagionali. E ancora, l’indennità per i lavoratori agricoli a tempo determinato, l’aumento del Fondo Indigenti di 50 milioni di euro per assicurare la distribuzione delle derrate alimentari, che si aggiungono ai 6 milioni già destinati all’acquisto di latte crudo, la sospensione delle rate fino al 30 settembre per i mutui e gli altri finanziamenti, il rafforzamento del Fondo per la promozione dell’agroalimentare italiano all’estero. A mettere in fila le misure, la Ministra delle Politiche Agricole Teresa Bellanova, che da oggi, a causa della sanificazione di tutti gli ambienti del Ministero, lavorerà alla sede di Ismea. Al sostegno economico si aggiunge - simbolicamente e non solo - quello dell’intero Belpaese, invitato dal Ministro degli Esteri Luigi Di Maio a “comprare e mangiare prodotti made in Italy”. La cui produzione procede spedita, al netto di qualche rallentamento dovuto al doveroso rispetto per la salute dei lavoratori, e non dovrebbe subire intoppi neanche in futuro: le importazioni, così come le esportazioni, di beni alimentari (ricordiamo che l’Italia non è autosufficiente nella produzione di derrate fondamentali come grano e riso) sono garantite dalla Commissione Europea, e non dovrà essere imposta alcuna certificazione aggiuntiva per le merci che si spostano legalmente nel mercato unico dell’Ue, tanto meno i certificati “virus free” richiesti da qualche catena della Gdo straniera ai prodotti agroalimentari italiani. |
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Il Coronavirus ha cambiato le nostre abitudini, i nostri modi di vivere la quotidianità, ma anche e soprattutto il carrello della spesa, come racconta Coop, leader della gdo con il 14,2% del mercato ed un fatturato di 14,8 miliardi di euro, per il 70% dal food. Nelle prime due settimane in cui l’Italia ha iniziato a fare i conti con il Covid-19 (24 febbraio - 8 marzo) le vendite hanno registrato un +12,8% rispetto alla media del periodo, e nella “dispensa dell’emergenza” gli italiani mettono cibo semplice da cucinare, nutriente, pronto all’uso e con una data di scadenza lunga: boom di carne in scatola (+60%) e farina (+80%), ma bene fanno legumi in scatola (+55%), pasta (+51%) e riso (+39%). In “discesa” succhi di frutta (-13%), bibite (-10%), aperitivi (-9%), birra (-7%), vini tipici (-3%) e vino da tavola (-20%). |
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No, l’emergenza Coronavirus non riguarda più solo l’Italia, è ormai a tutti gli effetti una pandemia, e dopo le prime resistenze, condite da una preoccupante inazione - sottolineata in più di un’occasione dall’Oms - e da una certa ritrosia a riconoscere al Belpaese la bontà delle contromisure decise, anche i Governi degli altri Paesi occidentali colpiti corrono ai ripari. In Francia Macron ricalca il modello italiano: due settimane di stop e chiusura forzata per ogni attività che non sia strettamente necessaria, con gli enotecari, riuniti nel Syndicat des Cavistes Professionnels, che attendono di capire se possono o meno restare aperti, con la decisione per ora lasciata ai singoli negozianti. Situazione identica in Spagna, dove la situazione è sempre più grave, e la Asociación Española de Ciudades del Vino invita gli spagnoli a restare a casa e a non visitare le Rutas del Vino de España. Misure meno stringenti in Uk, dove Boris Johnson si limita a sconsigliare di frequentare i pub, e se i locali in Germania restano aperti dalle 6 alle 18, in Usa scatta il “lockdown” a New York e Las Vegas, con la California che impone la chiusura alle tasting room delle 4.000 aziende enoiche del territorio. |
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I brand più ricercati online? Secondo l’analisi di SEMrush, nel ranking dedicato al settore “alimenti e bevande” a primeggiare è sempre la Nutella, con 57.785 ricerche medie mensili in Italia e 778.923 nel mondo. In Italia, la piazza d’onore è per il Franciacorta, seguita da Ferrero, e in top ten c’è anche il Barolo. Allargando la prospettiva al mondo, dopo la Nutella troviamo mozzarella, Gorgonzola, Campari, Ferrero, Grana Padano, Lavazza, Chianti, Parmigiano Reggiano e moka, simboli del made in Italy nel mondo. |
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In giorni di incertezza e instabilità come questi, in cui l’Italia è alle prese con l’emergenza Coronavirus, che, oltre alla sanità, si porta dietro problemi e dubbi sul commercio, sia import che export, arriva una notizia che mette il punto sulla questione tutela del made in Italy e contro l’Italian sounding: la Corte Suprema di Cassazione chiude la querelle giudiziaria sui “Wine Kit”, confermando la sentenza della Corte di Appello penale di Bologna e, dunque, la sussistenza dell’illecito. Quello dei “Wine Kit”, veri e propri kit per produrre vino in casa, posti in vendita con nomi di vini italiani, è quindi ufficialmente un inganno al consumatore, evocando un’inesistente origine italiana ed una altrettanto inesistente provenienza da mosti di vini Doc. |
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Nella Francia che corre ai ripari per contenere l’emergenza Covid-19, chiudono anche i musei, compresa la Cité du Vin di Bordeaux, tempio della cultura enoica mondiale che, in queste settimane di clausura forzata, vi invitiamo a riscoprire nel nostro servizio di qualche tempo fa. Un viaggio multimediale nelle civiltà e nelle epoche del vino, tra i territori più insoliti, su una nave virtuale che viaggia nel tempo e poi ad una tavola a cui siedono personaggi come Napoleone o Winston Churchill, tra i profumi, gli aromi, i colori e le sensazioni tattili del vino ... |
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