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N. 3.292 - ore 17:00 - Mercoledì 17 Novembre 2021 - Tiratura: 31.116 enonauti, opinion leader e professionisti del vino |
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Il Brunello di Montalcino si conferma tra i più grandi vini del mondo. Ennesima testimonianza è la posizione n. 5 ottenuta nella “Top 100” 2021 by “Wine Spectator”, con il Brunello di Montalcino 2016 de “Le Chiuse”, una delle griffe di riferimento qualitativo del territorio (oggi di Simonetta Valiani Biondi Santi - figlia di Fiorella Biondi Santi, sorella di Franco Biondi Santi, custode della storia del Brunello con la Tenuta Greppo oggi del gruppo Epi, e dai cui vigneti, fino al 1986, nascevano le Riserve della Tenuta Greppo - e del marito Nicolò Magnelli). Domani le posizioni dalla 4 alla 2; venerdì 19 novembre, finalmente, sarà svelato il vino dell’anno. |
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Climate change, emergenza climatica, tragedia ambientale. I tempi che stiamo vivendo, chiamati in molti modi, mettono sempre più al centro del dibattito e della comunicazione il tema della sostenibilità. Complesso, come abbiamo detto spesso, e sul quale ognuno, per ottenere risultati concreti e benefici per l’uomo, deve fare la sua parte. Compreso il vino, che è da sempre punta di diamante dell’agricoltura. E che ha la forza per essere modello per il comparto agricolo tutto. A partire dalla vigna e della cantina, ma non solo. Perchè “con sostenibilità si intende tutto ciò che facciamo nella vita e nel lavoro, che deve avere come obiettivo una maggiore durabilità nel tempo”. Parole di Carlo Petrini, tra i più grandi pensatori del nostro tempo, fondatore di Slow Food e langarolo, che, proprio nel suo Piemonte, a Costigliole d’Asti, è stato tra i protagonisti di “Climate Change & Fine Wines”, andato in scena, nei giorni scorsi, da Mura Mura, la cantina di Guido Martinetti e Federico Grom (già fondatori del celebre brand del gelato italiano Grom, ndr), che hanno riunito alcuni dei più importanti produttori d’Italia e del mondo, da Aubert de Villaine, co-proprietario di Romanée-Conti al barolista Elio Altare, da Saskia De Rotschild di Château Lafite ad Alessio Planeta della cantina siciliana, da Mario Pojer (azienda agricola trentina Pojer e Sandri) a Jean-Pierre Perrin (Château de Beaucastel), da Willi Bründlmayer (Weingut Bründlmayer a Kamptal, in Austria) a Paolo De Marchi (Isole e Olena, in Chianti Classico, in Toscana), per citarne alcuni, per confrontarsi proprio sul tema del cambiamento climatico in vigna. Cambiamento che se, come noto, è un problema enorme per l’umanità, in una prospettiva neanche troppo lontana, in questi anni ha messo in difficoltà alcune viticolture, ma ne ha “aiutate” delle altre. Ma al di là delle diverse posizioni (tutti gli interventi nell’approfondimento), la sintesi è nelle parole di Alessio Planeta: “i viticoltori hanno un ruolo importantissimo come modelli culturali per chi fa agricoltura, hanno una responsabilità molto forte rispetto al resto del sistema agricolo. Come noi gestiremo l’agricoltura nei prossimi anni servirà anche per gli altri, farà da modello”. |
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Che la sostenibilità della filiera del vino passi prima di tutto dalla vigna, è una certezza. E tra i tanti strumenti che le imprese italiane e non solo stanno esplorando con sempre maggiore convinzione, c’è anche quello delle varietà resistenti alle malattie, ma anche ai cambiamenti climatici, i cosiddetti vitigni Piwi. Come testimonia la grande adesione alla prima rassegna a tema, a livello nazionale, firmata dalla Fondazione Edmund Mach di San Michele all’Adige, una delle più importanti istituzioni di ricerca in campo vinicolo a livello internazionale. L’evento si articolerà in due giornate: il 18 novembre la valutazione dei vini (91 in gara, da 56 aziende da tutta Italia), e il 2 dicembre il seminario e la premiazione, a cui interverrà anche il presidente dell’Organizzazione internazionale della vite e del vino (Oiv), il professor Luigi Moio.
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Le spedizioni di vino italiano nel mondo, nel periodo gennaio-agosto 2021, sfiorano i 4,5 miliardi di euro (4,496 miliardi per la precisione), segnando una crescita del +15,5% sullo stesso periodo 2020 e, soprattutto, del +12,2% sul 2019. Nonostante il boom dei costi che continua a gravare sull’intera filiera, dall’energia ai materiali, passando per i trasporti, prima campanello di allarme di una dinamica inflazionistica con cui i consumatori dovranno fare necessariamente i conti, non si arresta così la corsa del vino italiano sui mercati di tutto il mondo, con l’eccezione, prendendo come riferimento il 2019, di Gran Bretagna, dove restano ancora molti nodi da sciogliere nel lungo percorso della Brexit, e Giappone, che paga la frenata della propria economia nel terzo trimestre dell’anno, tra produzione industriale in calo, crisi della logistica ed una bilancia commerciale nettamente negativa. Impressionante, in senso positivo, il dato che arriva dagli Stati Uniti, seguiti a ruota dalla Germania, solidissima seconda piazza dell’export enoico italiano, con la Cina che è ormai tornata stabilmente ai livelli del 2019, mentre Canada, Corea del Sud, Russia, Paesi Bassi e Svezia continuano a crescere in maniera esponenziale (i dai, Paese per Paese, nell’analisi di WineNews degli ultimi dati Istat, in approfondimento). |
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Con il 98% dei lotti aggiudicati e un incasso di 1,9 milioni di euro, la vendita di Pandolfini dell’11 e 12 novembre diventa la più importante, per il settore vino, nella storia della casa d’aste. Al top, la bottiglia numero uno del mitico Quarto di Brenta di Barolo Monfortino Riserva Giacomo Conterno 1955, che ha chiuso a 23.275 euro, la 12 litri di Barolo Falletto Riserva Serralunga d’Alba Bruno Giacosa 1996, dalla collezione di Daniel Thomases (11.025 euro), e una bottiglia di Romanée-Conti Domaine de la Romanée-Conti 2016 (28.175 euro). |
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Essere green e sostenibili, per una cantina o per un territorio del vino, vuol dire qualcosa di più che mettere in campo buone pratiche dentro ai confini delle aziende nella sola filiera enoica. Vuol dire, sempre più, prendersi cura del territorio, a 360 gradi. Percorso ben chiaro alla denominazione del Vino Nobile di Montepulciano, che, da tempo, è pioniera di tutto quello che è sostenibilità. E, su questa scia, il 18 novembre, nella “Giornata dell’albero”, il Consorzio del Vino Nobile di Montepulciano pianterà la seconda parte dei 1.200 alberi per creare un bosco antistante l’Ospedale locale. L’iniziativa è nata nel 2019, e rientra nella certificazione della sostenibilità Equalitas. Testimonial dell’evento il campione di basket Giacomo “Gek” Galanda, e anche WineNews, con la giornata che sarà guidata dalla storica voce di “Decanter” (Radio2 Rai), Tinto (alias Nicola Prudente). |
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A WineNews l’istrionico critico d’arte, sempre più spesso protagonista anche nel mondo del vino. “I prodotti della terra, come il vino ed il cibo, avvicinano a Dio, sono idea della fertilità della terra che è prerogativa divina. Il vino è vita, e la connessione fra vita e arte nei territori del vino è palese”. Come nella Montefalco di Benozzo Gozzoli del Sagrantino e di Caprai. |
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